La Corte d’Appello di Firenze ha confermato l’insolvenza di Perini Navi, che il Tribunale di Lucca aveva dichiarato fallita il 29 gennaio scorso (si veda altro articolo di BeBeez). Lo riferisce Il Tirreno.
La Corte ha quindi respinto il ricorso contro il fallimento presentato dagli studi legali Iannaccone di Milano e Stanghellini di Firenze per conto di Fenix srl (della famiglia Tabacchi e Lamberto Tacoli), attuale proprietaria della società produttrice di megayacht fondata negli anni 80 da Fabio Perini. I Tabacchi speravano in un ripensamento dei giudici, in modo da poter mettere in opera il loro piano B, visto che nel frattempo avevano sottoscritto un term sheet con Clessidra Restructuring Fund che sarebbe pronta a iniettare nuova finanza sottoforma di equity per il rilancio della società (si veda altro articolo di BeBeez).
La sentenza della Corte d’Appello ha invece smontato le argomentazioni del reclamo, sia sul piano formale, sia sul piano procedurale. Inoltre, è stato rilevato come al momento delle convocazione del debitore, essendo scaduti i termini per la domanda di concordato, l’unica decisione doveva forzatamente riguardare solo l’istanza di fallimento. Il prossimo appuntamento di fronte al Tribunale fallimentare di Lucca è già fissato per il 22 giugno, quando si terrà l’esame dello stato del passivo dell’azienda oggi affidata al curatore fallimentare Franco Della Santa.
Ricordiamo che il Tribunale di Lucca aveva dichiarato il fallimento dopo che il giudice non aveva concesso a Perini Navi una nuova proroga per presentare un piano concordatario, dopo quella ottenuta nell’ottobre 2020 che fissava il termine al 15 gennaio 2021 (si veda altro articolo di BeBeez). L’udienza era poi slittata, ma soltanto al 26 gennaio. Il piano non era stato presentato per tempo, sebbene Blue Skye e Arena Investors avessero siglato un accordo con Perini Navi e la controllante Fenix per sottoscrivere un bond a 4 anni da 30 milioni di euro in prededuzione (si veda altro articolo di BeBeez) dopo che i due investitori avevano depositato un’offerta vincolante lo scorso autunno (si veda altro articolo di BeBeez). Il problema, infatti, era che nel frattempo non era stato trovato ancora un accordo con le banche (le più esposte sono Banca Ifis, Mps e Unicredit).
Così alla fine il Tribunale ha deciso per il fallimento e ha disposto l’esercizio provvisorio, nominando Della Santa curatore fallimentare. A quel punto si erano fatti avanti Ferretti e Sanlorenzo per rilevare la società dal fallimento una volta che il curatore avesse aperto l’asta (si veda altro articolo di BeBeez). La decisione della Corte d’Appello di Firenze, quindi, riporta alla ribalta l’interesse dei due produttori di superyacht.
Nel frattempo la prima mossa del curatore è stata mettere in vendita il cantiere Perini Navi in Turchia, o meglio la quota di partecipazione nella società Perini Istanbul Gemicilik as, valorizzata 13,5 milioni di euro, al netto delle tasse e delle imposte dovute ai sensi della legge italiana.
In merito all’asta di Perini Navi, il segretario generale regionale della Fiom-Cgil Massimo Braccini ha detto al Tirreno: “Registriamo molti interessi imprenditoriali, anche di ventilate società estere. A seguito della vendita del cantiere in Turchia, probabilmente Perini Navi è più appetibile. Il cantiere di Viareggio e quello di La Spezia sono complementari: ci misureremo con le imprese interessate sulla base di precisi piani industriali, di garanzia, prospettiva e sugli investimenti. Ci aspettiamo che con l’eventuale rilancio dell’azienda ci siano un cambiamento del modello produttivo con la valorizzazione e la crescita delle competenze”.
Perini Navi aveva chiuso il 2018 con ricavi per 65,5 milioni di euro, un ebitda negativo di 4,25 milioni, una perdita di 8,3 milioni e un debito finanziario netto di 26,42 milioni (si veda qui l’analisi di Leanus). E il 2019 è andato ancora peggio con un fatturato consolidato di 55 milioni, un ebitda negativo di 25 milioni, una perdita oscillante tra 35 e 40 milioni e un indebitamento, tra banche e fornitori, di 55 milioni. A oggi il gruppo è gravato da un debito complessivo lordo di 100 milioni. Solo tra il 2016 e il 2018 la società aveva accumulato perdite per 55 milioni e addirittura 140 milioni negli ultimi 9 anni. Per questo motivo già nell’ottobre 2018 Perini Navi era stata oggetto di un processo di ristrutturazione, guidato dagli stessi Tabacchi che nel frattempo, in base agli accordi pregressi con il fondatore Fabio Perini, erano saliti dal 49,99% al 74% della società, con un investimento complessivo di 40 milioni.