La probabilità di default stimata a dicembre 2021 per le società non finanziarie italiane è prevista in aumento al 6% dal 5,1% a dicembre 2020, per poi ridursi nel 2022, quando la maggior parte della popolazione sarà vaccinata contro il Covid-19 e la ripresa economica globale si consoliderà. Ma il percorso della ripresa sarà altamente irregolare, con una varianza molto alta tra i settori, le aree geografiche e le diverse dimensioni aziendali.
Lo ha scritto Cerved Rating Agency nel suo Credit Outlook, diffuso nei giorni scorsi, precisando che è stato stimato che un ritardo nel progresso della campagna vaccinale rispetto all’obiettivo di immunità di gregge alla fine del terzo trimestre 2021 potrebbe aumentare la probabilità mediana di default fino a 40 punti base. Cerved ha anche sottolineato che i settori a più alto rischio rimangono il turismo, la ristorazione e le costruzioni e che all’interno di questi settori, fino a 115mila aziende potrebbero dover affrontare un evento di default entro la fine del 2021.
BeBeez ha chiesto a Cerved Rating Agency uno spaccato molto dettagliato della situazione e della possibile evoluzione della probabilità di default dei vari settori (clicca qui per scaricare il file pdf) e delle varie regioni (clicca qui per scaricare il file pdf). Il quadro che ne emerge è particolarmente preoccupante, si diceva, per i settori del turismo (con una probabilità di default vista al 14,3% a fine 2021 dal 5,8% di fine febbraio, momento di scoppio della pandemia, già salita all’11% a fine 2020), dell’accomodation, ristorazione e servizi collegati (in salita all’11,9% a fine 2021 dall’8,7% di fine 2020 e dal 6,4% di fine febbraio 2020) e le costruzioni (in salita all’8,7% a fine anno, dopo essere state poco toccate lo scorso anno, quando la probabilitò di default era salita dal 7,1% in febbraio al 7,3% a dicembre). Preoccupante infine anche la situazione del settore trasporti (con probabilità di default in aumento all’8,4% a fine 2021 dal 5,7% di fine 2020 e dal 4,8% di febbraio 2020).
Sul fronte geografico, la situazione è grave per la maggior parte delle regioni del Sud Italia, ma anche per il Lazio, con una probabilità di default che è prevista salire all’8% a fine anno dal 6,7% di fine dicembre 2020 e dal 6% di fine febbraio 2020. Le regioni più virtuose sono Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige (4,6% a fine 2021) e il Friuli Venezia Giulia (4,9%), ma anche Veneto, Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna si collocheranno su livelli inferiori alla media del 6%.
Il risultato di tutto questo sarà uno scivolamento generalizzato nella fascia speculative grade dei rating assegnati da Cerved alle imprese non finanziarie. Il trend era già ben evidente lo scorso novembre e lo aveva segnalato a BeBeez Fabrizio Negri, amministratore delegato di Cerved Rating Agency (si veda altro articolo di BeBeez). Allora il rating più frequente (cioé la moda in statistica) per le emissioni del 2020 sino a quel momento era di B2.1, contro una moda dei rating delle emissioni del periodo 2015-2019 che era invece di B1.2. In quest’ultima analisi di Cerved la situazione peggiora ulteriormente, con una moda prevista per fine anno di B2.2
Il tutto, si diceva, peraltro se le cose vanno come previsto e cioé se entro il terzo trimestre dell’anno la campagna vaccinale avrà raggiunto il suo obiettivo di immunità di gregge. Se invece così non sarà, il ritardo si tradurrà in un ulteriore aumento delle probabilità di default. A livello aggregato, secondo i calcoli di Cerved, quel 6% di probabilità di default previsto a fine anno si potrebbe trasformare in un 6,2%, 6,31% oppure 6,39%, nel caso di ritardo, rispettivamente, di uno, due o tre mesi nella campagna vaccinale.