Wrm Group, società lussemburghese fondata dal finanziere Raffaele Mincione, ha rilevato ufficialmente il 100% della holding che controlla Kipre, produttore italiano di prosciutti crudi Dop con i marchi Principe di San Daniele e King’s. L’acquisizione è avvenuta a valle dell’omologa all’accordo di ristrutturazione da parte del Tribunale di Trieste (si veda qui il comunicato stampa).
L’operazione era attesa, dopo che nelle scorse settimane Wrm Group si era detta pronta ad acquistare la il gruppo attraverso il fondo Athena Capital appena fossero stati completati i passaggi tecnici richiesti per l’efficacia dell’omologazione dell’accordo di ristrutturazione del debito della società (si veda altro articolo di BeBeez). Peraltro già nel luglio scorso Wrm aveva reso noto di aver messo a disposizione 40 milioni di euro per il rilancio di Kipre, depositato l’accordo di ristrutturazione dei debiti, annunciato l’imminente acquisizione della società e la sostituzione dell’amministratore delegato (si veda altro articolo di BeBeez). L’entrata in scena di Wrm nel dossier Kipre era trapelata fin dal dicembre 2019 (si veda altro articolo di BeBeez). Giusto poco prima della vigilia di Natale, era saltata la trattativa in corso con Oxy Capital, così come era accaduto nell’ottobre 2019, quando era saltata la trattativa in corso con il QuattroR (si veda altro articolo di BeBeez).
Wrm potrà ora procedere con la fase implementativa del piano di ristrutturazione e rilancio, con un complessivo investimento di risorse per appunto circa 40 milioni di euro in Kipre. L’assemblea dei soci, che si è riunita nei giorni scorsi, ha già nominato il nuovo Consiglio di amministrazione, composto da tre membri: il presidente Marco Modica, Walter Bellantonio (che sarà alla guida dell’azienda una volta trascorso il tempo tecnico di 70 giorni per il ritorno in bonis, e che è stato direttore generale di ISA spa e amministratore delegato di Cirio e Del Monte Italia) e William Mincione.
“Dopo il successo del lungo e complesso processo di acquisizione del Gruppo Kipre stiamo valutando diversi progetti per la tutela e la valorizzazione del made in Italy, allargando il perimetro di attività di questo tipo di Wrm Group con la creazione di uno o più veicoli di investimento che possano essere un punto di riferimento per le imprese italiane in difficoltà, in particolare nel settore alimentare”, ha spiegato Raffaele Mincione, fondatore e principal di Wrm Group. Walter Bellantonio ha aggiunto: “In questa fase, stiamo lavorando alla ricostruzione della struttura organizzativa di Kipre, elemento chiave per il rilancio del Gruppo. Abbiamo già immaginato una squadra – sia per quanto riguarda le attività in Italia che all’estero – che faccia leva sulle risorse migliori che erano già presenti in azienda e sulla competenza di alcune nuove risorse che vantano una grande esperienza nel settore alimentare”.
Kipre è attiva in Italia e all’estero, con 400 mila quote del consorzio del prosciutto di San Daniele e 90 mila quote del consorzio del prosciutto di Parma. L’attività operativa è dispiegata su stabilimenti produttivi in sei siti e tre regioni italiane, con 4 impianti di stagionatura, 1 impianto di produzione salumi industriali, 1 impianto dedicato per disosso e affettamento, 11 linee di affettamento. Oggi il gruppo impiega oltre 300 persone e comprende Kipre Holding spa e le controllate Principe di San Daniele spa, King’s spa e Sia.Mo.Ci. srl. Nel febbraio 2017 Kipre aveva ricevuto un finanziamento da 18,6 milioni da Sace e Banca Akros (Gruppo Banco Bpm), per sostenere l’approvvigionamento delle materie prime e lo sviluppo del magazzino prodotti finiti, mantenere il presidio nei mercati europei e statunitense ed espandersi verso nuovi Paesi target (Canada, Messico e Russia). Il gruppo ha chiuso il 2017 con 165 milioni di fatturato, un ebitda di 7 milioni e 130 milioni di debito netto (di cui 71 verso le banche e 46 verso i fornitori).
Il gruppo Kipre aveva comunicato la sua crisi con un annuncio a pagamento pubblicato sul Sole 24 Ore nel dicembre 2018, cogliendo di sorpresa dipendenti e sindacati. Nell’annuncio i due imprenditori si rivolgevano alla società e alla comunità finanziaria italiana, per denunciare il fatto che uno di 5 istituti bancari che avrebbero dovuto sostenere un “oculato piano industriale di crescita” si era ritirato facendo naufragare l’intera iniziativa. Nel gennaio 2019 Kipre Holding ha chiesto l’ammissione al concordato in bianco al Tribunale di Modena, che ha dato il via libera il 31 gennaio al “concordato di gruppo”, ossia per Kipre e le sue controllate, fissando il 29 marzo come data entro la quale sarebbe dovuto essere presentato ai giudici il piano industriale. A fine febbraio 2019, però, il Tribunale di Modena aveva inviato al Tribunale di Trieste tutta la documentazione per “non pertinenza sugli eventi descritti”.