E’ andata deserta l’asta del 5 maggio scorso, a un prezzo base di 95 milioni di euro, del produttore bolognese di bioplastiche Bio-On, quotato all’Aim Italia fino all’ottobre 2019 e che all’apice del successo era arrivato a capitalizzare 1,3 miliardi di euro. Lo riporta Il Resto del Carlino.
La società, fondata nel 2007 da Marco Astorri e Guy Cicognani e attualmente gestita dai curatori Antonio Gaiani e Luca Mandrioli, era fallita a seguito del terremoto giudiziario che aveva coinvolto Astorri nel luglio 2017. A provocarlo era stato un rapporto del fondo d’investimento Usa Quintessential Capital Management, intitolato “Una Parmalat a Bologna?” e in cui si sosteneva che i vertici di Bio-On avessero dichiarato fatturato e utili in crescita “in realtà perlopiù inesistenti”. Il fallimento era stato dichiarato dal Tribunale di Bologna nel dicembre 2019.
A bloccare le offerte per Bio-On potrebbe essere stata la valutazione di 95 milioni di euro, che Gabriele Grego, alla guida di Quintessential, aveva giudicato eccessiva nel marzo scorso, in quanto “I 95 milioni della base d’asta, al netto di 70 milioni di debiti, corrispondono a un equity di soli 25 milioni, meno del 2% del valore borsistico prima del crollo” (si veda altro articolo di BeBeez).
Ora, in seguito all’esito negativo dell’asta, lo stesso Grego ha commentato al Corriere di Bologna: “Con nessuna sorpresa abbiamo appreso che l’asta per gli asset di Bio-On è andata deserta. Il fatto che nessuna realtà industriale sia arrivata a offrire anche una quota così ridotta è testimone delle dimensioni della bolla creata dagli amministratori attraverso le presunte false comunicazioni”.
A valle delle indagini condotte nell’ambito dell’operazione Plastic Bubbles, per false comunicazioni sociali e manipolazione del mercato, Astorri era stato sottoposto agli arresti domiciliari (in seguito revocati) poiché ritenuto responsabile dei reati di cui sopra. Nei giorni scorsi si è conclusa l‘indagine con la richiesta di rinvio a giudizio per dieci persone, tra cui i fondatori di Bio-On Astorri e Cicognani. Verso la fine del 2019, inoltre, il Tribunale di Bologna aveva disposto la continuazione temporanea dell’attività economica d’impresa autorizzando l’esercizio provvisorio “al fine di preservare la continuità aziendale con l’obiettivo di evitare che venga dissolta l’organizzazione produttiva nelle sue componenti di occupazione, tecnologiche e di avviamento”.
Bio-On, che conta oggi 26 dipendenti, nonostante le attività ridotte al minimo ha continuato a operare anche negli ultimi mesi nell’impianto di produzione di Castel San Pietro. Lì ci sono i cinque bioreattori che potrebbero essere utili per la produzione del vaccino anti Covid. Una soluzione rilanciata dal presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, e sulla quale stanno lavorando il ministro dell’Economia, Daniele Franco, e il titolare del dicastero dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti. Lo stabilimento di Bio-On, che ospita i bioreattori, è stato già inserito nella mappa dei siti per l’eventuale produzione del farmaco contro il Covid-19.
Tra gli interessati a rilevare Bio-On si diceva nei mesi scorsi che ci fossero aziende dei settori dell’energia e della chimica (si veda altro articolo di BeBeez). Si era parlato di Eni, tramite la controllata Versalis, che nel febbraio 2020 aveva acquisito da Vei Capital (Gruppo Palladio finanziaria) il 40% di Finproject, azienda italiana specializzata nel cosiddetto compounding, cioé il processo di miscelazione tra polimeri e additivi che permette di indirizzare le proprietà della materia plastica prodotta (si veda altro articolo di BeBeez). Tra i potenziali acquirenti si indicavano anche Invitalia e Novamont, leader mondiale nella produzione di bioplastiche, controllato da NB Renaissance, attraverso Mater-BI spa, e dalla stessa Versalis (gruppo Eni), che lo scorso gennaio ha annunciato l’acquisizione del gruppo BioBag, compagnia norvegese leader nelle soluzioni a basso impatto per i settori del packaging e della raccolta separata del rifiuto umido (si veda altro articolo di BeBeez).
Astorri, assieme ai suoi legali Tommaso Guerini e Carlo Enrico Salodini, ha sottolineato che l’asta deserta “non intacca minimamente il valore di Bio-On, che non è mai stata un castello di carte”.
I curatori fallimentari di Bio-On Antonio Gaiani e Luca Mandrioli hanno dichiarato: “Prendiamo atto che la prima vendita è andata deserta sul valore di 95 milioni, frutto di una stima e come tale di una mera valutazione”, che hanno tuttavia ribadito “un significativo interesse da parte di importanti società italiane ed estere”.
Ora i curatori fallimentari dovranno proporre a creditori e tribunale una nuova asta, partendo da un prezzo più basso, oppure riformularla su più lotti. Nei giorni scorsi era infatti stata messa all’asta Bio-On in un lotto unico congiunto, che comprende il sito produttivo di Castel San Pietro Terme, il portafoglio brevetti e marchi, le partecipazioni azionarie, la tecnologia fermentativa, i beni mobili, le attrezzature e le scorte di magazzino nonché contratti pendenti, inclusi i rapporti di lavoro subordinato in essere. In ogni caso, il governo si è assicurato l’ultima parola sulla cessione della società: in virtù del golden power, Bio-on dovrà avere il via libera del governo in caso di vendita a un soggetto estero.
Intanto si è fatto avanti per acquisirla Siti, il sindacato italiano per la tutela dell’investimento e del risparmio, che rappresenta il 7% degli azionisti di minoranza e che ha proposto la creazione di una Spac, battezzata Phoenix. La Spac sarà riservata, ma non esclusivamente, agli azionisti di minoranza Bio-On e finalizzata all’acquisizione in asta dell’impianto produttivo e dei relativi brevetti, fermo restando che Phoenix “non consentirà alcun tipo di relazione e partecipazione, diretta o indiretta, da parte dei precedenti esponenti aziendali e azionisti di maggioranza, coinvolti nei procedimenti giudiziari attualmente in corso”. Il progetto ha anche un’altra precondizione: l’ingresso nel capitale di un soggetto industriale di riferimento, attualmente in fase di individuazione, in grado di valorizzare al meglio Bio-On.