Il gruppo Mandarin Oriental ha conquistato la gestione del Casta Diva Resort&spa, uno storico hotel di lusso sulle rive del lago di Como, che, si legge nel comunicato stampa del colosso alberghiero, dal 2017 è di proprietà di fondi di Attestor Capital.
Più nel dettaglio, andando a indagare, si scopre che tra maggio e giugno 2017 Attestor ha comprato da più banche italiane i crediti deteriorati che queste vantavano verso Hotel Residence Club & spa, la società che dal 2010 era proprietaria del Casta Diva Resort (si veda qui l’avviso in Gazzetta Ufficiale della cessione dei crediti da parte di Intesa Sanpaolo e da parte di Banca Popolare di Sondrio).
La situazione finanziaria di Hotel Residence Club & spa a fine 2016 era davvero critica. A fronte di ricavi per 9,4 milioni e un ebitda di 0,47 milioni, la società aveva chiuso con una perdita netta di 3,8 milioni (dopo perdite nette per 5,3 milioni in ciascuno dei due esercizi precedenti) ed era gravata da un debito finanziario netto di ben 90,6 milioni di euro (si veda qui l’analisi di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).
I crediti sono stati acquistati tecnicamente da Kummunalkredit Austria, banca che fa capo al veicolo di investimento Trinity Investments Designated Activity Company, lo stesso veicolo tramite il quale Attestor a comprato lo scorso anno anche la Banca Intermobiliare (si veda altro articolo di BeBeez).
L’immobile sarà completamente ristrutturato e l’hotel sarà rinominato Mandarin Oriental, Lake Como nella primavera 2019. Si tratta del primo Resort Mandarin Oriental in Europa occidentale e Italia, naturale complemento del luxury hotel di Milano.
L’hotel era in origine noto come Casino Ribiere dal nome della sua proprietaria, la signora Ribier, un’eccentrica sarta di Parigi che, mentre si trovava a Milano sotto la dominazione francese, ha fatto una fortuna vestendo le signore dell’alta società, ma era anche nota per essere molto libertina. Successivamente la cantante lirica Giuditta Pasta acquistò la villa nel 1827 e la ribattezzò Villa Roda. L’edificio è stato ristrutturato tra il 1827 e il 1829 dall’ingegnere Filippo Ferranti, zio di Giuditta. L’edificio fu poi completamente ricostruito, tra il 1906 e il 1910, su progetto dell’architetto milanese Carlo Formenti, e fu rinominato Villa Roccabruna, divenuta proprietà dei Wild, famiglia di magnati del cotone torinesi di origine Svizzera. La villa è poi rimasta disabitata per quasi 50 anni, prima di essere acquistata dal gruppo Hotel Residence Club spa e rinascere come resort esclusivo nel 2010.