Pittarosso ha depositato nei giorni scorsi al Tribunale di Padova la sua seconda proposta di concordato, che, come la prima, si baserà sull’offerta formulata da Pillarstone attraverso il fondo RSCT Fund (Responsible & Sustainable Corporate Turnaround Fund con dotazione di 600 milioni di euro e gestito da Davy Global Fund Management (si veda altro articolo di BeBeez). Ricordiamo che il fondo, infatti, nella prima parte del 2020 è diventato il maggiore creditore di Pittarosso, dopo aver acquisito la posizione creditoria di Unicredit e di altri istituti di credito (si veda altro articolo di BeBeez).
Nel nuovo schema di concordato, secondo quanto riferito dal Corriere del Veneto, è previsto che Pillarstone converta interamente capitale tutti i crediti bancari acquistati due anni fa, circa 80 milioni di euro, equivalenti al 30% dei chirografari, aggiungendo 5 milioni di nuova finanza.
Il Tribunale aveva ammesso Pittarosso alla procedura di concordato preventivo con riserva a fine giugno (si veda qui il decreto), dopo che la catena di negozi di scarpe padovana presente in 19 regioni italiane e da 8 anni sotto il controllo di Lion Capital aveva depositato la domanda all’inizio del mese (si veda qui la domanda). La giudice Caterina Santinello del Tribunale veneto aveva nominato quindi commissari Giovanni Bottecchia, Claudio Ferrario e Roberto Artusi, dando tempo alla società padovana fino al 5 settembre per presentare il la proposta definitiva di concordato preventivo e il piano concordatario (si veda altro articolo di BeBeez).
Nella realtà si trattava di un deja vu per la società, che affiancata dallo studio Cortellazzo&Soatto, era già stata ammessa dal Tribunale di Padova alla procedura di concordato pieno in continuità aziendale nel settembre 2021 (si veda qui il comunicato stampa), dopo aver presentato domanda di concordato in bianco nel maggio 2020 (si veda altro articolo di BeBeez). Tuttavia, come si legge nel testo della nuova domanda di concordato in bianco, lo scorso febbraio il Tribunale aveva disposto la convocazione della società per discutere di una divergenza di valutazione con la società su poste di bilancio e il procedimento si era concluso il 21 aprile con la revoca dell’ammissione della società alla procedura di concordato (si veda qui il decreto del Tribunale (disponibile per gli abbonati a BeBeez News Premium e BeBeez Private Data), notificata poi il 30 maggio. A quel punto Pittarosso aveva formulato una nuova domanda di concordato in bianco che tenesse conto delle censure formulate dalla corte nella sua sentenza di revoca e l’aveva ripresentata appunto a inizio giugno, chiedendo 120 giorni di tempo (il massimo di legge) per depositare la proposta di concordato preventivo in continuità e il piano. Il Tribunale aveva inizialmente concesso soltanto 90 giorni di tempo portati poi a 150. Intanto sono stati cambiati i vertici della società, con la nomina a presidente di Marco Ghiringhelli, manager di lungo corso con specifiche competenze in turnaround e ristrutturazioni aziendali, affiancato da Marco Basaglia come consigliere.
Così a fine ottobre la società ha depositato la nuova proposta di concordato, migliorativa per i creditori rispetto alla prima, visto che offre ai creditori chirografari il 25% di quanto dovuto, mettendo sul piatto 5 milioni in più rispetto allo schema precedente. In totale i debiti da gestire sono 335 milioni di euro, di cui oltre 250 milioni di debiti chirografari.
Come si legge nel testo di revoca dell’ammissione della società alla procedura di concordato, la prima offerta, inclusa nella prima proposta di piano concordatario, prevedeva che il credito in portafoglio al fondo fosse stralciato per 30 milioni di euro, che per altri 8,4 milioni fosse convertito in strumenti finanziari partecipativi e che per i restanti 45,5 milioni fosse convertito a capitale, con il quale sarebbero state integralmente ripianate le perdite e che per il resto sarebbero state nella disponibilità della società.
Ricordiamo che Pittarosso aveva chiuso il 2020 con una perdita netta di 168,1 milioni (anche per le svalutazioni legate al concordato) e con 70,8 milioni di debito, ma che, si legge ancora nella domanda di ammissione al concordato, il bilancio 2021 (sotto la revisione di BDO Italia) si è invece chiuso rispettando le linee del precedente piano, con ricavi per circa 250 milioni di euro, un ebitda positivo di 6 milioni (molto meglio, quindi, rispetto alle previsioni di piano di una voce negativa pari a -4,1 milioni) e con 70 milioni di liquidità disponibile, mentre quest’anno i ricavi dovrebbero salire a 260 milioni.
Le difficoltà di Pittarosso sono state acuite dalle conseguenze della pandemia da Covid-19, ma già nell’aprile 2019, Lion Capital aveva avviato un percorso di ristrutturazione del debito della controllata e aveva chiesto uno standstill alle banche creditrici esposte allora per 200 milioni di euro: tra queste Intesa Sanpaolo, Unicredit, Mps, e con una piccola quota Banco BPM, Sparkasse- Cassa di Risparmio di Bolzano e Bnl (si veda altro articolo di BeBeez). Il debito è eredità del buyout con cui Lion Capital ha comprato Pittarosso nel 2014 da 21 Investimenti e Quadrivio sgr (si veda altro articolo di BeBeez). Allora la società era stata valutata circa 280 milioni di euro, cioé più di una volta il fatturato consolidato atteso per il 2014 e circa 10 volte l’ebitda (visto sui 28 milioni).
La vicenda della crisi di Pittarosso nei mesi scorsi si è intrecciata con quella del concorrente Scarpe&Scarpe (S&S), di cui pure PIllarstone Italy era il principale creditore sempre attraverso il fondo RSCT Fund. Nella nota in cui lo scorso settembre Pillarstone ha annunciato il suo ingresso nel capitale della catena S&S (si veda altro articolo di BeBeez), a valle dell’omologa del concordato preventivo lo scorso luglio da parte del Tribunale di Torino (si veda altro articolo di BeBeez), si leggeva infatti: “In un mercato che ha sofferto terribilmente negli ultimi anni e che sta affrontando le sfide di uno scenario macroeconomico molto incerto, Scarpe & Scarpe si propone anche come centro di aggregazione di altre catene di distribuzione orientate alla stessa clientela, a partire da Pittarosso, che sta affrontando un percorso analogo a quello di Scarpe & Scarpe in concordato preventivo, nel quale il principale creditore è RSCT dopo aver rilevato i crediti di un pool di banche con l’obiettivo di diventarne azionista di controllo”. Peraltro già nella Memoria di modifica del piano concordatario di Scarpe&Scarpe (disponibile per gli abbonati a BeBeez News Premium e BeBeez Private Data), era stato specificato a pag. 54 che “RSCT ha segnalato la propria intenzione di supportare l’operazione di ristrutturazione del cd. ‘Gruppo Scarpe & Scarpe’ (vale a dire, della società e della sua controllante SAGI Holding), preannunciando la propria intenzione di implementare successivamente eventuali sinergie con la società Pittarosso spa”. Non a caso, nuovo amministratore delegato di Scarpe&Scarpe è stato nominato Marcello Pace, già ceo di Pittarosso,