Si è concluso positivamente l’aumento di capitale da 51 milioni di euro complessivi di Trevi Finanziaria Industriale spa (Trevifin), gruppo di ingegneria del sottosuolo quotato a Piazza Affari, avviato lo scorso 19 dicembre (si veda altro articolo di BeBeez), dopo che il 30 novembre è stato sottoscritto l’accordo sul piano di risanamento del gruppo con i principali creditori finanziari (si veda altro articolo di BeBeez).
L’operazione (si veda qui comunicato stampa e qui la presentazione agli investitori) è stata condotta come previsto in due fasi. Da un lato un aumento di capitale in opzione sottoscritto per 25 milioni di euro in contanti dai due principali soci CDP Equity e Polaris Capital (insieme per 17 milioni) e da altri azionisti (per i restanti 8 millioni). Dall’altro lato sono stati convertiti a capitale per 26,1 milioni di euro crediti finanziari vantati nei confronti della società, secondo un rapporto di conversione del credito in capitale di 1,25 Il tutto nel quadro di una più complessa manovra finanziaria, che prevede anche:
- la subordinazione e postergazione sino al 30 giugno 2027 di una porzione del debito bancario fino a 40 milioni;
- l’estensione della scadenza finale dell’indebitamento a medio-lungo termine sino al 31 dicembre 2026, con introduzione di un piano di ammortamento a partire dal 2023;
- la concessione/conferma di linee di credito per firma a supporto dell’esecuzione del nuovo piano;
la revisione dei parametri finanziari in linea con gli obiettivi del piano; - l’estensione al 2026 della scadenza del prestito obbligazionario emesso da TreviFin nel 2014 per 50 milioni di euro.
Obiettivo dell’operazione, ricorda la nota diffusa dalla società, è “superare la situazione di crisi e di incertezza in merito alla continuità aziendale”, nonché di mettere il gruppo “nelle condizioni di poter raggiungere i target previsti dal Piano Consolidato 2022-2026”.
Ricordiamo, peraltro che già nel 2020, sempre per riequilibrare la situazione finanziaria, il gruppo aveva chiuso un aumento di capitale da 150 milioni di euro a seguito del quale gli azionisti di maggioranza relativa erano divenute le banche creditrici, con il 37,2%, seguite dall’allora FSI Investimenti (oggi CDP Equity Investimenti, parte del gruppo Cdp Equity) con il 25,7% e a Polaris Capital Management (con il 24,1%), mentre era uscita di scena lo storico azionista di controllo, la famiglia Trevisani (si veda altro articolo di BeBeez).
Obiettivo della manovra è consentire a Trevi di raggiungere i target finanziari inseriti nel già citato piano 2022-2026 e che prevedono una crescita dei ricavi nel periodo di riferimento (2026) in media (CAGR) del 5%, una marginalità, rappresentata dall’ebitda ricorrente, che passi progressivamente dal 10% circa atteso nel 2022 al 13% alla fine del piano, e una generazione di cassa che, unitamente al rafforzamento patrimoniale previsto nella manovra finanziaria possa portare sotto alla soglia delle due volte il multiplo posizione finanziaria netta/ebitda ricorrente.
Tutto questo s’inserisce in un contesto che vede, al 30 giugno scorso, ordini acquisiti per 391,3 milioni di Euro, in aumento del 22% rispetto ai 319,5 milioni del primo semestre 2022, ricavi del semestre in aumento del 9% a 236,1 milioni dai 216,5 milioni del giugno 2021, e un ebitda ricorrente di 23,1 milioni (+15% su base annua). La perdita netta è migliorata a 19,8 milioni in confronto a un rosso di 29,2 milioni dello stesso periodo dello scorso anno, mentre la posizione finanziaria netta totale è aumentata a 274,6 milioni da 251,8 milioni di fine 2021 (si veda qui la Relazione semestrale al 30 giugno).