Su Biova Project, un progetto di economia circolare che trasforma il pane invenduto in birra artigianale, ha deciso di investire Agrofood BIC (Business Innovation Center), polo di innovazione aperta multi-azienda che dal gennaio 2019 opera su scala nazionale e internazionale per cogliere e valorizzare opportunità di business (si veda qui il comunicato stampa).
In pochi giorni la campagna di equity crowdfunding aperta da Biova Project su Mamacrowd ha quasi raggiunto i 480 mila euro, grazie al contributo di 74 investitori (con Agrofood BIC che ha investito 100 mila euro e altri 100 mila Arafin srl), superando l’obiettivo minimo di 400 mila euro e puntando al target massimo di 1,64 milioni. Il tutto sulla base di una valutazione pre-money di 6 milioni.
Nata nel 2019 da un’idea di Franco Dipetro ed Emanuela Barbano, la startup ha da allora superato due programmi di incubazione, in Social Fare e in I3P (l’Incubatore del Politecnico di Torino), ha partecipato a B Heroes e ha raccolto dalla fondazione circa 800 mila di capitali da investitori privati.
Biova Project fonda il proprio business su un’idea precisa: salvare enormi quantitativi di pane, pasta, riso, frutta e verdura invenduti dall’inevitabile spreco e trasformarli in nuovi prodotti dall’alto valore aggiunto. L’azienda, in altre parole, lotta contro lo spreco alimentare promuovendo economia circolare e up-cycling. Offre anche un servizio di recupero degli invenduti e sottoprodotti di lavorazione per le aziende. E anche la strategia commerciale è innovativa: perché chi ha fornito l’invenduto diventa un canale di vendita esso stesso.
Biova Project, che da giugno è una B Corp, certificata ISO 22000, usa almeno il 30% di materia secondaria per produrre la propria gamma di birre contro lo spreco e gli snack, nati dal recupero dei surplus della produzione. Ha sviluppato anche tecnologie e ricette proprietarie, opera su tutto il territorio nazionale e in collaborazione con molti attori della filiera agroalimentare e proprio in questa direzione si potranno attivare con alcuni dei soci dell’acceleratore importanti partnership dirette a salvare materia prima evitando spreco e a immettere sul mercato nuovi prodotti. Oggi ha collaborazioni sia sul fronte del mercato retailer (Coop Nord Ovest, Carrefour, Cortilia, Ikea) sia sul fronte del mercato horeca (Capatoast). Fino ad arrivare a catene alberghiere come Melià, Mandarin Oriental, Nh, Radisson. La gamma di birre ‘ecosostenibili’ ora conta sette referenze, quattro da pane recuperato, due da rotture di pasta e una da riso (per il senza glutine).
Dalle trebbie, cioè quello che rimane come sottoprodotto della birrificazione, Biova ha poi creato Ri-Snack, e sta lavorando allo sviluppo di un nuovo tipo di pasta.
Con questa campagna di equity crowdfunding Biova Project intende “ampliare la propria capacità di recuperare e trasformare invenduti costruendo nuovi centri di trattamento e logistica (Surplus Treatment Unit), inventare e sviluppare nuovi prodotti da economia circolare (in pipeline c’è uno snack dolce, un soft drink e una gamma di creme spalmabili) e aumentare la propria consapevolezza attraverso una campagna pubblicitaria multicanale”. Intanto il giro d’affari del primo quadrimestre 2023 ha già registrato una crescita del 270% rispetto al 2022, anno in cui l’azienda ha fatturato circa 200 mila euro.
“Ogni anno in Europa 931 milioni di tonnellate di cibo vengono gettate: 158,27 milioni di tonnellate derivano da pane, pasticceria e cibisecchi. Noi ridiamo vita agli alimenti inutilizzati trasformando gli scarti in nuove materie prime con cui creare birre, snack e altro”, ha detto Dipietro, ceo e fondatore di Biova Project, che ha aggiunto: “La partnership con Agrofood BIC è per noi della massima rilevanza. Rappresenta infatti un’ottima opportunità per valorizzare i nostri asset e cominciare un percorso di open innovation con aziende leader del nostro settore. Le sinergie possibili sono moltissime e avremo molto da condividere, imparare e sperimentare insieme”.
“Questa partnership si tradurrà in nuovi percorsi produttivi in grado di coniugare innovazione scientifica e consolidate competenze agroalimentari, con l’obiettivo di generare prodotti frutto di economia circolare di valore per il benessere delle persone, in un’ottica di massima ecosostenibilità. Le aziende alimentari socie di Agrofood BIC potranno investigare collaborazioni dirette in virtù dei patti parasociali che legano le aziende all’acceleratore e la start-up Biova potrà beneficiare di un valore aggiunto quasi unico dato dalla possibilità di poter lavorare avendo a disposizione una gamma molto ampia di prodotti alimentari”, ha dichiarato il presidente di Agrofood BIC, Riccardo Piaggi.