Questa volta sul progetto di ipo Forever Bambù sembra fare sul serio. La società ha infatti nominato cfo Antonio Quintino Chieffo, ceo di AC Finance, con il compito di occuparsi del processo (si veda qui il comunicato stampa). La startup aveva annunciato già un anno e mezzo fa l’intenzione di quotarsi, a conclusione dell’ennesima campagna di equity crowdfunding di successo a fine dicembre 2020 (si veda altro articolo di BeBeez).
Forever Bambù Holding srl, con sede a Cernusco sul Naviglio (Milano), fondata da Emanuele Rissone nel 2014, ha l’obiettivo di creare foreste di bambù gigante in tutte le regioni d’Italia, per poi utilizzare il prodotto a fini industriali e alimentari.
Forever Bambù riunisce oggi 29 società agricole di cui 7 startup innovative per 200 ettari di proprietà, con la partecipazione di oltre 1500 soci provenienti da tutta Europa. Ognuna delle prime 26 società create è proprietaria di un terreno che va da 2,5 a 15 ettari di estensione destinati a bambuseto. Con Forever Bambù 27 e 28 il progetto si è ampliato di ben 42 ettari e con la nuova società Forever Bambù 29 si raggiungeranno addirittura i 193 ettari di proprietà. La quarta tranche di raccolta per Forever Bambù 29 si è chiusa a inizio giugno con 1,255 milioni di euro di raccolta nella campagna di equity crowdfunding su Opstart.
Nel 2017 è stata costituita la Forever Bambù Holding srl che ne armonizza l’intera attività industriale e commerciale e nel 2020 è stato avviato il processo di fusione via via di tutte le società del gruppo all’interno di Forever Bambù srl Maxi. Alla fine del processo nascerà Forever Bambù spa, con i soci delle società agricole che, dopo la fusione, si troveranno quindi a esserne azionisti.
“Abbiamo creato la prima maxi srl del gruppo che raccoglie quasi tutte le aziende del gruppo. Con il Cda stiamo pensando alla quotazione in Borsa”, ha infatti detto Rissone.
Il bambù rappresenta infatti un materiale sostenibile al 100% che trova innumerevoli applicazioni.
Dall’edilizia al mercato agroalimentare, dal settore tessile al design, la sua resistenza, versatilità e leggerezza ne fanno il perfetto sostituto dell’inquinante plastica. Ma l’aspetto forse più interessante del bambù gigante è la sua capacità di assorbire CO2 in quantità sette volte maggiori rispetto a quanto farebbe una foresta o bosco tradizionale, purificando l’aria che respiriamo e generando benefici duraturi nel tempo. La società è l’unica in Italia ad aver ricevuto la certificazione Demeter per quanto riguarda la coltivazione di bambù e la produzione dei prodotti derivati.