L’Orto di Jack srl, operatore digitale e omnichannel della distribuzione di ortofrutta, ha superato il limite massimo di raccolta fissato per la seconda campagna di equity crowdfunding dell’anno condotta su Mamacrowd. A oggi, infatti, quando ancora manca una ventina di giorni al termine della campagna, sono stati raccolti oltre 1,755 milioni di euro rispetto a un target massimo di 1,741 milioni, sulla base di una valutazione pre-money di 6,85 milioni di euro.
A trainare la raccolta, secondo quanto risulta a BeBeez, è stato l’investimento da un milione di euro condotto dal fondo ALIcrowd, primo Eltif italiano di venture capital che utilizza anche il crowdfunding per ricercare le aziende oggetto di investimento, istituito da Azimut Investments SA e gestito in delega da Azimut Libera Impresa sgr.
La raccolta su Mamacrowd fa parte di un round più ampio da 2,5 milioni di euro complessivi, che ha già visto la sottoscrizione di altri circa 700 mila euro da parte di altri investitori privati. Tra i nuovi investitori si contano per esempio Giuseppe Turri (ex partner di Clessidra sgr), Giada Reina (azionista di riferimento di Vetrobalsamo spa), i fondatori della catena di pasta restaurant miscusi Alberto Cartasegna, Filippo Mottolese eAndrea Galassi; Marco Marianelli (principal di Onex Partners), Tommaso Loreto (ex Blackstone) e Marco Ogliengo (cofondatore di ProntoPro).
Ricordiamo che l’Orto di Jack aveva chiuso la campagna precedente la scorsa primavera semper su Mamacrowd, con una raccolta di 659 mila euro, poco meno del target massimo di 699 mila euro, sulla base di una valutazione pre-money che era invece di 4,5 milioni (si veda altro articolo di BeBeez). Il round però alla fine è stato completato off-line per una raccolta complessiva di 800 mila euro.
La precedente campagna aveva incassato l’adesione di Paolo De Nadai (fondatore di OneDay group, fabbrica di business & community, holding tra l’altro di ScuolaZoo, che ha raggiunto i 49 milioni di ricavi complessivi a fine 2020) e di Paolo Giacalone (Head of Marketplace Europe per Reckitt che seguirà lo sviluppo del canale e-commerce di L’Orto di Jack).
Questi investitori si affiancano a quelli dell’ultimo round, precedente alla prima campagna. Tra questi ultimi ci sono Mattia Riva (ceo di Oneday Group), Vanni Bombonato (founder della catena di ristoranti That’s Vapore), Mattia Beda (marketing director del gruppo quotato di distribuzione ortofrutticola Orsero) e TopLog srl (di cui sono soci Max Catanese e Pier Giraudi, che hanno recentemente ceduto Almax, uno dei principali produttori di manichini al mondo a un fondo small cap), e Andrea Catanese (ceo e founder della società di trading petrolifero Bitubulk).
L’Orto di Jack era stata fondata a fine 2017 da Giuseppe Carciati e Giacomo Messina, originariamente come grossista di ortofrutta e poi trasformata radicalmente in un operatore digitale e omnichannel del settore, da quando nel 2019 sono entrati nel capitale i due nuovi soci Alessandro Della Nina (vice president presso Oaktree Capital Management a Londra) e Arturo Casale (imprenditore della ristorazione milanese), attraverso il loro veicolo di investimento ACDN srl. In precedenza la startup aveva raccolto un round pre-seed da alcuni investitori privati (Silvano Della Nina, Fabio Marinsalta, Fabio Iandolo, Mauro Ceresa). La società nei suoi primi due round aveva raccolto circa 550 mila euro.
L’Orto di Jack è un operatore in grado di gestire completamente la distribuzione di ortofrutta dai produttori al singolo ristorante, con focus sulle catene, che cercano soprattutto affidabilità nella gestione dell’approvvigionamento e della logistica in un rapporto a lungo termine. A differenza dei semplici marketplace, la piattaforma de L’Orto di Jack controlla tutta la catena del valore, comprese le politiche commerciali, l’approvvigionamento e il magazzino. Ma non è tutto qui. La piattaforma permette ai clienti ristoratori di gestire digitalmente anche le proprie liste di acquisto, i margini e così via.
L’Orto di Jack ha chiuso il 2020 con più di 2 milioni di euro di ricavi, il doppio del 2019 e il quadruplo del 2018. Il 2021 chiuderà con ricavi sopra i 4 milioni e per il 2022 le proiezioni sono addirittura a 14 milioni. Nell’ultima parte dell’anno, infatti, la startup ha registrato in media ricavi di 600 mila euro al mese, mentre a inizio anno la media era di 200 mila euro. Quanto al break-even non è molto lontano: gli ultimi mesi sono stati in utile.
A inizio 2021 il progetto ha completato l’omnicanalità, aprendo il primo punto vendita fisico retail che serve anche come punto di appoggio per la logistica B2B e B2C. Negli ultimi mesi, invece, la startup ha comprato tre punti vendita fisici a Milano e sono in programma altre 13 acquisizioni tra Milano e provincia nel 2022. I punti vendita fisici verranno tutti rebrandizzati L’Orto di Jack e continueranno a essere gestiti dai precedenti gestori, con la differenza che il procurement verrà centralizzato utilizzando la piattaforma digitale sviluppata dalla startup.