Tiene nel complesso la finanza alternativa in Italia nei 12 mesi che si sono conclusi a fine giugno 2022, ma alcuni segmenti perdono terreno, come l’equity crowdfunding, a vantaggio di altri, come i minibond. Emerge dall’ultimo quaderno di ricerca sulla finanza alternativa per le PMI in Italia, redatto dal Prof. Giancarlo Giudici, docente ordinario della School of Management del Politecnico di Milano e Direttore Scientifico dell’Osservatorio Crowdinvesting. Il quaderno verrà presentato questa mattina a Milano in occasione dell’Alt-Finance Day – La giornata della Finanza Alternativa, organizzato da Innexta, in collaborazione con Unioncamere, Camera di commercio Milano Monza Brianza Lodi e School of Management del Politecnico di Milano, di cui BeBeez è media partner (si veda altro articolo di BeBeez, per informazioni e iscrizioni, clicca qui).
Il rapporto prende come sempre in considerazione sette forme di finanza alternativa al credito bancario: minibond; crowdfunding; invoice trading; direct lending; ICOs; private equity e venture capital; e quotazione in borsa su listini specifici per le pmi, come Euronext Growth Milan.
I dati del Politecnico sono ancora top secret ma ricordiamo che nel primo semestre dell’anno si è registrato un grande balzo degli investimenti e dei disinvestimenti per gli operatori di private equity e venture capital in Italia, a quota 10,9 miliardi di euro, in crescita del 139% rispetto ai 4,6 miliardi del primo semestre del 2021. Emerge dall’ultima survey sul mercato italiano del private equity e del venture capital condotta da AIFI in collaborazione con PwC, presentata lo scorso settembre (si veda altro articolo di BeBeez). Si tratta del valore più alto mai raggiunto in un semestre nel mercato italiano. Il dato è tuttavia fortemente influenzato da alcune operazioni di dimensioni particolarmente elevate. Un trend, quest’ultimo, che emergeva già dal Report di BeBeez sui primi sei mesi di private equity 2022 (pubblicato lo scorso agosto e disponibile per gli abbonati a BeBeez News Premium e BeBeez Private Data). Il report indicava infatti che a fine giugno infatti si era già raggiunto un numero di operazioni pari a poco meno del 50% di tutto il 2021, cioè ben 244 deal tra investimenti e disinvestimenti, contro i 497 di tutto l’anno scorso e i 236 deal dei primi sei mesi 2021, anno che aveva registrato un vero e proprio boom di attività, con un aumento di oltre il 38% nel numero delle operazioni annunciate rispetto alle 360 del 2020 (si veda qui il Report di BeBeez Private Equity 2021). Quanto al valore delle operazioni, nel primo semestre dell’anno sono state 17 quelle su aziende con enterprise value di almeno 500 milioni di euro che hanno avuto per protagoniste aziende italiane e dove a passare di mano è stato almeno il 15% del capitale delle società target. Di questi, 10 deal hanno riguardato aziende con un EV di almeno un miliardo.
Quanto al venture capital BeBeez ha mappato nel terzo trimestre dell’anno ben 80 round raccolti da startup o scaleup di matrice italiana (tra equity e venture debt, escluse le cartolarizzazioni, si veda qui il Report Venture Capital Q3 2022 di BeBeez, disponibile agli abbonati di BeBeez News Premium e BeBeez Private Data) per un valore complessivo di oltre un miliardo di euro, dopo poco più di 1,3 miliardi di euro nei primi sei mesi e dopo un secondo trimestre che aveva segnato un rallentamento con solo circa 550 milioni raccolti su 120 round (si veda qui il Report Venture Capital Q2 2022 di BeBeez), mentre il primo trimestre aveva visto 755 milioni raccolti e 104 round di investimento (si veda qui il Report Venture Capital Q1 2022 di BeBeez). Ricordiamo invece che la raccolta nel 2021 era stata quasi di 2,9 miliardi, spalmata su 535 round (si veda qui il Report Venture Capital 2021 di BeBeez).
Il mercato del private debt italiano nei primi 8 mesi del 2022 ha invece registrato una frenata, a quota 13,4 miliardi di euro (si veda qui il Report di BeBeez su 8 mesi di Private Debt e Direct lending 2022), quindi la metà dei 26 miliardi di euro di investimenti del 2021, anno in cui si era registrato un vero e proprio boom di attività (si veda qui il Report di BeBeez su Private Debt e Direct lending 2021), contro i 13,1 miliardi di euro di operazioni in tutto il 2020 (si veda qui il Report di BeBeez su Private Debt e Direct lending 2020), quando pure si era registrato un chiaro aumento nella dimensione del mercato, dai poco meno di 12,2 miliardi di euro del 2019 (si veda qui il Report di BeBeez su Private Debt e Direct lending 2019). E se anche si considerano anche gli acquisti di crediti deteriorati corporate, il conto del 2022 resta a 15,6 miliardi, mentre in tutto il 2021 si era arrivati a superare addirittura i 29 miliardi (si veda qui il Report NPL e altri crediti deteriorati 2021). I dati aggregati nascondono però dinamiche molto diverse a seconda dei vari segmenti. In particolare, per esempio, tra gennaio e agosto si è registrato un interesse crescente sul fronte dei minibond, cioè sulle emissioni di piccole dimensioni, sino a un massimo di 50 milioni: nei primi otto mesi dell’anno si sono registrate infatti emissioni di minibond per circa 660 milioni di euro spalmati su 144 emissioni, contro i circa 1,1 miliardi di tutto il 2021 su 197 emissioni, compresi nel conto i minibond sottostanti ai basket bond.
Sul fronte della raccolta intermediata infine dalle piattaforme fintech, BeBeez, ha calcolato che tra gennaio e giugno 2022 le piattaforme fintech di lending alle pmi hanno intermediato oltre 2,8 miliardi di euro di crediti, nella stragrande maggioranza dei casi sottoforma di note di cartolarizzazione. Un dato, questo, che si confronta con i 3,3 miliardi intermediati nel 2021 e che porta il totale intermediato dalle piattaforme di lending a circa 11 miliardi di euro (si veda qui il Report su 6 mesi di fintech di BeBeez).
A questi numeri, per avere un’idea completa della portata del fintech in termini di impatto sull’economia, vanno aggiunti i capitali intermediati dalle piattaforme di equity crowdfunding, comprese le campagne di veicoli di investimento e di progetti immobiliari, che, secondo il database di CrowdfundingBuzz, portano il dato dei sei mesi 2022 a quasi 2,9 miliardi dai 3,5 miliardi del 2021. Più nel dettaglio, nei sei mesi le piattaforme di equity crowdfunding hanno raccolto 53,78 milioni di euro, contro i 172 milioni di tutto il 2021, indicando un rallentamento dell’attività, che poi si è confermato nei mesi successivi: secondo i calcoli di CrowdfundingBuzz, infatti, tra gennaio e settembre le piattaforme hanno raccolto soltanto un totale di 112 milioni di euro, sempre includendo anche veicoli di investimento e le piattaforme immobiliari, che da parte loro hanno invece indicato un trend in crescita con una raccolta superiore ai 41 milioni e che a oggi ha quindi sostanzialmente raggiunto quella dell’intero 2021.
A proposito di crowdfunding, sottolineiamo che nel Report che sarà presentato oggi dal Politecnico viene fatto un focus anche sulla raccolta condotta da pmi italiane su piattaforme che ospitano campagne reward-based italiane e internazionali, per le quali è stata calcolata una raccolta di 2,8 milioni di euro complessivi nel primo semestre 2022 dopo i 2,1 milioni raccolti nel secondo semestre 2021 e i 3,2 milioni del primo semestre 2021. Il tutto a fronte di singole raccolte di dimensioni molto piccole.