Sono circa 60.000 gli immobili andati in asta giudiziaria nel secondo quadrimestre del 2022, secondo quanto mostrato dall’ultima analisi di Cherry Brick, braccio operativo nell’immobiliare, nato lo scorso gennaio, dell’universo tecnologico di Cherry Srl, a sua volta startup fintech di cui l’ex ad di Banca Ifis Giovanni Bossi è cofondatore. Il dato è in calo del 14%, se paragonato ai primi quattro mesi dell’anno (si veda altro articolo di BeBeez), per un valore complessivo dell’offerta minima di partenza pari a 9,5 miliardi di euro, che corrisponde a una diminuzione del 17% rispetto al primo quadrimestre di quest’anno (si veda qui il comunicato stampa).
La Lombardia, secondo lo studio, è la regione italiana con il maggior numero di lotti messi all’asta, 8.309, mentre Roma, con 1.319, è la prima città, più di Milano dove invece sono stati 1.694. In entrambe le città si è registrato un calo delle vendite pubbliche rispettivamente del 10% e del 20% rispetto al primo quadrimestre dell’anno.
I numeri di Cherry Brick trovano riscontro anche in altre ricerche di settore: secondo lo studio del Centro Studi AstaSy Analytics di NPLs RE_Solutions, società controllata da RINA Prime Value Services (la controllata del gruppo RINA che si occupa di Real Estate), nei primi sei mesi del 2022 in Italia sono stati 77.656 gli immobili andati in asta giudiziaria, un dato tutto sommato in linea con i 77.000 asset dello stesso periodo del 2021 (si veda qui il rapporto del primo semestre del 2021) e i 126.083 della fine dello scorso anno. Il valore complessivo dell’offerta minima di partenza è risultato superiore a 11,1 miliardi di euro, mentre il valore medio dei beni posti in asta è stato di circa 143 mila euro (si veda altro articolo di BeBeez).
Un’altra ricerca, redatta invece da Reviva, prima startup in Italia specializzata nella vivacizzazione delle aste immobiliari, fondata da Ivano De Natale e Giulio Licenza, ha segnalato come nel primo semestre 2022 ci siano state 108.137 aste in tutta in Italia, (dato basato sugli esperimenti d’asta) in aumento del 16,1% rispetto allo stesso periodo del 2021, anche se ancora in flessione del 17,5% rispetto al 2019. Un andamento che ricorda da vicino quello del primo trimestre dell’anno, ma che denota anche un pur lieve rallentamento rispetto ai primi tre mesi del 2022, periodo in cui le aste sono state 52.627, con una crescita del 17,7% rispetto al primo trimestre 2021, e in flessione del 10% , quindi meno marcata, rispetto allo stesso periodo del 2019 (si veda altro articolo di BeBeez).
Tornando alle ultime rilevazioni dell’osservatorio di Cherry Brick, i lotti messi all’asta da maggio ad agosto di quest’anno fanno riferimento, per il 57%, a immobili di tipo residenziale mentre uno su cinque è commerciale e il 3% appartiene alla tipologia industriale e il restante 20% ad altre categorie. A livello regionale, in Lombardia è concentrato il 14% degli immobili, 8.309, seguita da Sicilia (7.142) e Lazio (5.808). A livello macro-territoriale, invece, il 25% è localizzato in Centro Italia, il 13% nel Nord Est e il 17% nelle Isole. Tra le città, Roma è la prima per numero di beni andati all’asta, 1319, valore pari a quasi due volte e mezzo quello della seconda, Napoli (550), e tre volte la terza, Catania (443).
Guardando alle basi d’asta, il prezzo medio calcolato tra maggio e settembre ammonta a 160.000 euro, in diminuzione del 3% rispetto al valore del primo quadrimestre. In particolare, in questa seconda parte del 2022 è calata la base d’asta media degli immobili residenziali, pari a 128.000 euro, e degli impianti sportivi, pari a 578.000 mila euro, entrambe in calo di circa il 9%; in linea con il primo quadrimestre la base d’asta media degli immobili industriali (631.000 euro), mentre quella degli immobili commerciali, pari a 180.000 euro, hanno registrato un aumento del 4%. A livello regionale, nel Lazio sono localizzati i lotti con valore minimo d’asta più elevato, pari a 277.000 euro (valore tuttavia in calo di oltre il 22% rispetto a quello registrato nei primi quattro mesi del 2022). Tra le regioni con valori più bassi, agli ultimi tre posti della figurano invece Piemonte (91.000 euro), Calabria (112.000 euro) e Sicilia (116.000 euro).
Per quanto riguarda le nuove aste, nel secondo quadrimestre del 2022 sono stati pubblicati nel Portale Vendite Pubbliche nuovi avvisi d’asta per oltre 55.000 lotti, in calo del 30% rispetto al numero di pubblicazioni censite nei primi quattro mesi dell’anno. Il 14% degli immobili è localizzato in Lombardia, l’11% in Sicilia e nel Lazio, mentre a livello territoriale la maggior concentrazione è nel Centro Italia (25%), seguito da Nord Ovest e Sud (23%), Isole (17%) e Nordest (12%). Tra le città, invece, Roma è la prima in Italia per numero di immobili oggetto di nuovo avviso d’asta, 1680, in leggero aumento rispetto a inizio anno (+6%); seguono Catania (376) e Palermo (361).
Cherry Brick, acronimo di Bright RealEstate Investment Credit KnowHow, è nata nel gennaio 2022 da un’idea dell’omonina startup Cherry Srl, startup fintech che supporta gli operatori del mercato del credito attraverso soluzioni di intelligenza artificiale, in grado di analizzare in pochi secondi portafogli di crediti deteriorati e raccordare tutte le informazioni utili a valorizzarne al meglio le posizioni. “Partendo dalla nostra esperienza nel settore del credito, in particolare di quello distressed, maturata in due anni di attività, abbiamo sviluppato una soluzione, Cherry Brick appunto, che consente di monitorare gli immobili all’asta di maggior interesse secondo specifici parametri indicati dall’investitore”, ha spiegato lo scorso gennaio Antonello Fodde, Tech Lead di Cherry (si veda qui il comunicato stampa di allora).
Quanto a Cherry Sea, si tratta dell’osservatorio sulla giusitizia fallimentare che lo scorso febbraio ha pubblicato uno studio sulle pratiche aperte nei tribunali fallimentari italiani nel 2021, aumentate dell’8% rispetto al 2020, mentre è diminuito del 6% il volume delle procedure arretrate rispetto all’anno precedente. L’anno scorso sono state aperte 8.124 pratiche, un dato ancora al di sotto dei valori pre-Covid: nel 2019 le nuove procedure erano state 11 mila. Lo stock in tutta Italia ammontava invece a 72.566 procedimenti, in diminuzione del 6% rispetto all’anno precedente, variazione in linea con quelle registrate negli ultimi anni (si veda altro articolo di BeBeez).