Si chiama Elviria ed è una innovativa piattaforma di investimenti alternativi che è appena sbarcata sul mercato dalla Svizzera e che si rivolge con la logica del crowdfunding, non al classico crowd, bensì a investitori istituzionali, tipicamente operatori di private equity e venture capital, family office, private bank e investitori professionali, che potranno investire acquisendo token rappresentativi delle quote di diversi progetti, per custodirli successivamente nel loro wallet digitale, in modo da garantire una certa liquidità all’investimento.
La tecnologia blockchain sviluppata da Elviria permette infatti di tokenizzare fondi di investimento, commodity, capitale di società, ma anche opere d’arte e immobili, in modo che i token, una volta emessi, possano poi essere negoziati sia su tutte le principali piattaforme centralizzate e non sia in transazioni OTC.
Il mercato italiano è ritenuto strategico dal team di Elviria per la parte di origination di startup, private equity e m&a per la quale Elviria è già operativa dal 1° settembre per l’analisi preliminare di potenziali progetti scalabili a livello internazionale. L’investment focus da un punto di vista settoriale è su 4 aree: il fintech, luxury & made in italy, technology e med/healtcare.
In ogni caso, sebbene il concetto di tokenizzazione inizi a essere considerato anche dagli investitori istituzionali italiani tradizionali (sull’utilizzo dei token in Italia si veda altro articolo di BeBeez, per un approfondimento sulla finanza decentralizzata si veda questo articolo di BeBeez), è vero che siamo ancora agli inizi di questo mercato e per questo motivo gli investimenti proposti da Elveria potranno essere condotti anche con un approccio tradizionale, se il mondo dei token venisse reputato troppo lontano dalla normale logica di investimento degli interessati.
Lo ha raccontato a BeBeez il founder di Elviria Franco Mignemi, imprenditore con al suo attivo diversi investimenti nel mondo fintech e con una esperienza ventennale in ambito di asset protection, noto per essere stato cofounder nel 2015, insieme al socio Calors Sanchez, di Orwell Holdings Ltd, antesignana piattaforma londinese di sviluppo di infrastrutture di pagamento per banche che come proof-of-concept aveva lanciato la fintech Ipagoo. Mignemi era poi uscito dal capitale di Orwell nel 2018 a seguito dell’acquisto della quota di controllo da parte di una holding di investimento israeliana e prima che nel luglio 2019 Ipagoo fosse commissariata dalla FCA britannica per irregolarità riscontrate in un’altra partecipata degli israeliani. Ipagoo è stata poi acquisita da Chairmans Financial, società di venture capital britannica dedicata al mondo fintech.
Mignemi da allora si è dedicato a investimenti in startup tech e fintech, che ha poi convogliato sotto il controllo di Ephelia Capital, investment bank di diritto svizzero, parte del gruppo britannico Ephelia Global Services Ltd da lui fondato nel 2020 e attivo nei servizi di gestione e protezione patrimoniale, e con sede in cinque giurisdizioni.
Non a caso i primi progetti proposti agli investitori da Elviria sono quelli nei quali ha investito negli anni corsi Ephelia, offrendo consulenza e continua assistenza sul fronte finanziario e organizzativo, in cambio di equity per un valore complessivo di circa 10 milioni di euro. Si tratta in particolare di due investimenti in commodities (oro e diamanti) e di tre investimenti in altrettante startup tech estere: Toonie, focalizzata nel supporto alle comunità locati e relativi negozi di prossimità, offrendo servizi di pagamento circolari e vouchering e che punta a una raccolta di un milione di dollari; Quid Global, ecosistema neozelandese dedicato alle pmi che offre business e banking tools, per cui Ephelia sta raccogliendo tramite Elviria 7 milioni di dollari; e ScholaTestori, società britannica attiva nel settore Home & Fashion Lifestyle, che cerca 3 milioni di dollari per la propria espansione tecnologica e territoriale. A questo si abbinano due offerte sulle commodity dove Elviria propone la tokenizzazione dell’oro e dei diamanti come bene rifugio in formato digitale.
Infine, sempre nel portafoglio di Ephelia, ma non presente su Elviria, c’è anche PortIT, una piattaforma tecnologica di sviluppo nelle soluzioni fintech. Tutte partecipazioni ora sono sul bilancio del gruppo, ma in prospettiva i prossimi investimenti potrebbero passare attraverso un veicolo di investimento ad hoc.
Di recente, infatti, Ephelia ha iniziato il processo di registrazione presso l’Autorità di Vigilanza del Lussemburgo di un veicolo d’investimento dedicato agli investimenti proposti sulla piattaforma Elviria e non solo, che sono destinati a moltiplicarsi anche grazie a partnership che Elviria sta stringendo con una serie di piattaforme sia italiane sia internazionali, prevedono la pubblicazione reciproca e il reciproco investimento nei progetti proposto dalle rispettive piattaforme.