Articolo pubblicato su BeBeez Magazine n.3 del 1° aprile 2023
“Nel corso del 2023 la nostra ambizione è un volume di operazioni superiore al miliardo di euro”. Lo ha detto Antonio Chicca, managing director di Azimut Direct e già socio di Epic sim, da cui la piattaforma fintech del gruppo Azimut ha avuto origine, quando nel luglio 2021 ha appunto conferito alla newco Azimut Direct il ramo d’azienda fintech e di strutturazione di attività di finanza alternativa, con Azimut che ha acquisito il 50,1% ed Epic il resto (si veda altro articolo di BeBeez). Da allora la crescita della piattaforma è stata esponenziale: nel 2021 i volumi transati erano stati 200 milioni di euro, ma nel 2022 si sono portati a 780 milioni e quest’anno appunto l’obiettivo è superare la soglia del miliardo di intermediato, soprattutto in operazioni di private debt (direct lending e minibond), ma anche di private equity e m&a.
Proprio per sostenere la crescente richiesta di risorse, incanalata dai circa 2000 consulenti finanziari di Azimut, il gruppo sta mettendo a punto un nuovo fondo di private debt, che dovrebbe essere operativo a breve. Ne aveva accennato Francesca Bartoli, responsabile analisi economiche di Azimut Direct, a inizio marzo in occasione del suo intervento al convegno di presentazione dei dati 2022 dell’Osservatorio minibond della School of Management del Politecnico di Milano, di cui BeBeez è stato unico media partner. Bartoli aveva anticipato che il fondo investirà sia in minibond sia in direct lending e che ha un obiettivo di raccolta di 250 milioni di euro e un cap massimo di 500 milioni. Il fondo, che sarà classificato ex art. 8 del Regolamento UE Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR), avrà focus di investimento sulle pmi e le small cap italiane che hanno una vocazione alla sostenibilità ambientale e sociale (si veda qui altro articolo di BeBeez e qui il video del convegno, h. 1.36-1.43).
Chicca ha spiegato così il successo del modello Azimut Direct: “Negli ultimi anni le aziende italiane, specialmente le pmi, hanno diversificato i canali di raccolta di capitali riducendo l’utilizzo del credito bancario, a vantaggio degli operatori specializzati soprattutto sui private markets, in grado di fornire capitali per lo sviluppo”. Ciò ha fatto sì che operatori come Azimut Direct siano oggi tra i nomi di riferimento di tante aziende quando si tratta di raccogliere risorse dal mercato, una platea che Azimut Direct intende estendere ulteriormente. “Il nostro insieme di riferimento sono le circa 10 mila aziende nella fascia di fatturato da 10 a 500 milioni”, ha aggiunto Chicca. Certo il repentino aumento dei tassi rappresenta una sfida per i mercati, ma in proposito lo stesso Chicca è fiducioso: “In termini relativi, rispetto ai canali tradizionali, la competitività degli specialisti dei private debt è oggi significativamente migliorata. In aggiunta, Azimut Direct si è attrezzata per potenziare i servizi offerti in ambito private equity, anticipando la crescente esigenza delle pmi italiane a rafforzare il proprio ambito patrimoniale”.