Intesa Sanpaolo ha annunciato ieri in serata l’avvio di un processo di vendita in accelerated book building riservata a investitori qualificati italiani e istituzionali esteri di azioni della paytech Nexi quotata a Piazza Affari fino a un massimo di circa 67 milioni di azioni, corrispondenti a circa il 5,1% del relativo capitale sociale, rappresentante l’intera partecipazione attualmente detenuta da Intesa Sanpaolo in Nexi, attraverso una procedura di accelerated bookbuilding (si veda qui il comunicato stampa). Intesa Sanpaolo (IMI – Corporate & Investment Banking), BofA Securities e JP Morgan agiscono in qualità di joint bookrunner per l’operazione.
La vendita non avrà riflessi sulla partnership strategica di lunga durata con Nexi, recentemente estesa al di fuori del perimetro nazionale, in corso di approvazione da parte delle competenti Autorità l’ampliamento dell’accordo anche in Croazia.
Se la vendita fosse stata perfezionata interamente al prezzo di chiusura dei titoli Nexi di ieri, cioé 9,76 euro, il gruppo bancario incasserebbe circa 653,9 milioni di euro, cioé sostanzialmente quanto pagato nel luglio 2020 per rilevare per 653 milioni di euro il 9,9% della paytech contestualmente all’acquisizione da parte di Nexi per un miliardo di euro delle attività di merchant acquiring del gruppo bancario guidato da Carlo Messina (si veda altro articolo di BeBeez), un’operazione che era stata annunciata nel dicembre 2019 (si veda altro articolo di BeBeez). Nel dettaglio, l’operazione era consistita nel trasferimento a Nexi del ramo aziendale di Intesa Sanpaolo relativo all’attività di acquiring allora svolta nei confronti di oltre 380 mila punti vendita, con Intesa Sanpaolo che aveva mantenuto la forza vendita dedicata all’acquisizione di nuovi clienti. L’accordo prevedeva inoltre la partnership di lunga durata di cui si è detto sopra e in cui Nexi è divenuta, nell’ambito dell’acquiring, il partner esclusivo di Intesa Sanpaolo e quest’ultima, mantenendo la relazione con la propria clientela, distribuisce i servizi di acquiring della PayTech.
Nel dettaglio, il trasferimento del ramo aziendale era avvenuto tramite conferimento a una controllata di Nexi. Intesa Sanpaolo aveva venduto a Nexi le azioni ricevute a fronte del conferimento e, con parte del corrispettivo, aveva acquistato da Mercury UK HoldCo Limited, allora socio di riferimento di Nexi, azioni di quest’ultima pari a una quota di partecipazione di Intesa Sanpaolo nel capitale sociale di Nexi appunto del 9,9%, come detto al prezzo di 653 milioni di euro.
Ricordiamo che a seguito della fusione per incorporazione in Nexi della danese Nets, il 1° luglio 2021 (si veda qui il comunicato stampa), con il reinvestimento in Nexi da parte dei fondi soci di Nets (Hellmann & Friedman, GIC, Bain Capital e Advent International), le quote di Intesa Sanpaolo e di Mercury UK in Nexi si erano poi ridotte, rispettivamente, al 6,359% e all’11,884%, mentre Hellmann&Friedman, con il fondo H&F VIII, era rimasta con la quota più alta (25,115%). L’azionariato si è poi ulteriormente evoluto in coincidenza con la fusione con la SIA, cui l’Agcm ha dato via libera nell’ottobre 2021 (si veda altro articolo di BeBeez). Il principale azionista di SIA era infatti CDP Equity, con l’82,8% affiancata da Poste Italiane con il 17,2%. A seguito della fusione, efficace da inizio 2022 (si veda qui il comunicato stampa), l’azionariato di Nexi oggi vede al primo posto ancora Hellmann & Friedman con il 19,9%, seguita da CDP Equity con il 13,6% e da Mercury UK con il 9,4%, mentre Intesa Sanpaolo è scesa appunto al 5,12%.
Nexi ha chiuso i nove mesi 2022 con 2,38 miliardi di euro di ricavi (+8,2% dai nove mesi 2021) e un ebitda di 1,161 miliardi (+16,5%). Il gruppo ha inoltre confermato la guidance di crescita per il 2022 con ricavi visti in aumento del 7-9% e l’ebitda in aumento del 13-16%. Quanto al debito finanziario netto si è portato a 5,24 miliardi di euro (da 5,14 miliardi a fine 2021), con un rapporto quindi PFN/ebitda a 3,3 volte (si veda qui il comunicato stampa e qui la presentazione agli analisti). Successivamente, a inizio di ottobre, il gruppo ha poi concluso un’offerta volontaria di acquisto sugli 825 milioni di euro di bond a cedola 1,75% e scadenza 2024 e sul bond da 1,05 miliardi cedola 1,625% a scadenza 2026. L’offerta, che si era aperta a fine settembre, si è conclusa con un totale nominale di bond apportati all’offerta e accettati per 472,9 miliardi di euro e un esborso complessivo di 450 milioni (si veda qui il comunicato stampa).