“Abbiamo presentato una proposta di regulatory sandbox per il fintech”. Così Giulio Centemero, deputato della Lega e membro della Commissione Finanze alla Camera dei Deputati, alla platea di Lease2019, la seconda edizione del salone del leasing e del noleggio, che si chiuderà oggi a Milano e che ieri ha dedicato tutta una mattina a parlare di fintech. “In passato molte società nate in Italia ma poi sono andate a Londra per crescere, come ad esempio Moneyfarm. La tecnologia va più veloce del nostro sistema di civil law”, ha ricordato Centemero.
La sandbox è letteralmente il “recinto della sabbia” dei parchi giochi per bambini e la locuzione è entrata nel gergo fintech per indicare uno spazio dove le startup possono sperimentare in sicurezza i loro prodotti innovativi per un periodo di tempo limitato e con un numero limitato di clienti, senza dover sottostare alle regole stringenti a cui sono sottoposti
gli operatori del credito tradizionali.
Il disegno di legge 1673, intitolato “Istituzione del Comitato interministeriale per l’economia digitale nel settore bancario, finanziario e amministrativo nonché disposizioni in materia di esercizio delle funzioni regolatorie“, è stato presentato il 14 marzo 2019 e annunciato alla Camera nella seduta del 15 marzo 2019.
Il testo, che non è ancora stato caricato sul sito della Camera, ricalca quello dell’emendamento proposto a fine 2017 alla Legge di Bilancio sullo stesso tema da Sebastiano Barbanti, allora deputato PD. L’emendamento era stato poi approvato dalla Commissione Finanze della Camera, ma poi in aula era passato soltanto in una parte, cioé quella dove proponeva per interessi e capital gain derivanti da investimenti in prestiti erogati da privati a privati e imprese tramite piattaforme fintech, la medesima tassazione applicata oggi ai redditi degli strumenti finanziari e quindi un’aliquota del 26% e non più l’aliquota marginale applicata ai redditi personali (si veda altro articolo di BeBeez).
Quelle modifiche normative erano state chieste a gran voce da tutti i protagonisti del fintech italiano ed erano temi che erano stati sollevati da AssoFintech in occasione dell’audizione alla Camera nel novembre 2017 nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul fintech (si veda altro articolo di BeBeez).
In particolare Assofintech aveva sottolineato in audizione che nel Regno Unito e in parecchi altri paesi nel mondo sono previste deroghe normative e regolamentari per le startup che ne facciano richiesta per testare per un periodo limitato i propri prodotti e servizi in un ambiente protetto, senza dover condurre preventivamente importanti investimenti solo per adeguarsi alle norme. Il tema era già stato sollevato nel corso del dibattito tra autorità e addetti ai lavori nell’ottobre 2017, in occasione dell’inaugurazione del Fintech District a Milano (si veda altro articolo di BeBeez).
Secondo quanto riferisce la testata Policy Maker, il disegno di legge presentato ora da Centemero consta di tre articoli. Il primo articolo del ddl istituisce il Comitato interministeriale per l’economia digitale nel settore bancario e finanziario, che può anche essere una costola del CPE ed è presieduto dal presidente del Consiglio. Ne fanno parte stabilmente i ministri dell’Economia, dello Sviluppo economico, delle Politiche europee, degli Esteri e del Lavoro. Partecipano invece alle riunioni, ma senza possibilità di voto, il governatore della Banca d’Italia, i presidenti della Consob, dell’Ivass, dell’Antitrust, il garante della Privacy e il presidente dell’Agid.
Il secondo articolo del ddl prevede che entro 180 giorni dalla sua entrata in vigore, il titolare dell’Economia, sentite Bankitalia e Consob, adotti un regolamento per le imprese che intendano operare nel fintech. Il regolamento stabilisce che per 36 mesi le aziende interessate presentino requisiti patrimoniali ridotti e adempimenti semplificati. Inoltre, individua obblighi informativi, tempi per l’autorizzazione, requisiti di professionalità degli esponenti aziendali, profili di governo societario e di gestione dei rischi, forma societaria ammissibile.
Il terzo articolo stabilisce che Bankitalia, d’intesa con Consob, produca un’analisi sul settore bancario, finanziario e amministrativo con “modalità innovative e tecnologiche”. Centemero ha ricordato altri provvedimenti che a suo avviso potenziano le nuove tecnologie: lo snellimento della procedura per il patent box (si veda altro articolo di BeBeez), i provvedimenti per potenziare il venture capital (si veda altro articolo di BeBeez) e le MCF (Multilateral Credit Facilities).
Restando in tema di fintech, Federico Caniato, docente al Politecnico di Milano e Direttore dell’Osservatorio Supply Chain Finance, ha spiegato sempre a Lease2019 che il settore è un’opportunità per chi la coglie e una minaccia per chi sta a guardare. Ha anche ricordato che “ci sono tante tecnologie innovative disruptive, che da sole sono potenti ma spesso non risolvono tutti i nostri problemi: bisogna usarle in modo combinato”.
Simone Capecchi, executive director di Crif, è sicuro che l’open banking arriverà, ma nessuno sa valutare la sua forza, velocità e pervasività in imprese e nelle famiglie. Ha ricordato che la direttiva PSD2 consente di mettere gli occhi nei conti correnti, se l’imprenditore o il cittadino titolare acconsente. Crif potrà comprare l’accesso a queste informazioni in cambio di servizi. Con queste informazioni si possono ridurre 11 punti di rischiosità del credito.
“Il fintech è stato visto come un concorrente bancario” – commenta Vincenzo Aloe, Direttore Generale Credit Agricole Leasing Italia – “ma ne può diventare un partner offrendo le sue innovazioni tecnologiche agli operatori tradizionali, in questo senso noi stiamo supportando Le Village un hub di start-up di Milano”. Era anche presente Gabriella Scapicchio, sindaco di “Le Village”. Le Village è un villaggio nato in Francia a Parigi nel 2014 come concept. Ne hanno aperti poi altri 29. Il primo aperto all’estero è quello di Milano, inaugurato nel dicembre scorso. Le Village sostiene territorio e giovani aziende innovative ad altro potenziale di crescita in vari settori: food, fashion, design, farmaceutico, insurtech, fintech. Non è solo un acceleratore perché in esso collaborano vari portatori di competenze (aziende, università, incubatori, acceleratori, fondi di venture, startup). Il Village organizza programmi di accelerazione per le startup colmando i loro gap formativi, aiutandole a sviluppare il business all’estero e a reperire fondi. Oggi ospita 20 startup e occupa 70 persone. A regime vogliono raggiungere le 55-60 startup ospitate.
A Lease2019 si è parlato anche di blockchain. Pietro Lanza, general manager di Intesa (gruppo IBM) e blockchain director IBM Italia, ha spiegato che IBM lavora sulla enterprise blockchain, non sulle criptovalute. Metà dei progetti che stanno conducendo a livello mondiale nella blockchain sono nei servizi finanziari, sotto cui rientrano anche quelli nel leasing. Sono partiti a realizzarli internamente: IBM aveva 150 milioni di dollari fermi nelle sue società di leasing a causa del blocco dei pagamenti dovuti alle dispute legali. Hanno utilizzato una loro piattaforma blockchain nel leasing e hanno ottenuto con vantaggi sia nella riduzione delle dispute sia nella gestione del circolante. A suo avviso siamo pronti per la blockchain dal punto di vista tecnologico ma manca ancora la cultura. Figure professionali dedicate alla blockchain potrebbero accelerare il processo.
Per Maurizio Sironi, responsabile blockchain del Gruppo Reply, è fondamentale la fase di progettazione e disegno della blockchain. Quest’ultima nel settore del leasing può essere utilizzata per monitorare i beni in leasing. Potenzialmente in futuro si potrebbero stipulare smart contract anche nel settore del leasing.