Sace Simest, il polo dell’export e dell’internazionalizzazione del Gruppo Cdp, ha mobilitato oltre 28 miliardi di euro di risorse nel 2018, portando a quota 72 miliardi l’ammontare complessivo messo a disposizione delle aziende italiane dal 2016 a oggi (si veda qui l’Annual report di Sace Simest).
Lo ha ricordato ieri Alessandro Decio, amministratore delegato di Sace, in occasione della presentazione al Fintech District di Milano del nuovo sito web di Sace Simest, studiato per avvicinare ancora più pmi ai servizi e ai prodotti di Sace Simest e rafforzarne la proiezione internazionale e la competitività sui mercati esteri (si veda qui il comunicato stampa).
Le pmi già nel 2018 sono state il target principale dell’attività di Sace Simest, con 20 miliardi sul totale dei 28 miliardi di risorse, che sono andati appunto a favore di aziende di dimensioni medie e piccole. Sace ha da sola generato il 68% delle risorse mobilitate, con una crescita del 9,5% dal 2017. Sono cresciute anche le attività di Simest, che nel 2018 ha mobilitato 746 milioni di euro (+13%) e soprattutto quelle mobilitate da Sace BT, società attiva nell’assicurazione del credito, cauzioni e rischi della costruzione, che sono cresciute del 49% raggiungendo i 4,8 miliardi, mentre le attività gestite da Sace FCT, la società di factoring del polo, hanno generato 3,7 miliardi di euro. Positiva infine anche la performance di Sace SRV, specializzata nel recupero crediti, che con 32,5 milioni di crediti recuperati conferma il suo ruolo di sostegno di ultima istanza per le imprese italiane che operano nel mondo.
Detto questo, con il suo nuovo sito Sace Simest vuole avvicinare ancora più pmi ai suoi servizi per l’export e l’internazionalizzazione. Il sito collega quindi le imprese alle soluzioni assicurativo-finanziarie più adatte alle loro esigenze, grazie alla completa digitalizzazione di 5 prodotti chiave dedicati alle imprese più piccole (assicurazione del credito, valutazione controparti, finanziamenti agevolati, factoring e recupero crediti) e mette a loro disposizione gratuitamente contenuti utili a migliorare le capacità di muoversi e crescere sui mercati esteri, tramite i percorsi formativi personalizzati del programma di Education to Export e gli oltre 300 report e analisi dell’Ufficio Studi di Sace Simest, in particolare la Risk&Export Map, mappamondo interattivo del rischio (politico e di credito) e delle esportazioni con circa 200 schede Paese.
Per il futuro, l’area studi potrebbe arricchirsi del rischio di cambio, dal momento che Sace ha appena firmato una partnership commerciale con Ebury, una scaleup fintech britannica che assiste le aziende in tutte le principali operazioni che comportano trasferimento di denaro all’estero, offrendo soluzioni personalizzate per evitare che la volatilità su tassi di cambio abbia ripercussioni negative sul conto economico (si veda il comunicato stampa). Fondata nel 2009, Ebury è stata finanziata dai fondi di venture capital 83North (ex Greylock) e Vitruvian Partners e dalla British Business Bank tramite il proprio fondo, Angel CoFund. Ebury in Italia ha sede nel Fintech District di Milano. Si tratta di una delle prime partnership a livello europeo tra una export credit agency e una fintech, che permetterà di rendere più efficiente la gestione della liquidità delle transazioni con l’estero e aumenterà la consapevolezza dell’esposizione al rischio di cambio da parte delle pmi.
“La partnership siglata con Ebury ci permette di offrire alle pmi italiane soluzioni innovative, trasparenti e a condizioni competitive per gestire la volatilità delle valute estere, una variabile molto importante per tutte quelle aziende, soprattutto quelle di minori dimensioni, che esportano sui mercati internazionali. Stiamo creando una piattaforma digitale, innovativa, facilmente accessibile ed aperta, anche a fintech di provato track record come Ebury, che consenta di portare un numero sempre maggiore di imprese italiane a esportare in tutto il mondo, realizzando in pieno il loro potenziale. Siamo convinti che questo possa essere il primo di ulteriori accordi con fintech che operano in complementarità alle attività del polo Sace Simest e che possano aumentare supporto e competitività all’export delle pmi italiane”, ha spiegato Decio, ad di Sace Simest. Juan Lobato, co-fondatore e CEO di Ebury ha detto: “Ebury e’ nata per aiutare le pmi acrescere sui mercati globali, sia servendole direttamente, che in collaborazione con altre istituzioni finanziarie. Con questa partnership strategica, Sace Simest si pone all’avanguardia tra le export credit agencies nella collaborazione con fintech innovative”.
Un’altra partnership in arrivo è quella con Credimi, la piattaforma di invoice financing e lending alle imprese, finanziata da fondi di United Ventures e Vertis e da altri investitori (si veda altro articolo di BeBeez) e fondata da Ignazio Rocco di Torrepadula, che ieri era infatti presente alla presentazione del sito di Sace Simest. Ignazio Rocco ha sottolineato che molte delle pmi con cui lavora Credimi necessita di servizi di accompagnamento all’export e di altre agevolazioni accessibili dal portale Sace Simest, oltre che di aumentare la consapevolezza di sui servizi assicurazione dell’export. Si è detto felice di esplorare possibili collaborazioni con Sace perché entrambe puntano a far crescere il mercato anziché competere.
(Articolo modificato giovedì 19 settembre 2019 alle ore 16.20. Si integra con il comunicato stampa della partnership con Ebury)