Italvolt, la società fondata da Lars Carlstrom che sta sviluppando la più grande fabbrica indipendente di celle per batterie in Italia nel Canavese, in Piemonte, ha avviato una collaborazione strategica con l’azienda israeliana StoreDot, pioniere e leader mondiale nella tecnologia delle batterie agli ioni di litio a carica estremamente rapida e ad alta densità energetica (si veda qui il comunicato stampa).
L’idea è di realizzare una gigafactory sul terreno del vecchio stabilimento Olivetti di Scarmagno (Torino), come annunciato nel febbraio 2021 (si veda altro articolo di BeBeez). L’accordo vincolante per l’acquisto dell’area di un milione di metri quadrati nel comune di Scarmagno era stato poi sottoscritto a settembre 2021 con il venditore Prelios sgr, gestore del Fondo Monteverdi (si veda altro articolo di BeBeez). Tuttavia lo scorso novembre il preliminare d’acquisto era scaduto e si diceva che ItalVolt stesse trattando con Prelios per ottenere una proroga (si veda qui La Stampa).
Ricordiamo che per Carlstrom, manager di lunga data in vari settori industriali tra cui l’automotive, questo è il secondo mega-progetto, dopo quello di Britishvolt, lanciato nel Regno Unito nel 2020 insieme al cofondatore e ceo Orral Nadjari, finanziere di Abu Dhabi, e che ha previsto un investimento complessivo da 2,6 miliardi di sterline per lo sviluppo di una gigafactory a Blyth, nel Northumberland, nel nord-est dell’Inghilterra. Il progetto, che aveva anche ottenuto un sostegno di cento milioni di sterline da parte del governo britannico, prevedeva che entro il 2027 la fabbrica avrebbe impiegato 3000 dipendenti e prodotto oltre 300 mila batterie al litio per l’industria automobilistica britannica, per un totale di circa 30 gigawatt. La società britannica è però finita in amministrazione controllata pochi giorni fa per mancanza di fondi, con i circa 300 dipendenti che sono stati licenziati da un giorno all’altro (si veda qui Reuters).
Una storia, quella del progetto inglese, che evidentemente crea qualche preoccupazione per il progetto italiano. In tema di fondi, infatti, Carlstrom è partito con un capitale di appena 10 milioni, poco meno della metà dei quali spesi per acquisire il terreno e a fronte di un investimento necessario previsto di 3,4 miliardi di euro (inizialmente si parlava addirittura di 4 miliardi). Più volte ha annunciato l’imminente arrivo di investitori, che finora però non si sono visti. I lavori sarebbero dovuti partire entro fine 2022 in modo tale da iniziare la produzione nel 2024, ma al momento è ancora tutto fermo. Detto questo, l’accordo con StoreDot fa ben sperare.
In base ai termini dell’accordo, Italvolt concederà in licenza la tecnologia di ricarica estrema e veloce di StoreDot e i diritti di proprietà intellettuale per la produzione di batterie agli ioni di litio XFC nel suo stabilimento in Italia. La collaborazione prevede un accordo di offtake per StoreDot, che consentirà di acquistare le batterie di Italvolt per la propria attività e per i clienti, una volta completata la produzione.
La roadmap di prodotti “100inX” di StoreDot ha l’ambizione di sviluppare celle per batterie avanzate in grado di garantire un’autonomia di 100 miglia in 5 minuti di carica entro il 2024, 100 miglia in 3 minuti di carica entro il 2028 e 100 miglia in 2 minuti di carica entro il 2032. StoreDot mira a guidare l’adozione di massa dei veicoli elettrici attraverso lo sviluppo di batterie a densità energetica estrema, che offrono una maggiore efficienza, prestazioni più durature e consentono una ricarica super veloce.
Lars Carlstrom, fondatore e ceo di Italvolt, ha detto: “La nostra collaborazione con StoreDot rappresenta un punto di svolta nel nostro percorso di fornitura di celle per batterie agli ioni di litio di alta qualità. L’approccio modulare e tecnologicamente indipendente di Italvolt alla produzione ci garantirà di rimanere all’avanguardia nel settore, in linea con i progressi della tecnologia delle celle per batterie. Siamo orgogliosi di accogliere StoreDot come partner per l’offtake e, insieme, accelereremo il lancio di celle per batterie ad alta densità energetica, in grado di supportare la transizione verso i veicoli elettrici”.
Doron Myersdorf, ceo di StoreDot, ha aggiunto: “Siamo entusiasti di stringere questa collaborazione strategica con Italvolt, un’azienda che condivide la nostra ambizione per l’intero ecosistema delle batterie e che sarà fondamentale per assicurarci la capacità produttiva europea. Questo accordo ci permette di ottenere una capacità produttiva vincolata, in modo da poter garantire la fornitura di celle ai nostri futuri clienti OEM. È importante che StoreDot crei queste solide relazioni mentre ci avviamo rapidamente verso la produzione di massa delle nostre batterie a carica estremamente rapida nei prossimi mesi. Le nostre tecnologie avanzate elimineranno l’ansia da ricarica, che attualmente è la più grande barriera alla diffusione dei veicoli elettrici”.
Ricordiamo che l’area ex Olivetti a Scarmagno era stata selezionata come base per la gigafactory da Italvolt per le sue caratteristiche tecniche e per la collocazione geografica, particolarmente strategica in termini di collegamenti stradali e ferroviari. Inoltre la zona di Scarmagno vanta un forte legame con il tessuto produttivo del Piemonte, cuore della produzione di auto in Italia. Il terreno dovrebbe essere bonificato e riqualificato da Italvolt, dedicando alla costruzione del nuovo impianto una superficie di 300 mila metri quadrati, di cui 20 mila destinati a Ricerca e Sviluppo.
Il nuovo impianto dovrebbe essere progettato dalla divisione Architettura di Pininfarina con una forte attenzione all’impatto ambientale e sociale. Comau, leader mondiale nel campo dell’automazione industriale, con oltre 45 anni di esperienza e una forte specializzazione nei processi di elettrificazione, dovrebbe essere il fornitore di soluzioni innovative, impianti e tecnologie per il gigaplant. Comau si dovrebbe occupare della realizzazione del laboratorio di Ricerca e Sviluppo per accademici e partner industriali impegnati nello sviluppo delle tecnologie più all’avanguardia nel settore della mobilità elettrica. Si stima che nell’impianto saranno impiegati circa 4.000 lavoratori, con un indotto che nel complesso potrà arrivare a creare fino a 15.000 nuovi posti di lavoro.