Newcleo, scaleup fondata dallo scienziato Stefano Buono, con sedi in Gran Bretagna e Italia, che punta a sviluppare reattori nucleari di quarta generazione, che contribuiscano a eliminare la dipendenza dai combustibili fossili riutilizzando le scorie inquinanti per produrre altra energia, ha firmato un accordo di cooperazione con Enel per lo sviluppo proprio di progetti di tecnologia nucleare di quarta generazione (si veda qui il comunicato stampa).
Enel fornirà competenze specialistiche attraverso la condivisione di personale qualificato, mentre Newcleo garantirà a Enel l’opzione di diventare il primo investitore nel primo impianto nucleare che la società costruirà fuori dall’Italia. In generale, il target dell’accordo è è realizzare reattori innovativi, che riducano significativamente i volumi esistenti di scorie radioattive e di plutonio, oltre ad eliminare la necessità di estrarre uranio dal sottosuolo.
Il primo passo della delivery roadmap di Newcleo sarà la progettazione e la costruzione di un mini lfr (lead fast reactor) da 30 MWe, primo nel suo genere, da realizzare in Francia entro il 2030, seguito da un’unità commerciale da 200 MWe nel Regno Unito. Allo stesso tempo, la scale-up britannica investirà direttamente in un impianto di manifattura di mox (mixed uranium/plutonium oxide, prodotto da scorie nucleari esistenti) per alimentare i suoi reattori.
In tutto questo, sarà di aiuto l’expertise di Enel che attualmente dispone di una capacità nucleare di oltre 3,3 GW in Spagna, oltre a detenere una partecipazione di circa il 33% nella società slovacca Slovenské elektrárne, che ha recentemente collegato alla rete il primo dei due generatori a turbina dell’unità 3 della centrale nucleare di nuova costruzione di Mochovce.
“L’innovazione è fondamentale per lo sviluppo di tecnologie in grado di garantire un’energia pulita, affidabile e conveniente, il più possibile indipendente da fattori geopolitici. Per questo motivo, continuiamo a esplorare qualsiasi area dello spettro energetico”, ha dichiarato Francesco Starace, amministratore delegato di Enel. “Questa collaborazione con Newcleo è l’ultimo esempio della nostra instancabile ricerca delle migliori aziende che si uniscono a noi nel nostro viaggio verso un futuro pulito e non vediamo l’ora di sostenere Newcleo nella sua impegnativa ma promettente tabella di marcia per fornire elettricità a emissioni zero in modo sicuro, conveniente e sostenibile.”
“Sono lieto che Enel abbia scelto di collaborare con Newcleo. L’azienda sta dimostrando grande lungimiranza nell’essere una delle prime società energetiche ad apprezzare e sostenere la nostra strategia sostenibile e il suo impatto sul nostro futuro collettivo”, ha dichiarato Stefano Buono, ceo di Newcleo. “La tecnologia dei reattori veloci di Newcleo è il passo necessario nell’industria nucleare per consentire il riciclo multiplo dell’uranio già estratto e una massiccia riduzione delle scorie nucleari. Inoltre, l’uso del piombo apre la possibilità di far funzionare i reattori in modo più sicuro ed economico”.
Nell’azionariato della scaleup, che è stata lancia nel 2021 e ha sede a Londra, compaiono nomi importanti come la famiglia Drago (De Agostini), il banchiere Claudio Costamagna, l’ex ceo di Ubi Victor Massiah, e Azimut. In seguito, si sono uniti diversi fondi di venture capital internazionali e altri protagonisti della finanza italiana come la famiglia Rovati, Davide e Vittorio Malacalza, la NovaCapital di Paolo Merloni e la dinastia svedese Lundin. Tra i finanziatori c’è anche MITO Technology con il fondo Progress Tech Transfer, che ha investito 3 milioni nella prima raccolta.
In poco meno di due anni, la società ha raccolto 400 milioni di euro sul mercato, di cui una grossa parte nel 2022, quando a giugno ha comunicato di aver chiuso il megaround da 300 milioni aperto solo due mesi prima (si veda altro articolo di BeBeez). Dopo la maxi raccolta, la scale up aveva nominato cinque amministratori non esecutivi (Adrienne Kelbie, Julia Pyke, Kathryn Kerle, Raffaele Petrone e Ruben Levi) ed era stato contestualmente siglato un accordo con ENEA per creare fuori dall’Italia il primo prototipo di reattore di nuova generazione modulare raffreddato a piombo. La società britannica sta infatti remando in questa direzione, dopo aver chiuso accordo in UK e Francia per la progettazione e costruzione di reattori in grado di ridurre la produzione di scorie e di utilizzare come combustibile quelle generate dai vecchi reattori.
Il round dello scorso anno aveva seguito di pochi mesi il precedente, chiuso nel settembre 2021, quando la scaleup aveva raccolto 118 milioni di dollari in un aumento di capitale, al quale hanno partecipato anche la rete italiana di business angel Club degli Investitori (con 2,3 milioni di euro), LIFTT, veicolo di investimento in startup nato dall’alleanza pubblico-privata tra Politecnico di Torino e Compagnia di San Paolo, attraverso la Fondazione Links (Liftt tra l’altro è presieduta dallo stesso Stefano Buono), ed Exor Seeds, il braccio di venture capital di Exor, holding quotata della famiglia Agnelli.