Dopo il battesimo ufficiale a Milano a fine ottobre, con un evento con 800 invitati (si veda altro articolo di BeBeez), è iniziato il roadshow per HOPE, la prima Sicaf retail classificata come PIR alternativo che si quoterà a Piazza Affari, con una ipo destinata anche ai piccoli investitori, per dotarsi delle risorse necessarie a investire in economia reale, e quindi a investire da un lato in imprese italiane in ottica di private equity ma dall’altro anche a investire in sistemi urbani, quindi in real estate ma anche in infrastrutture ecosostenibili.
Lo scorso venerdì 26 novembre, infatti, il management team di HOPE è stato in Sicilia, ospite di Banca Agricola Popolare di Ragusa, sinora l’unica banca siciliana che ha investito in HOPE, che infatti si propone anche come strumento in grado di contribuire alla ripartenza del Sud, agendo in modo complementare alle misure pubbliche del PNRR, in cui il 56% delle risorse è destinato a investimenti infrastrutturali proprio nel Mezzogiorno (si veda qui il comunicato stampa).
Saverio Continella, direttore generale di Banca Agricola Popolare di Ragusa, ha dichiarato: “La collaborazione con HOPE rappresenta la traduzione economica, sociale e relazionale di ciò che per la banca significa supportare il territorio e generare valore in particolar modo per le piccole e medie imprese, struttura portante del sistema produttivo. La ripresa della Sicilia e dell’Italia, oltre per i fattori economici, è sempre più legata alla capacità di incoraggiare un’intelligente transizione digitale, un sapiente uso delle risorse e una diversa concezione di futuro e di responsabilità ambientale e sociale. Grazie ad HOPE riusciremo a generare le migliori condizioni di business contribuendo a costruire una società sostenibile”.
Stefano Sostero, senior partner di HOPE e membro dell’Investment Team Imprese, ha commentato: “La collaborazione con Banca Agricola Popolare di Ragusa rappresenta una duplice opportunità per HOPE: sia sul fronte degli investimenti, con una rete capillare di clienti imprese sul territorio, sia per il target ideale di investitori, visto che Hope si rivolge anche alla clientela privata in un contesto di rilancio dell’economia del Paese che necessità di capitali privati a fianco dei fondi pubblici”.
Ricordiamo che HOPE, acronimo di Holding Partecipazioni Economiche, è stata fondata da un gruppo di investitori istituzionali (essenzialmente banche), imprenditori e investitori privati, che hanno appoggiato il progetto lanciato dal ceo Claudio Scardovi, sino allo scorso febbraio global co-head for financial services e managing director della società di consulenza strategica e turnaround Alix Partners. Scardovi è anche socio di HOPE con una quota di circa il 3,6%.
Oltre a Scardovi e a Popolare di Ragusa, i principali soci di HOPE a oggi sono Unicredit (19%), Amundi sgr (14,5%), Banca Generali (9%) e Bnl (5,4%), ma nel capitale figurano con quote minori anche Cnp Unicredit Vita, Banco Bpm, Banca Mediolanum e Banca Popolare di Puglia e Basillicata, così come alcuni investitori privati, per esempio Mauro Del Rio, fondatore di Buongiorno! (attraverso la sua holding Capital B!), Stefano Aversa (Global Vice Chairman and Chairman EMEA di AlixPartners), Piero Masera (managing director di Alix Partners), Andrea Beltratti (ex presidente del consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo, attraverso la sua AFI), Emilio Ottolenghi (sia direttamente sia attraverso la sua Petrolifera Italo-Rumena), Matteo e Paolo Zanetti (prodotti caseari), Alessandra Manuli (attraverso AMH Urban Regeneration) e Vito Rocca (ex ceo del gruppo insurtech RGI, attraverso Vierre Holding srl). Ma l’elenco è lungo e comprende anche gli imprenditori Angelica Dallara (Dallara Automobili), Urbano Cairo (RCS), Isabella Seragnoli (azionista di riferimento di Coesia Group), Matteo e Paolo Zanetti (azionisti di controllo dell’omonima azienda casearia).
Il progetto, lanciato lo scorso febbraio (si veda altro articolo di BeBeez), è operativo da inizio settembre, dopo che è arrivata l’autorizzazione da Banca d’Italia, previo parere di Consob (si veda altro articolo di BeBeez).
Il prossimo passo è il collocamento in borsa della Sicaf Eltif, tramite un collocamento sia istituzionale sia retail, con l’obiettivo di raccogliere in prima battuta 500 milioni di euro. Ma si tratta solo del primo passo di un funding che nel lungo termine, nell’arco di 10 anni, potrebbe arrivare a 10 miliardi. Secondo quanto risulta a BeBeez, il collocamento da 500 milioni dovrebbe essere al 30% istituzionale e il resto presso il pubblico retail. Per il collocamento retail, che prevederà un ticket di investimento minimo di mille euro, sarà necessario attendere il via libera della Consob al prospetto, che arriverà nel 2022. Il rendimento lordo obiettivo dovrebbe attestarsi attorno al 10%-12%. I prossimi mesi saranno invece dedicati al collocamento presso gli investitori istituzionali, che si aggiungeranno ai 43 soci fondatori che hanno inizialmente capitalizzato Hope per circa 15,7 milioni di euro.
Il board è affiancato da un Comitato di Sostenibilità che comprende Anna Gervasoni (direttore generale dell’Aifi), Carlo Ratti (direttore del Senseabe City Lab del Mit di Boston), Cinzia Tagliabue (ceo di Amundi Italia), ma anche l’attrice Cristiana Capotondi, l’ex modella Bali Lawal e l’atleta Larissa Iapichino. Il comitato d’investimento corporate è presieduto invece da Galeazzo Pecori Giraldi (chairman non esecutivo), già country head di Morgan Stanley, oltre che dallo stesso Scardovi, affiancati da Stefania Petruccioli, partner di Progressio sgr, e Stefano Sostero (senior partner), ex managing director di Muzinich. Mentre il comitato di investimento sustainable cities è presieduto da Andrea Beltratti (chairman non esecutivo), oltre che da Scardovi, affiancati da Armando Borghi (docente di mercato immobiliare alla Bocconi nonché ceo di Citylife), Luca Malighetti (managing director presso il fondo Usa Varde Partners) e Mirko Tironi (senior partner), ex di Varde Partners e oggi membro del cda di Borio Mangiarotti.