di Alessandro Albano
Prosegue l’espansione di Barilla negli Stati Uniti, dove il gruppo ha chiuso l’accordo con B&G Foods, holding americana di prodotti alimentari, per l’acquisizione di Back to Nature, brand statunitense specializzato nella produzione di snack salutari e che offre un’ampia gamma di prodotti a base vegetale non OGM, come biscotti, cracker, frutta secca e granola (si veda comunicato stampa).
Un accordo che per Barilla, già leader europeo dei prodotti da forno e con una forte expertise nel campo dei prodotti buoni e bilanciati, rappresenta un’accelerazione del proprio percorso di crescita internazionale visto che va a rafforzare anche il mercato bakery statunitense, dove il colosso della pasta è già leader di mercato nella categoria dei pani croccanti con il marchio Wasa. L’acquisizione di Back to Nature, inoltre, fornisce a Barilla un solido punto di partenza per costruire e crescere nel dinamico mercato nordamericano dei prodotti da forno.
L’acquisizione permetterà, inoltre, di ampliare un bacino di ricavi che a fine 2021 conta oltre 3,9 miliardi di euro rispetto ai 3,89 miliardi di 2020, un Ebitda in lieve calo a 530 milioni (13% sul fatturato) dai precedenti 541 milioni (14% di margine), e un risultato netto consolidato in contrazione a 274 milioni dai 416 milioni del dicembre 2020. Inoltre, il patrimonio netto è tuttavia aumentato a 1,9 miliardi dai precedenti 1,72 miliardi, con un totale di passività in riduzione a 782,4 milioni, di cui 597 milioni di debiti verso banche e altri creditori, dai 796 milioni del 2020 (585,4 milioni di debiti verso creditori). Risultati che la società ha considerato “in generale positivi”, ma con erosione dei margini a causa “dell’inflazione e delle condizioni dei mercati fortemente concorrenziali” (si veda qui la relazione di bilancio).
“In Barilla abbiamo l’obiettivo di costruire, nel lungo periodo, una presenza significativa nel settore Bakery statunitense e questa operazione mi ricorda quando, oltre 25 anni fa, abbiamo iniziato lo stesso percorso con la pasta e oggi siamo leader di mercato. L’acquisizione di Back to Nature rappresenta un passo fondamentale per la nostra strategia di crescita e ci auguriamo che possa portarci gli stessi risultati ottenuti con la pasta”, ha dichiarato Guido Barilla, Presidente del Gruppo Barilla, “Da sempre ci impegniamo ad offrire alle persone prodotti che rispondano al binomio ‘gusto e benessere’, abbiamo scelto di puntare su questo anche per espandere la nostra attività negli Stati Uniti e Back to Nature è stata una scelta naturale in questo senso”.
L’espansione negli Usa segue una serie di acquisizioni, anche di piccole dimensioni. Per esempio, ricordiamo che nel gennaio 2021 il gruppo aveva acquisito la maggioranza di Pasta Evangelists, una startup con sede a Londra specializzata nella vendita di pasta fresca e sughi di alta qualità, distribuiti online D2C (direct to consumer)(si veda altro articolo di BeBeez). L’operazione da 40 milioni di sterline era stata condotta attraverso il corporate venture capital del gruppo alimentare, Blu1877, lanciato nel 2017 dedicato alle nuove imprese innovative focalizzate nel mondo del food e che prende il nome dai colori aziendali e dall’anno di fondazione del marchio della pasta (si veda altro articolo di BeBeez). Poche settimane dopo, Barilla Il Gruppo Barilla aveva annunciato di aver finalizzato il 29 gennaio il closing per l’acquisizione di Catelli dry Pasta, realtà storica del settore alimentare canadese, un deal che ha incluso anche i brand Catelli, Lancia e Splendor e lo stabilimento di Montreal, nel Quebec (si veda qui comunicato stampa).
Le acquisizioni non hanno riguardato solo player internazionali. In Italia, per esempio, Barilla ha approvato un piano d’investimenti nel quinquennio 2020 – 2024, una cifra che rappresenta la maggioranza degli investimenti del Gruppo ed è dedicata a filoni strategici quali il completamento del piano industriale nei siti produttivi di pasta e acquisizioni nel territorio italiano. In questo quadro s’inserisce l’acquisizione da 118 milioni finalizzata nel corso del 2020 dello stabilimento di Pasta Zara a Muggia (TS), storica azienda agroalimentare in difficoltà finanziaria (240 milioni di debiti al 2019) e per questo sotto procedura di concordato da parte del Tribunale di Treviso. L’operazione di Barilla ha permesso la continuità delle operazioni dello stabilimento stesso, uno dei più grandi al mondo, e del quartier generale della società a Riese Pio X, nel trevigiano. Inoltre, grazie alla clausola di ‘co-packaging’ inserita nell’accordo la società ha potuto confezionare ed etichettare i prodotti sotto il nome Pasta Zara per cinque anni.