EY, una delle big four dell’auditing (le altre tre sono PWC, KPMG e Deloitte) ha annunciato la scissione delle attività di revisione contabile da quelle di consulenza (si veda qui il comunicato stampa).
Il top management ha infatti deciso di procedere con un piano radicale di separazione delle attività di revisione e consulenza, che sarà ora sottoposto al voto dei 13.000 soci. I leader delle 15 maggiori organizzazioni associate a EY, che nel 2021 hanno fatturato 40 miliardi di dollari (si veda qui il comunicato stampa) e che quest’anno puntano a superare i 45 miliardi (si veda qui Reuters), hanno deciso all’unanimità di sottoporre la scissione al voto dei soci. Non sarà una consultazione breve. EY ha uffici in più di 150 Paesi che impiegano 312.000 persone. Il voto dovrebbe iniziare verso la fine di quest’anno e concludersi all’inizio del 2023.
Si tratterà del più forte scossone a una delle quattro grandi società di contabilità e consulenza del Regno Unito da decenni a questa parte e arriva dopo una serie di crolli aziendali di alto profilo, tra cui quelli di Carillion e BHS, che hanno sollevato dubbi sul loro operato. Le aziende del settore hanno di conseguenza subito pressioni perché affrontassero i potenziali conflitti di interesse onde evitare futuri scandali contabili e fallimenti aziendali. I vertici di EY sperano che, una volta separati, i rami della revisione contabile e della consulenza possano crescere più rapidamente, in quanto la separazione eliminerà i conflitti di interesse e i problemi operativi.
Secondo quanto riportato da The Guardian, Carmine Di Sibio, global ceo di EY, ha dichiarato che una divisione globale potrebbe fruttare al ramo di consulenza 10 miliardi di dollari in più all’anno grazie alle parcelle delle grandi aziende tecnologiche, solo per il fatto che a EY è vietato fornire consulenza ad aziende che sono già clienti della divisione auditing. La proposta di scissione ha ricevuto il sostegno di Sir John Thompson, amministratore delegato del Financial Reporting Council, l’autorità di regolamentazione contabile del Regno Unito. Ai partner di EY sono stati promessi ingenti compensi se la scissione dovesse andare in porto. Secondo il piano, EY potrebbe quotare in borsa l’attività di consulenza alla fine del prossimo anno, e si ipotizza che potrebbe raccogliere 10 miliardi di dollari vendendo il 15% delle azioni della nuova società. Il resto delle azioni verrebbe consegnato ai partner della consulenza e potrebbe valere da sette a nove volte il loro stipendio annuale. I partner della revisione contabile riceveranno pagamenti in contanti, secondo quanto riferito, di circa 2 milioni di dollari ciascuno. Hywel Ball, presidente di EY nel Regno Unito, ha dichiarato: “Riteniamo che la creazione di due aziende forti e indipendenti ci aiuterebbe a soddisfare meglio le esigenze dei nostri clienti, creare carriere interessanti per i nostri dipendenti e servire l’interesse pubblico fornendo una maggiore scelta sul mercato e una risposta globale alle preoccupazioni dei legislatori”.
Anche le altre big four stanno portando avanti strategie simili, sebbene sinora soltanto in relazione ad alcuni pezzi di consulenza. Nel febbraio 2021 la società statunitense di relazioni pubbliche e consulenza Teneo ha annunciato l’acquisizione dell’attività di ristrutturazione di Deloitte UK. Teneo è di proprietà di fondi gestiti da CVC Capital Partners (si veda qui il comunicato stampa). L’attività di Deloitte UK Restructuring Services si avvale di 250 professionisti, tra cui 27 partner, che aggiungono competenze specialistiche all’offerta di consulenza di Teneo in materia di ristrutturazione e insolvenza nei settori della consulenza gestionale, gestione del rischio, comunicazione strategica, affari pubblici, investor relations, consulenza sui capitali, ricerca di dirigenti. A seguito dell’acquisizione, l’organico di Teneo è salito a un totale di 1.100 dipendenti.
A marzo dello stesso anno anche KPMG ha ceduto la sua divisione di servizi di restructuring aziendale del Regno Unito. A comprarla è stato HIG Capital, che ha battuto le offerte di molti pretendenti tra i quali Epiris, Intermediate Capital Group e Towerbrook Capital Partners (si veda altro articolo di BeBeez). Non sono stati diffusi i dettagli, ma si dice che il business sia stato valutato 400 milioni di sterline. L’attività è stata rinominata Interpath Advisory.
Ancora nel 2021, ma a giugno, il fondo svizzero Gyrus Capital ha condotto il carve-out dell’attività di consulenza alla PA e ai sistemi sanitari pubblici di PwC Italia (si veda altro articolo di BeBeez), che è stato ribattezzato Intellera Consulting. L’operazione nell’ottobre del 2021 è stata finanziata da Tikehau Capital con un green loan (si veda altro articolo di BeBeez). La unit oggi impiega circa 700 persone ed è leader nel suo segmento di mercato. L’operazione Gyrus Capital – PwC Italia segue quella condotta sempre da Gyrus nel 2019 su DuPont Sustainable Solutions (DSS), una delle principali società di consulenza in materia di salute, rischi e sicurezza sul lavoro, ceduta dalla casa madre DuPont Specialty Products. Anche in quel caso l’operazione era stata condotta insieme al management, guidato dal ceo Davide Vassallo (si veda altro articolo di BeBeez).
Peraltro molti dei manager di Gyrus Capital provengono da Argos Wityu, ex Argos Soditic, che a sua volta nel maggio 2014 aveva finanziato il management buyout dell’italiana Business Integration Partners (BIP), da parte di 12 manager chiave della società di consulenza, tra cui i fondatori Nino Lo Bianco, presidente, e i due amministratori delegati Carlo Capè e Fabio Troiani, provenienti dal ramo di consulenza di Deloitte (si veda altro articolo di BeBeez). Nel 2018 Argos aveva poi ceduto ad Apax France IX, gestito da Apax Partners Midmarket sas (Apax Partners France) il controllo di BIP. A giugno 2021, il fondo CVC Partners Fund VII, gestito da CVC Capital Partners, aveva poi acquisito la maggioranza di BIP mentre il presidente Nino Lo Bianco, gli amministratori delegati e fondatori Carlo Capè e Fabio Troiani ed altri soci privati hanno mantenuto una minoranza (si veda altro articolo di BeBeez e qui il comunicato stampa di allora). Non erano stati resi noti i dettagli finanziari dell’operazione. Tuttavia stando a fonti contattate da Reuters a febbraio dello stesso anno, la valutazione si aggirava intorno a 720 milioni di euro, ovvero più di tre volte e mezzo il valore, 200 milioni, riconosciuto da Apax nel 2018, quando aveva rilevato il 61,5% della società di consulenza (si veda altro articolo di BeBeez).