Giochi Preziosi torna a fare shopping in Spagna, dopo l’acquisizione al 100% del produttore di giocattoli spagnolo Famosa Toys nel 2019 (si veda altro articolo di BeBeez). Il gruppo italiano di giocattoli ha ora annunciato infatti l’acquisizione del ramo delle bambole e degli accessori della società spagnola Munecas Arias, creata più di 45 anni fa a Castalla (Alicante). Un’operazione in linea con la strategia del gruppo di creare una base ampia di marchi di proprietà (si veda qui il comunicato stampa). La società Munecas Arias ha in pancia anche un business del fotovoltaico.
“Il Gruppo Giochi Preziosi dimostra ancora una volta la sua capacità di selezionare e portare a bordo asset che continuano a creare valore per l’azienda e in grado di plasmare un futuro solido e duraturo. Il contesto di mercato è attualmente difficile, ma il gruppo continua il suo impegno nell’investire per il futuro”, ha detto il presidente Enrico Preziosi.
“Dopo 45 anni di duro lavoro, iniziato con i nostri genitori, José Antonio Arias e María-Luisa Martínez, ci siamo resi conto che per fare un ulteriore passo avanti per il nostro brand avevamo bisogno di un aiuto dall’esterno. Vediamo una straordinaria opportunità di fronte a noi. Abbiamo condiviso e condivideremo con il Gruppo Giochi Preziosi la stessa passione e l’impegno nel portare un sorriso e prodotti di qualità a tutti i bambini del mondo”, ha affermato Francisco Arias, ceo di Munecas Arias. Il gruppo spagnolo produce bambole, accessori e complementi fatti a mano di grande qualità e realismo in Spagna, distribuiti in più di 30 paesi ed è una delle prime aziende a sviluppare su larga scala la linea di prodotti dei neonati Reborns, bambole che simulano perfettamente la realtà e che vengono create utilizzando tecniche molto complesse ed artigianali.
Ricordiamo che, proprio per acquisire le bambole Famosa Toys, Giochi Preziosi aveva nuovamente rinviato lo sbarco in Borsa, sebbene tutto fosse ormai sostanzialmente già pronto (si veda altro articolo di BeBeez) e da allora il progetto è stato messo nel cassetto. A luglio 209 Giochi Preziosi aveva poi acquisito anche il noto produttore di peluche Trudi (si veda altro articolo di BeBeez). L’operazione era attesa da mesi (si veda altro articolo di BeBeez). A vendere era stata Paladin Capital Partners spa, società controllata dalla holding Carisma, che a sua volta fa capo a Giovanni Cagnoli, ex ceo di Bain &Co. Italy (si veda altro articolo di BeBeez). Trudi era stata acquistata da Carisma nel 2005 che l’ha focalizzata sul core business cedendo il retail.
Ricordiamo che lo scorso 5 gennaio 2022 il Gruppo Giochi Preziosi è entrato nel capitale di Promotica: il leader italiano dei giocattoli aveva siglato in quell’occasione un accordo per l’acquisto di 500mila azioni dalla controllante Dieci Sette srl, proprietaria a quella data di 13.600.000 azioni ordinarie, pari al 84,63% del capitale sociale di Promotica. La quota, rappresentativa del 3,11% del capitale è stata ceduta il 15 gennaio 2022, a un prezzo di 3 euro ad azione, per un controvalore complessivo di 1,5 milioni di euro (si veda qui il comunicato stampa di allora).
Il 30 novembre 2021 era stato ultimato l’acquisto dal Gruppo Giochi Preziosi dell’80% di Grani & Partners spa, società con una storia di oltre 40 anni dalle consolidate competenze in ambito manifatturiero e licensing, nonché player internazionale sul mercato promozionale per prodotti dedicati al mondo del bambino e al mondo dell’adulto con particolare riferimento all’automotive.
Precedentemente, a settembre 2020 Giochi Preziosi ha ottenuto un finanziamento da 85 milioni di euro garantito da Sace tramite Garanzia Italia (si veda altro articolo di BeBeez). Il finanziamento è stato concesso da un pool di finanziatori composto da Unicredit, in qualità di global coordinator, facility agent e Sace agent, Banco Bpm, Intesa Sanpaolo, Unicredit e Cassa Depositi e Prestiti, in qualità di arranger, bookrunner e finanziatori originari. I capitali sono destinati a finanziare investimenti, capitale circolante, costi del personale e affitti in Italia.
L’idea dello sbarco in Borsa a questo punto non è più d’attualità. Ricordiamo però che era stato nuovamente bloccata dal coronavirus. A inizio 2020 stava riprendendo forma per l’ennesima volta (si veda altro articolo di BeBeez). A fine febbraio si era tenuto un incontro tra la società e gli analisti e le banche del consorzio di collocamento (Barclays, Banca Imi, Banca Akros, Jefferies e Rothschild). L’obiettivo era un’offerta mista, in parte di vendita e in parte in aumento di capitale, per il 48% circa del gruppo (si veda altro articolo di BeBeez).
Il finanziamento serviva quindi sostanzialmente a traghettare l’attività del gruppo mentre si studiavano soluzioni alternative all’ipo. A giugno di quell’anno si diceva che Oaktree Capital Management stesse studiando il dossier, mentre contemporaneamente un altro fondo si era messo a studiare l’MBO del gruppo, insieme al management sia di Giochi Preziosi sia della controllata spagnola Famosa Toys.
Da allora Giochi Preziosi si è messo a studiare un management buyout finanziato da un fondo e che coinvolgerebbe i manager di Giochi Preziosi e di Famosa Toys. Parallelamente, il fondo americano Oaktree Capital Management si era messo a studiare il dossier Giochi Preziosi (si veda altro articolo di BeBeez). Il capitale dell’azienda è in pegno a Unicredit, Intesa Sanpaolo e BancoBpm, in seguito al finanziamento da 250 milioni ottenuto nel corso del 2019 (si veda altro articolo di BeBeez). Quindi queste banche avranno l’ultima parola nel processo di riassetto azionario, così come sono state coinvolte ora in occasione del finanziamento da 85 milioni, che ha comportato una revisione dei connessi aspetti del finanziamento da 250 milioni. Il gruppo è controllato dall’imprenditore Enrico Preziosi (attraverso la GP srl per l’88,22%) che a febbraio 2020 ha trasferito l’11,7% del capitale della società alla newco New Deal srl, nella quale ha investito anche Centurion Global Sicav (sottoscritta tra gli altri anche dal Vaticano) per una quota del 18,5% pagata 13 milioni, pari quindi al 2,1% del gruppo.
Ricordiamo infine che a luglio 2017 Giochi Preziosi ha venduto la quota che aveva in jv con Artsana: una joint venture paritetica che gestiva la parte retail dei business delle due aziende di giocattoli e prodotti per l’infanzia. La società comasca controllata al 60% dal fondo Investindustrial si era infatti impegnata a rilevare il 50% di proprietà della Giochi Preziosi nella jv Prénatal Retail Group e relativa al business retail (551 negozi in tutta Europa), che nel 2015 aveva unito le catene Toys Center, King Jouet, Prénatal e Bimbostore in un unico grande network (si veda altro articolo di BeBeez).
L’intesa prevedeva che Artsana riconoscesse alla controparte un prezzo complessivo di 105 milioni: 97 milioni per l’acquisto della partecipazione e altri 8 milioni a compensazione della somma versata, pro-quota, dalla stessa Preziosi nell’aumento di capitale da 16 milioni varato a marzo 2017. Enrico Preziosi aveva incassato così i capitali necessari a liquidare il partner cinese Ocean Gold Global, che all’epoca possedeva il 49% del gruppo Giochi Preziosi, un prezzo già indicato negli accordi siglati tempo prima tra i due azionisti del gruppo dei giocattoli e che prevedevano anche una penale salata nel caso in cui l’imprenditore italiano non ricomprasse la quota del socio orientale entro i termini (si veda altro articolo di BeBeez).
Giochi Preziosi ha chiuso l’esercizio 2021 con ricavi in decrescita a 348 milioni di euro, un ebitda calato a 13,7 milioni e debiti finanziari per 322 milioni (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).