Semestre in crescita per il Gruppo Banca Finint, con risultati trainati dall’investment banking e dal wealth management. A fine giugno, infatti, il gruppo gestiva o forniva consulenza a 14,8 miliardi di euro di attivi (+19% dai 12,4 miliardi di fine 2023, si veda altro articolo di BeBeez), dei quali 5,2 miliardi nell’asset management (da 5 miliardi), 3,8 miliardi nel private banking (da 3,5 miliardi), 3 miliardi nei servizi di consulenza alla clientela istituzionale (da 1,7 miliardi) e 2,8 miliardi nel segmento crediti deteriorati (da 2,2 miliardi).
Lo ha comunicato ieri il gruppo a valle della riunione del consiglio di amministrazione, presieduto da Enrico Marchi, che ha approvato i risultati consolidati semestrali
e che presenterà il prossimo settembre il nuovo piano strategico 2024-2026 (si veda qui il comunicato stampa).
Quanto ai ricavi, il margine di intermediazione di gruppo è salito a 70 milioni di euro (+23%), con ricavi da commissioni nette che ammontano a 51,6 milioni (+22%) pari al 74% del margine di intermediazione, grazie soprattutto all’incremento costante del business delle cartolarizzazioni che segna un +16% a 19 milioni. In evidenza anche la crescita esponenziale della divisione Corporate Finance che passa da circa un milione a oltre 6 milioni, grazie allo sviluppo della business unit m&a. Sul totale delle commissioni nette il peso prevalente è quindi quello del business delle cartolarizzazioni (37%), a seguire l’attività di asset management di Finint Investments sgr (21%), quella di private banking (15%) e quella NPE (10%). Così, nonostante un aumento dei costi operativi (55,3 milioni di euro, +19,5%), conseguente alla forte crescita dell’attività, il semestre si è chiuso con un utile lordo consolidato di 13,1 milioni, in crescita del 18%.
Il tutto a fronte di una situazione patrimoniale ben solida, con un Total Capital Ratio (TCR) pari a 16,5% a livello consolidato (in leggero calo però dal 17,06% di fine 2023) e un ROTE superiore al 17%, così come il profilo di liquidità della banca che si mantiene su livelli elevati con un Liquidity Coverage Ratio (LCR) al 210% e il Net Stable Funding Ratio (NSFR) superiore a 174%.
Ricordiamo che il bilancio consolidato 2023 si era chiuso per il gruppo con ricavi e utili in crescita a doppia cifra, con il margine di intermediazione che aveva raggiunto i 126 milioni di euro (+43%), di cui margine finanziario e da servizi a 115,8 milioni (+36%) e con ricavi da commissioni per 95,4 milioni (+36%). Il tutto aveva portato quindi a un utile lordo consolidato di 26,8 milioni (+16%) e a un utile netto di 18,9 milioni (+17%) (si veda altro articolo di BeBeez). Risultati che erano arrivati peraltro dopo un 2022 che a sua volta aveva fatto registrare un boom di performance, grazie all’ampliamento del perimetro del gruppo, dopo le acquisizioni di Banca Consulia (oggi Finint Private Bank) e di Finint Revalue (si veda altro articolo di BeBeez).
Enrico Marchi, presidente del Gruppo Banca Finint, ha dichiarato: “I risultati del primo semestre dimostrano la solidità di un gruppo in continua crescita grazie alle sinergie di una sempre più profonda integrazione tra le diverse entità che lo compongono e alla continua specializzazione dei servizi dedicati ai nostri clienti. Sono felice che a guidare questi risultati ci sia un management concentrato sullo sviluppo del business e capace di far evolvere costantemente il Gruppo, accompagnandolo anche in una crescita dimensionale che nei primi sei mesi dell’anno ci porta a superare gli 860 professionisti, tra dipendenti e financial advisor”.
E Lucio Izzi, amministratore delegato del Gruppo Banca Finint, insediatosi lo scorso aprile (si veda altro articolo di BeBeez), ha aggiunto: “La semestrale presentata oggi conferma il trend di crescita già evidenziato dagli eccellenti risultati registrati nel 2023. I principali indicatori economici di utile, margine di intermediazione e margine di interesse crescono tutti a doppia cifra. Il consolidamento del business, testimoniato anche da un costante incremento delle masse gestite, si affianca a una situazione patrimoniale di grande solidità. Si tratta di risultati positivi che rappresentano una solida base su cui continuare il nostro percorso di crescita sostenibile che consolideremo nel nuovo piano strategico 2024-2026 che verrà presentato a settembre”.
Ricordiamo che, in occasione della nomina del nuovo Cda lo scorso aprile, Marchi aveva chiarito che il progetto di quotazione, nel cassetto ormai da qualche anno (si veda altro articolo di BeBeez), non è più attuale: “Sulla quotazione non è più il caso di parlare perché ci penseremo solamente quando se ne verificheranno le necessità e le opportunità. Oggi non abbiamo necessità di ridurre la nostra partecipazione di famiglia e quindi mancano le motivazioni per lo sbarco in Borsa, inoltre i nostri numeri sono ottimi e quindi non ne abbiamo bisogno”. E aveva aggiunto: “La valuteremo solo in caso di opportunità transformazionale che ci potrebbe portare, per esempio, a fare magari un’acquisizione molto importante per accelerare il nostro percorso di crescita”.