Cherry Bank, nata a ottobre 2021 dalla fusione del servicer Cherry 106 spa con l’istituto padovano Banco delle Tre Venezie e controllata da Giovanni Bossi (si veda altro articolo di BeBeez), ha chiuso il 2022 con un utile netto di 10,9 milioni di euro rispetto alla perdita netta (dato proforma) di 756 mila euro del 2021 (si veda qui il comunicato stampa).
Un risultato che arriva a fronte della crescita del 5% dell’erogato lordo a quota 600 milioni di euro, così come già comunicato lo scorso gennaio (si veda altro articolo di BeBeez), servendo oltre 2.500 imprese attraverso le sue tre business unit dei servizi bancari tradizionali, crediti fiscali e special situations.
Più nel dettaglio, gli impieghi netti verso imprese sono passati a 478,8 milioni di euro dai 461,5 milioni del 31 dicembre 2021 mentre la raccolta ha raggiunto i 987,3 milioni. in aumento del 4,7% rispetto ai 942,9 milioni del 2021. E’ composta di raccolta diretta da clientela per 670,1 milioni di euro, e di raccolta istituzionale per 317,2 milioni (+28,0%), di cui 222,2 milioni di euro relativi alle tranche TLTRO III. Il CET1 ratio si è attestato al 14,34%, dal 13,10% del 2021, con il totale attivo della banca che è arrivato a 1,1 miliardi di euro (+8,1% rispetto al 2021).
Il margine di intermediazione riclassificato è stato pari a 54,1 milioni di euro rispetto ai 29,8 milioni di euro dell’esercizio precedente (+81,5%), con le rettifiche di valore nette per rischio di credito ammontate a 3,9 milioni nel 2022, rispetto ai 9,2 milioni di euro del 2021 (-57,1%) e i costi operativi pari a 37,6 milioni di euro dai 21 milioni precedenti. Questo incremento, ha spiegato in una nota Cherry Bank, è la conseguenza dell’importante crescita del personale avvenuta nell’esercizio (+81 risorse) e del processo di strutturazione organizzativa intrapreso a seguito della fusione con Cherry 106.
Per quanto riguarda il valore netto dei crediti NPL acquistati, è salito a 61,2 milioni di euro rispetto a 45,1 milioni di euro (+36%) del 2021. Il gross book value a fine 2022 è stato invece pari a 3,85 miliardi di euro, un dato tutto sommato in linea con quelli dello scorso ottobre, per i quali Cherry Bank poteva già contare in appena dodici mesi di vita su un portafoglio di asset deteriorati acquisiti di 3,7 miliardi di euro nominali (si veda altro articolo di BeBeez), avendo finalizzato sino a quel momento 13 operazioni, tra cui la più rilevante è rappresentata da un portafoglio (valore nominale pari a 1,9 miliardi di euro) originato dal settore bancario e acquisito nel mercato secondario.
In virtù dei buoni risultati, il cda di Cherry Bank proporrà all’assemblea dei soci la destinazione dell’utile 2022 integralmente a riserva, in coerenza con il percorso di rafforzamento patrimoniale della banca.
Bossi ha dichiarato: “Sono stati raggiunti risultati eccellenti in un anno difficile. Abbiamo puntato ad una crescita importante anche nell’ambito del personale: la squadra é stata integrata con tanti innesti giovani e qualche senior segnando un aumento di ben 81 risorse rispetto a fine 2021, questo con il chiaro obiettivo di rafforzare la nostra essenza di human bank. Nel futuro continueremo quindi a crescere grazie alle competenze, alle opportunità che sapremo cogliere e alla tenacia che ci contraddistingue, anche nell’interesse di tutti i nostri stakeholders”.
Ricordiamo che lo scorso settembre, dopo il lancio precedente della divisione special situations (si veda altro articolo di BeBeez), Cherry Bank ha presentato quella dedicata al Wealth Management avviando contestualmente un piano di assunzioni ad essa dedicata (si veda altro articolo di BeBeez) per la creazione di un nuovo pool di professionisti nella gestione del risparmio da dislocare nelle zone già presidiate dalle filiali della banca (Padova, Mestre, Treviso, Verona e Vicenza) e in altri territori target per disponibilità di ricchezza, con l’obiettivo di creare una boutique per risparmiatori e imprese.
Pur essendo la fusione avvenuta a inizio ottobre 2021, la nuova entità nata dall’incorporazione del servicerCherry 106 spa (ex Cassiopea NPL) nell’istituto di credito padovano Banco delle Tre Venezie ha assunto la denominazione di Cherry Bank soltanto a marzo 2022. Oggi, Bossi è socio di maggioranza relativa con il 40,7% e ricopre la carica di amministratore delegato (si veda altro articolo di BeBeez). A seguito della fusione, i preesistenti soci del Banco Tre Venezie detenevano il 49% del capitale sociale della banca post-fusione, mentre gli ex soci Cherry 106 possedevano il 51%, con appunto Bossi in maggioranza relativa.
Cherry 106 spa era la ex Cassiopea NPL, un intermediario finanziario iscritto al registro di Banca d’Italia di cui all’art. 106 Testo Unico Bancario (TUB), di cui Bossi aveva acquisito il 65% nel novembre 2019 (si veda altro articolo di BeBeez). Nel 2020 la società è poi cresciuta di organico nelle tre sedi di Roma, Milano e Padova e ha ampliato le aree di attività, dopo i settori degli npl e della tecnologia applicata al credito (Cherry Bit, la piattaforma di intelligenza artificiale sviluppata da Cherry srl fondata sempre nel 2020 da Giovanni Bossi, si veda altro articolo di BeBeez), si sono infatti aggiunti i servizi legali con la nascita della società tra avvocati Cherry Legal (si veda altro articolo di BeBeez) e la compravendita di crediti fiscali, grazie al lancio, insieme a Banco Bpm, della piattaforma fintech SuperB Cherry106, dedicata all’acquisto di crediti fiscali derivanti dagli interventi di riqualificazione energetica superbonus, ecobonus, sismabonus (si veda altro articolo di BeBeez).