Si intensificano le voci su una possibile exit da parte di BC Partners dall’investimento in IMA, il gruppo controllato dalla famiglia Vacchi, specializzato nella progettazione e nella produzione di macchine automatiche per il processo e il confezionamento di prodotti farmaceutici, cosmetici, alimentari, tè e caffè. Il fondo è presente nel capitale di IMA dal gennaio 2021 con una partecipazione di circa il 45%, a valle di un’opa con delisting del titolo da Piazza Affari (si veda altro articolo di BeBeez).
Secondo indiscrezioni riferite da MF Milano Finanza e da Il Sole 24 Ore, il dossier IMA potrebbe arrivare sul mercato a partire dal secondo semestre di quest’anno (o al massimo nel 2024), aprendo un’asta in cui sarebbero coinvolti in primis altri grandi fondi di private equity tra cui, Bain Capital, EQT, Advent.
Tra gli esperti di settore, però, c’è chi in realtà frena sostenendo che la vendita della quota da parte di BC Partners sia più uno scenario alimentato dal forte corteggiamento di altri fondi, piuttosto che una vera volontà dei britannici uscire di scena da un gruppo in cui avevano investito fortemente appena due anni fa, tramite un’opa dal controvalore complessivo di circa 746 milioni di euro. Oggi IMA è forte di una continua crescita che, solo nel 2021, l’ha portata a fatturare 1,7 miliardi di euro, con un ebitda di 272 milioni e un debito finanziario netto di 1,1 miliardi (si veda qui l’analisi di Leanus dopo essersi registrati gratuitamente).
Ricordiamo che l’offerta a 68 euro per azione, partita il 14 dicembre 2020 (si veda altro articolo di BeBeez) da IMA BidCo spa (controllata al 100% indirettamente da Sofima spa), si era conclusa il 14 gennaio 2021. In seguito all’opa, Ima era uscita da Borsa Italiana dopo 25 anni di contrattazioni (di cui 20 sul segmento Star).
L’obbligo di opa era scattato nel novembre 2020, a valle del perfezionamento del passaggio delle quote della holding Sofima (Società Finanziaria Macchine Automatiche Ima) nelle mani di Bc Partners (si veda altro articolo di BeBeez). L’operazione era stata annunciata a fine luglio (si veda altro articolo di BeBeez).
Nel dettaglio la famiglia Vacchi, al controllo di Sofima spa che nel novembre 2020 deteneva il 51,6% del capitale e il 67% dei diritti di voto di IMA, aveva ceduto a May spa, veicolo che fa capo a Bc Partners, il 19,070% delle azioni Sofima e il 41,414% dei relativi diritti di voto a 1372,39 euro per ogni azione Sofima, corrispondenti a una valorizzazione di 68 euro per ogni azione IMA (compreso il dividendo) e contestualmente acquirenti e venditori hanno sottoscritto un patto parasociale per condividere la governance. L’operazione si era basata su un equity value di IMA di 2,93 miliardi di euro.