Terminal Investment Limited (TIL), azienda del Gruppo MSC con la quale la holding della famiglia Aponte investe nei terminal marittimi, si è impegnata a salire all’80% del TMT-Trieste Marine Terminal, società che gestisce il Molo VII del porto giuliano, di cui TIL controll già il 50%. A vendere è stata direttamente la TO Delta, società controllata dalla holding della famiglia Maneschi che manterrà comunque una quota di minoranza.
Nell’operazione i venditori sono stati seguiti da Vitale & Co e da Gattai, Minoli, Partners.
La notizia era già stata anticipata prima dell’estate, ma ora è divenuta ufficiale con la conferma arrivata dallo stesso patron di TO Delta, Antonio Maneschi come riportato da Shipping Italy. La mossa è propedeutica al lancio di un vasto programma di investimenti, ormi necessari considerato che il terminal nel 2022 farà con tutta propbabilità segnare il record storico di attività con un 15% di Teu movimentati rispetto al 2021. La società che lo gestisce ha chiuso il 201 con un fatturato di oltre 79 milioni di euro, un ebita di 10,6 milioni e un debito netto di 12,5 milioni (si veda qui il report di Leanus, una volta registrati gratuitamente).
Il Porto di Trieste è da tempo al centro dell’attenzione dei potenziali investitori per la sua importanza strategica, tanto che recentemente Icop spa, impresa fondata nel 1920 con sede a Basiliano (Udine), tra i principali operatori europei specializzati nel microtunnel, nell’ingegneria del sottosuolo e nelle opere infrastrutturali, ha ottenuto un finanziamento da 20 milioni di euro da BNL BNP Paribas e UniCredit (con la garanzia di SACE). I proventi dell’operazione saranno destinati agli investimenti per la costruzione di un nuovo polo logistico infrastrutturale nel porto (si veda altro articolo di BeBeez).
Più nello specifico, Icop ha rilevato le quote di Finarvedi, la società concessionaria dell’area nella quale verrà realizzato il nuovo polo che prenderà il posto dello storico impianto siderurgico di Servola, la Ferriera, chiuso nel 2020 dopo 123 anni di storia. Oltre a Icop, sono sati coinvolti nel progetto anche i ministeri dello Sviluppo Economico, Ambiente e Infrastrutture e Trasporti, l’Agenzia Nazionale politiche attive Lavoro, l’Agenzia Demanio, il Porto di Trieste, la Regione Friuli Venezia-Giulia il Comune di Trieste e il Gruppo Arvedi, che cederà l’area interessata di sua proprietà in cambio dell’area adiacente per realizzare due nuove linee di zincatura e verniciatura continua, protagoniste della prima garanzia green con SACE (si veda qui il comunicato stampa).
Quanto a MSC (Mediterranean Shipping Company), con sede a Ginevra, è un’azienda leader a livello mondiale nel settore dei trasporti e della logistica, di proprietà privata e fondata nel 1970 da Gianluigi Aponte. Tra le principali compagnie di navigazione container al mondo, MSC ha 675 uffici in 155 Paesi del mondo e il Gruppo MSC impiega oltre 150.000 persone. Grazie all’accesso a una rete integrata di risorse di trasporto stradale, ferroviario e marittimo che si estende in tutto il mondo, la compagnia fornisce un servizio globale. La linea di navigazione di MSC naviga su oltre 260 rotte commerciali, facendo scalo in 520 porti. Nel 2021, il gruppo MSC ha fatturato 789 milioni di euro, riportando una perdita operativa di 396 milioni (si veda qui il report annuale di MSC).
E non deve esere estranea alla strategia di espansione nei porti italiani la decisione del Gruppo di Aponte presa dopo un tira e molla durato diversi mesi, di tirarsi definitivamente fuori dalla partita su ITA Airways (si veda altro articolo di BeBeez), dopo aver creato in passato una cordata con Lufthansa per entrate nella compagnia aerea italiana. Con una nota, la società marittima ha recentemente comunicato che “il gruppo MSC conferma di aver già informato le autorità competenti di non essere più interessata a partecipare alla privatizzazione di ITA Airways, non ravvisandone le condizioni nell’attuale procedura”. E infatti non a caso, al momento della riapertura della data room di ITA Airways a novembre, passo necessario per preparare le nuove offerte, Lufthansa si era presentata da sola, senza MSC, cosa mai successa prima. Secondo alcune fonti stampa, la scelta di MSC di sfilarsi sarebbe strategica, con l’obiettivo di convincere il governo al via libera all’acquisto di importanti terminal portuali in Italia per contrastare così i cinesi di COSCO.
Qualche mese fa la cordata Lufthansa-MSC, avrebbe presentato un’offerta che secondo una fonte si sarebbe aggirata tra gli 850 e i 900 milioni di euro per una quota dell’80%. Già il 24 gennaio 2022 era arrivata la manifestazione di interesse da parte di MSC-Lufthansa ed era compresa in una forbice tra 1,2 e 1,4 miliardi di euro, poi il 23 maggio è stato offerto dalla stessa cordata 1 miliardo per l’80% dell’aviolinea, ma l’offerta vincolante era poi attesa ulteriormente in ribasso dagli analisti, come infatti è avvenuto. Lo stesso valeva per Certares, che a maggio ha offerto una cifra compresa tra 650 e 850 milioni (si veda altro articolo BeBeez).
Nonostante la trattativa naufragata con ITA, Msc è comunque entrata nel trasporto areo. La società di navigazione italo-svizzera ha lanciato a fine settembre l’operazione Msc Air Cargo, un servizio complementare alle soluzioni di trasporto marittimo di container.
Ricordiamo che lo scorso ottobre Msc, attraverso la sua controllata Shipping Agencies Services Sàrl, ha acquisito da Rimorchiatori Riuniti (RR) e dal fondo Dws Infrastructure Investment il 100% di Rimorchiatori Mediterranei (RM), la subholding di RR attiva nei servizi di rimorchio portuale nei porti di Italia, Malta, Singapore, Malesia, Norvegia, Grecia e Colombia. La valutazione sarebbe attorno al miliardo di euro. Ricordiamo che DWS detenva il 35% di RM, mentre RR deteneva il rimanente 65% (si veda altro articolo di BeBeez).
A sua volta Rimorchiatori Riuniti è controllata dalle famiglie Gavarone e Delle Piane. Con Rimorchiatori Mediterranei, quindi, il gruppo italo-svizzero facente capo alla famiglia Aponte, già leader nel trasporto via container, si rafforza in un settore dai notevoli margini di redditività lorda, tra il 40 e il 50%.
Nel settembre dello scorso anno, invece, attraverso la controllata Medtug, il gruppo MSC è salito al 100% di Con.tug, concessionaria del servizio di rimorchio nel porto di Gioia Tauro, di cui già deteneva il 50%.