di Paola Stringa
Il Gruppo Rainbow, nato nel 1995 come piccolo studio di animazione, per iniziativa di Iginio Straffi e rapidamente cresciuto fino a diventare una content company globale dell’intrattenimento, tanto da attrarre nel 2011 l’investimento del colosso statunitense Viacom, tuttora nel capitale con il 29,62% (si veda qui il comunicato stampa di allora), è salito al 100% della Colorado Film. Lo riferisce Il Sole24Ore .
Straffi in questo modo completa l’ioperazione iniziata nel 2017, quando aveva acquisito il 60% del gruppo Iven, fondato tra gli altri da Gabriele Salvatores, Diego Abatantuono e Paolo Rossi, e di cui fanno parte, oltre a Colorado Film, amche Moviement, San Isidro e la partecipazione in Gavila srl (si veda altro articolo di BeBeez).
Evidentemente Straffi ha approfittato del momento di debolezza del mercato cinematografico, che ha indebolito diverse case di produzione. Per Cinetel, la società partecipata da ANEC (Associazione Nazionale Esercenti Cinema) e ANICA (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Digitali) che cura la raccolta degli incassi e delle presenze nelle sale cinematografiche, il 2021 ha visto un calo del 70% degli incassi e del 73% delle presenze in sala rispetto all’anno pre-pandemico. L’anno scorso, poi, il mercato italiano è l’unico, fra i grandi Paesi d’Europa, a non essersi ripreso, con un -7% rispetto al 2020 contro il +47,5% della Francia, il +75% del Regno Unito il +20% della Germania e il +45% della Spagna.
La Colorado Film Production vanta 18,7 milioni di fatturato nel 2021, un ebitda di 11,3 milioni e un utile netto di 2,7 milioni, con liquidità netta per 5,6 milioni, che seguono ai 18,5 milioni di fatturato e 2,5 milioni di utile del 2020 (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente). La società è stata fondata nel 1986 da Gabriele Salvatores, Diego Abatantuono, l’attore Paolo Rossi e l’agente e produttore Maurizio Totti. A seguito dell’acquisizione Alessandro Usai resterà amministratore delegato della società, proprietaria di programmi di intrattenimento live come Colorado Cafè e serie tv, oltre che più di 40 film e partner con player storici come Rai Cinema, Medusa, Vision Distribution di Sky in Italia, Tf1 e Studio Canal, ma anche Netflix e Amazon Prime Video.
Rainbow, divenuta celebre per le fatine Winx, vanta invece un valore della produzione di 85,4 milioni nel 2021, ricavi netti per 63,8 milioni, un ebitda di 30,9 milioni e un utile netto a 6,3 milioni, a fronte di un indebitamento finanziario netto di soli 574 mila euro (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente). Più volte ha tentato di sbarcare in Borsa. La Ipo già programmata per il maggio 2018 (si veda altro articolo di BeBeez) è saltata a pochi giorni dallo sbarco a Piazza Affari, quando la società marchigiana ha deciso di sospendere la quotazione (si veda altro articolo di BeBeez).Era già il secondo tentativo. Già nel 2015 Rainbow ci aveva provato, senza successo, dopo un prmo tentativo nel 2007 (si veda altro articolo di BeBeez).
Oltre ad avere una presenza diretta all’estero (avendo acquisito nel 2015 la canadese Bardel Entertainment), Rainbow è ben presente sui mercati internazionali grazie al prodotto di punta, appunto il cartone animato delle fatine Winx, ora diventate un live action con la serie Netflix, Fate: The Winx Saga. La seconda stagione arriverà nel corso dell’anno.