Banca Finint ha presentato un’offerta vincolante per acquistare Banca Consulia, istituto milanese controllato da Capital Shuttle spa, società veicolo partecipata da una cordata di manager della stessa Consilia e dal private equity americano Magnetar Capital.
L’offerta, che prevede che ai soci di Banca Consulia siano attribuite sia azioni sia una componente cash, è stata approvata sia da Banca Finint sia e dagli azionisti e resta condizionata all’esito positivo della due diligence (si veda qui il comunicato stampa).
Banca Consulia è sul mercato dal 2020. Nel dicembre scorso Banca Intermobiliare (BIM), quotata a Piazza Affari e controllata dal fondo Attestor Capital, aveva spuntato l’esclusiva per l’acquisizione della banca (si veda altro articolo di BeBeez). Quest’ultima aveva prorogato più volte il periodo di esclusiva concesso a BIM (si veda altro articolo di BeBeez), finché la trattativa è saltata definitivamente nel marzo scorso (si veda altro articolo di BeBeez). Si dice che l’offerta di BIM si collocasse attorno ai 32 milioni di euro, di cui la metà per cassa e l’altra metà in azioni. In modo che al termine dell’operazione gli azionisti di Consulia avrebbero avuto attorno al 15% del capitale di BIM.
Prima della trattativa con BIM, lo scorso anno si diceva che ci fossero state trattative per un possibile passaggio di quote a Banca Aletti, la private bank di Banco Bpm, e a Banco di Desio e della Brianza. Nel 2019 sul mercato infine si erano diffuse voci circa un interesse di Magnetar Capital di incrementare la sua quota dall’attuale 10% sino al 20%.
L’interesse di Banca Finint per Banca Consulia arriva dopo il nulla di fatto dell’istituto presieduto da Marchi su Banca Profilo (si veda qui Il Gazzettino). Ricordiamo infatti che lo scorso febbraio Banca Finint aveva presentato un’offerta vincolante per l’acquisto della quota di controllo (62,4%) della banca quotata a Piazza Affari e messa in vendita da Sator Private Equity Fund (si veda altro articolo di BeBeez). Anche in quel caso l’offerta consisteva in una proposta mista, in contanti e carta contro carta con un’ipotesi di fusione tra le due banche in modo tale che Banca Finint si sarebbe ritrovata quotata.
L’offerta di Finint era arrivata dopo che Banca Profilo aveva rimandato al mittente l’offerta di Banor sim, ritenendola troppo bassa. Tuttavia a inizio marzo è stato chiaro che la proposta di Banca Finint non poteva essere la scelta migliore per Sator perché il fondo, come noto, è in liquidazione e già la sua scadenza è stata prorogata al 2022 rispetto a quella originaria a fine 2020, il che significa che per il fondo ha bisogno di contanti in cambio della sua quota. Certo, avrebbe potuto vendere poi sul mercato le azioni del nuovo gruppo, ma evidentemente non ha voluto rischiare che si allungassero i tempi. Così ha preferito riprendere le trattative con Banor sim. L’offerta di quest’ultima è infatti totalmente cash e si parla di 160 milioni di euro. E’ notizia di ieri, però, che anche questa nuova trattativa non ha avuto successo (si veda qui il comunicato stampa). Arepo BP, capogruppo di Banca Profilo, ha infatti comunicato che “non sono pervenute da parte di Banor Sim ulteriori offerte sulla partecipazione di controllo detenuta in Banca Profilo rispetto a quella già ritenuta inadeguata dal Consiglio di Amministrazione del 18 febbraio scorso. Pertanto le trattative sono da considerarsi concluse. Conseguentemente, l’advisor Lazard ha avviato in questi giorni interlocuzioni con nuovi soggetti, italiani e internazionali, che nel frattempo hanno manifestato interesse a un’operazione sulla Banca secondo le linee guida di sviluppo previste dal piano industriale”.
Tornando a Banca Consulia, questa è la ex Banca IPIBI Financial Advisory che ha cambiato nome nel novembre 2015 (si veda qui il comunicato stampa di allora), a valle del cambio di controllo avvenuto nel febbraio di quell’anno, quando Capital Shuttle ha comprato da Veneto Banca il 55% del capitale della banca e sottoscritto un piccolo aumento di capitale arrivando al 58,3% (si veda qui il comunicato stampa di allora). Nel giugno 2017 poi Capital Shuttle ha comprato l’intera partecipazione che Veneto Banca ancora deteneva in Banca Consulia, pari al 25,52% del capitale, pagando 13,5 milioni di euro, e salendo così all’83,82% di Banca Consulia (si veda qui il comunicato stampa). Quell’operazione era stata condotta con il supporto di Magnetar Capital, che aveva a sua volta sottoscritto in aumento di capitale una partecipazione dell’11,91% in Capital Shuttle, pari quindi al 9,98% di Banca Consulia (si veda altro articolo di BeBeez).
Con sedi a Milano, Torino e Roma, Banca Consulia, guidata dal presidente Cesaro Castelbarco Albani e dall’amministratore delegato Antonio Marangi, opera sui territori con una rete di oltre 150 advisor, dislocati su circa 40 presidi territoriali. Offre tutti i servizi tipici del settore del private banking: gestioni patrimoniali, wealth management, prodotti assicurativi, OICR in logica di piattaforma guidata, servizi di negoziazione, crediti Lombard, oltre a tutti i tradizionali servizi bancari, anche online.
Nel 2019 gli asset under management retail di Banca Consulia si sono attestati a oltre 2,5 miliardi, mentre gli asset complessivi sono rimasti sostanzialmente stabili a oltre 2,7 miliardi con una raccolta netta retail positiva della rete stabile per 73 milioni. A inizio marzo ha annunciato una partnership con Anthilia Capitali Partners sgr per il collocamento dell’Eltif Economia Reale Italia, Pir alternativo che investe in modo bilanciato e paritetico in private equity e private debt, che ha un target di raccolta di 100 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez).
Cesare Castelbarco Albani, presidente di Banca Consulia, ha spiegato: “L’operazione è funzionale a perseguire uno sviluppo importante in un segmento di mercato ad alto valore aggiunto. Generare sinergie reciproche attraverso le specializzazioni delle singole realtà consente di essere competitivi sul mercato e di rafforzare la professionalità della rete commerciale, arricchendo significativamente l’offerta di consulenza ai clienti”.
“L’iniziativa si inserisce nell’ambito del percorso strategico di crescita intrapreso da Banca Finint e rappresenta per il nostro istituto la possibilità di accelerare nel percorso di sviluppo in settori, come il private banking e il wealth management, complementari all’attuale core business, oltre che di completare la gamma di servizi a disposizione dei propri clienti. Qualora le due diligence andassero a buon fine, l’obiettivo è di raggiungere la fusione tra i due istituti all’inizio del 2022”, ha dichiarato Enrico Marchi, presidente di Banca Finint.
Quando Banca Finint aveva fatto la sua offerta per Banca Profilo, Marchi aveva spiegato al Gazzettino che, nel caso in cui l’operazione non fosse andata in porto, “pensiamo a una quotazione di Banca Finint nei primi mesi del 2022, quando anche la situazione economica si sarà ripresa. Una quotazione finalizzata ad accelerare lo sviluppo: non venderemo azioni mie e degli altri soci, lanceremo un aumento di capitale tra 100-150 milioni per sostenere acquisizioni. Questa è l’occasione per dotare il Veneto di una vera banca d’affari. Nel Nordest c’è chi vuole comprare o crescere, imprenditori che hanno da risolvere un passaggio generazionale, che vogliono quotarsi, che vogliono accedere al mercato capitale, o vogliono gestire i loro soldi al meglio: noi vogliamo affiancarli in queste operazioni diventando una boutique finanziaria a 360 gradi. Io vedo grandi potenzialità nel Nordest, un’area che ha perso tanti soggetti finanziari” (si veda altro articolo di BeBeez).
Banca Finint ha chiuso il 2020 con un utile netto consolidato di 21,1 milioni di euro, in crescita di ben il 43,5% da 2019, grazie a componenti non ricorrenti. In particolare, in grande crescita i risultati della partecipata Finint sgr, che ha raggiunto un risultato netto di 2,4 milioni di euro (+23,5%). L’espansione ha riguardato sia il settore mobiliare con il lancio del nuovo fondo Efesto Credit Fund, dedicato all’acquisto di Utp corporate dalle banche (si veda altro articolo di BeBeez) sia quello del real estate, grazie in particolare ai fondi di social housing, che stanno completando gli investimenti previsti da piano. I risultati ottenuti sono la sintesi del contributo di tutte le business unit in cui la banca è attiva e in particolare nella strutturazione e gestione delle operazioni di cartolarizzazione, l’organizzazione e gestione di operazioni di debito strutturato (basket bond), la strutturazione e collocamento di minibond ma anche nelle attività di asset e wealth management, nella consulenza finanziaria e aziendale (sia m&a sia debt restructuring).
Ricordiamo, infine, che Banca Finint lo scorso ottobre 2020 ha riorganizzato l’assetto societario per semplificare la struttura e ha annunciato la fusione per incorporazione nella società capogruppo Banca Finint spa di tre società interamente controllate: Securitisation Services spa, leader di mercato nella gestione e nel monitoraggio di operazioni di cartolarizzazione, covered bond e finanza strutturata; Finint Corporate Advisors srl, che svolge attività di consulenza in operazioni di finanza straordinaria; e FISG Srl, leader di mercato nella realizzazione di operazioni di finanza strutturata. La fusione ha riguardato invece Finint Investments sgr, la società di gestione del risparmio, nella quale la capogruppo manterrà la partecipazione diretta (si veda altro articolo di BeBeez).
Dallo scorso 1° gennaio Banca Finint è guidata dal nuovo amministratore delegato Fabio Innocenzi, mentre Giovanni Perissinotto, prima ceo, ha assunto il ruolo di vicepresidente (si veda altro articolo di BeBeez).