Grazie alle nuove acquisizioni di portafogli passano a 36,4 miliardi di euro a fine 2022 i crediti deteriorati in gestione da parte di AMCO, l’asset management company del MEF, con una crescita del 12% dai 33 miliardi registrati a fine 2021, sebbene leggermente al di sotto dei 36,5 miliardi stimati a fine del 2022, in occasione della presentazione del Piano Strategico 2025, che ha previsto, tra l’altro, entro fine piano acquisti di nuovi portafogli per 7,5 miliardi di euro, bilanciati tra NPL e UTP (si veda altro articolo di BeBeez).
I numeri definitivi delle masse in gestione a fine 2022 sono stati comunicati dalla stessa società del Ministero dell’Economia e delle Finanze, guidata dalla ceo Marina Natale, in occasione della presentazione dei risultati di bilancio 2022 (si veda qui il comunicato stampa e qui la presentazione agli analisti), nel quale emerge anche la crescita a doppia cifra degli incassi, +12% a 1,52 miliardi contro 1,35 miliardi del 2021.
Grazie alla positiva performance degli incassi, il bilancio ha chiuso con un boom degli utili, che hanno raggiunto quota 91,3 milioni (+31%) rispetto ai 69,6 milioni del 2021, a fronte di un ebitda di 304,1 milioni (+64% da 185,8 milioni) e di 439 milioni di ricavi (da 307,1 milioni). Confermata la solidità patrimoniale, con CET1 al 33,1%, mentre il rapporto debito netto (PFN)/Equity è a un livello di 1,4 volte.
Tornando alle masse in gestione al 31 dicembre 2022, queste si confrontano con i risultati di fine settembre 2022, quando AMCO aveva asset in gestione pro-forma per 36,2 miliardi di euro, con un business mix composto per il 64% da sofferenze (npl) e 36% da inadempienze probabili (utp), rispetto ai 32,6 miliardi di euro, di cui il 42% UTP e il resto NPL del secondo trimestre 2022 (si veda altro altro articolo di BeBeez). A fine anno invece il portafoglio risulta diviso in 67% da sofferenze e il restante e 33% da inadempienze probabili.
Lo scorso anno, inoltre, AMCO ha generato nuovo business per un totale di 5,7 miliardi, grazie ai diversi investimenti tra cui figurano: l’acquisizione da Intesa Sanpaolo di un portafoglio di 1,4 miliardi di crediti leasing npl e un portafoglio di 120 milioni di single name utp (si veda altro articolo di BeBeez); l’acquisizione da Monte dei Paschi di un portafoglio di npl da 208 milioni (si veda altro articolo di BeBeez); 2,6 miliardi di npl ceduti da Unipol (si veda altro articolo di BeBeez); e la cessione da parte di BPER Banca di 1,4 miliardi di npl all’interno di un accordo quadro tra Gardant, AMCO e la stessa banca emiliana (si veda qui altro articolo di BeBeez).
Ricordiamo che il piano punta, tra le altre cose, alla creazione di fondi multi-originator per un totale di 1,5 miliardi di euro di asset in gestione e che la società ha stimato una crescita degli asset in gestione a 38,2 miliardi nel 2025, ovvero 44,6 miliardi includendo quelli relativi alla piattaforma GLAM in gestione agli special servicer. Il mix “gestionale” vedrà un incremento dei volumi gestiti in outsourcing dal 28% a fine 2022 al 40% a fine 2025, mentre il collection rate è previsto invece in aumento da circa il 4,5% – atteso per il 2022 – al 7,2% nel 2025, includendo gli incassi relativi alla piattaforma GLAM.
Commentando i numeri appena descritti, Marina Natale, ha dichiarato che “nel corso del 2022 l’attività di gestione delle posizioni tramite un approccio sostenibile al credito ha portato a una crescita a doppia cifra degli incassi: più 12%. L’acquisizione di nuovi portafogli, tramite processi competitivi, ha guidato la crescita dei risultati operativi e l’utile netto normalizzato è aumentato del 31%. La solidità patrimoniale è confermata: AMCO è pronta per nuovi progetti di sviluppo”.
E il presidente Stefano Cappiello, ha concluso: “Lo scorso dicembre abbiamo pubblicato il Piano Made in AMCO 2025, proponendo risposte innovative agli scenari di mercato, al fianco dei nostri partner. Il Piano inserisce la Sostenibilità all’interno di tutta la catena di valore di AMCO, caratterizzandoci per il forte focus nell’ambito Social e nella Sostenibilità del credito, che è da sempre nel nostro DNA, perseguendo allo stesso tempo obiettivi di economicità”.