di Giuliano Castagneto
Sempre più redditizio per Banca Ifis, l’istituto di credito veneziano in quotato a Piazza Affari e controllato dalla famiglia Furstenberg, il business dei non performing loans, di cui Banca Ifis è tra i principali investitori italiani. Infatti l’utile del Settore Npl nel primo semestre del 2022 è stato pari a 32,5 milioni di euro, in aumento del 49,7% rispetto a quello del 30 giugno 2021 e confermando il trend osservato in tutto il 2021, cosa non facile visto che quello trascorso per Banca Ifis è stato un anno storico, in cui hanno fioccato i record (si veda qui il comunicato stampa, qui la Relazione semestrale completa e altro articolo di BeBeez). Risultato che ha contribuito per circa il 45% all’utile di gruppo
Il margine di intermediazione del settore è ammontato a 135,0 milioni (+9,5%) rispetto ai 123,2 milioni al 30 giugno 2021, soprattutto grazie alle buone performance della raccolta legale e della raccolta stragiudiziale, complessivamente in crescita del 10,3%. In particolare, il contributo della gestione stragiudiziale è pari a 25,3 milioni di euro, e la gestione legale ha fatto registrare un apporto di 41,2 milioni di euro grazie al contributo delle azioni di precetto, pignoramento e ODA.
L’incremento, spiega la banca in una nota, è dovuto sia all’aumento degli impieghi medi, che hanno generato interessi attivi per 78,2 milioni di euro, sia al miglioramento dei cash flow attesi in funzione degli incassi realizzati,che hanno dato a loro volta un contributo al margine di intermediazione di 66,3 milioni. E’ stato di 11,7 milioni l’effetto positivo sul margine di interesse del settore che quindi è salito a 132,4 milioni di euro dai 120,7 al 30 giugno 2021.
Alla fine del primo semestre 2022 il gross book value degli npl in portafoglio a Banca Ifis ammontava a 22,8 miliardi di euro contro 21,8 miliardi alla fine del 2021. L’aumento è legato a una serie di acqusizioni di portafogli di npl, che nel quarto trimestre del 2021 hanno toccato quota 3,1 miliardi di euro grazie a due operazioni. La prima, a novembre è stata la più grande acquisizione di Npl della storia della banca e la più rilevante dell’anno nel mercato italiano per quanto riguarda le vendite dirette: si è infatti trattato di un portafoglio da 2,8 miliardi nominali rilevato da Cerberus Capital Management relativi a 300 mila crediti unsecured retail (si veda altro articolo di BeBeez). L’ultima acquisizione di portafogli del 2021, annunciata ieri, è stata perfezionata con Findomestic Banca. Si tratta di più di 34 mila posizioni, prevalentemente crediti consumer riferibili a prestiti personali, per un valore nominale complessivo di 254 milioni di euro. (si veda altro articolo di BeBeez). Questi nuovi portafogli nei mesi successivi hanno poi contribuito all’aumento del flusso di interessi e recuperi.
Gli incassi del Settore nel primo semestre 2022 sono stati pari a 182,2 milioni di euro, e includono le rate incassate nel corso del semestre da piani di rientro, da ODA e da transazioni eseguite, e risultano in aumento del 7,2% rispetto agli incassi di 170 milioni di euro del primo semestre del 2021.
Numeri che confermano la qualità del portafoglio e la maggiore efficienza dell’attività di recupero. La qualità del portafoglio è conseguenza dell’approccio prudenziale applicato nell’acquisto dei portafogli Npl che ha tenuto conto dei potenziali effetti della pandemia (per gli acquisti effettuati nel biennio 2020–2021) e dei più alti livelli di inflazione e di instabilità geopolitica (per quelli effettuati nei primi sei mesi del 2022).
“L’l’incremento dell’utile riflette la resilienza del nostro modello di business che ci permette di operare traendo vantaggio dall’elevata specializzazione, dagli investimenti nell’innovazione dei processi
e dalla gestione sostenibile del credito in mercati dove la nostra Banca detiene un forte vantaggio competitivo. I solidi risultati semestrali e l’approccio conservativo nell’assunzione dei rischi adottato negli ultimi anni ci consentiranno di affrontare al meglio il possibile scenario macroeconomico avverso dei prossimi trimestri, continuando a svolgere il nostro ruolo di supporto all’economia reale”, ha dichiarato Frederik Geertman, amministratore delegato di Banca Ifis.
Nel complesso, l’istituto di credito ha riportato un utile netto di 72,5 milioni, soprattutto grazie all’increnento del 12% dei ricavi legto, oltre che all’attività sugli npl, anche al credito alle pmi e al factoring.
Quanto all’adeguatezza del capitale, il Common Equity Tier 1 ratio (CET1) è stato pari al 14,9% dal 15,4% al 31 dicembre 2021, ma è calcolato escludendo l’utile del primo semestre 2022. Il ratio in realtà si attesterebbe al 15,9% includendo i positivi effetti derivanti dall’applicazione del regolamento delegato UE 954/2022 pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 21 giugno 2022 ed effettivo da luglio 2022, che consente una riduzione della ponderazione degli acquisti di Npl, da un lato, e dall’altro quelli della cessione di crediti verso il Sistema Sanitario Nazionale (SSN) effettuata dalla banca a giugno 2022 ma il cui riconoscimento e conseguente trasferimento del rischio è atteso entro settembre 2022.
Il mercato aveva già premiato gli utlimi dati, infatti nell’ultima settimana borsistica il titolo Banca Ifis ha guadagnato il 6,5%.