Banca Carige ha venduto ad Amco un portafoglio di crediti in sofferenza e UTP derivanti da contratti di leasing senza sottostante o con sottostante di natura immobiliare o strumentale.per un totale di 17,7 milioni di euro lordi (si veda qui il comunicato stampa).
Amco aveva già acquisito da Banca Carige lo scorso marzo circa 70 milioni di sofferenze e Utp derivanti da contratti leasing (si veda altro articolo di BeBeez), parte del portafoglio crediti deteriorati leasing incluso nel perimetro di cessione definito nel dicembre 2019 (si veda altro articolo di BeBeez), la cui vendita definitiva era inizialmente attesa per il 2020, ma era poi slittata al 2021 (si veda altro articolo di BeBeez).
In occasione della cessione di marzo, Amco e Banca Carige avevano reso noto che intendevano chiudere entro fine anno una nuova operazione su Npl leasing, arrivando così ai circa 100 milioni dichiarati nell’ottobre 2020, quando Carige, in occasione della semestrale 2020, aveva reso noto che la cessione di Npl leasing, appunto per circa 100 milioni, sarebbe stata rimandata al primo trimestre 2021 (si veda altro articolo di BeBeez). L’importo della cessione leasing si è ridotto col passare del tempo: inizialmente si parlava di 177 milioni lordi.
Nella cessione dei 17,7 milioni appena annunciata, che ha efficacia giuridica dal 17 dicembre scorso, ma efficacia economica dal 1° luglio, Banca Carige è stata assistita nell’operazione dallo studio legale CBA, in qualità di advisor legale. La cessione rappresenta per Banca Carige un ulteriore sviluppo del processo di derisking rispetto a quanto già realizzato negli esercizi precedenti e contribuisce al miglioramento della qualità degli attivi, riflesso in indicatori di rischio allineati ai migliori livelli di sistema: Npe ratio lordo del 5% e netto del 2,6% (dati al 30 settembre 2021).
Ricordiamo che Banca Carige nel dicembre 2019 aveva dato il via a una complessa operazione di rafforzamento patrimoniale, che comprendeva da un lato un aumento di capitale e dall’altro l’emissione si strumenti di debito subordinato e la cessione ad Amco di 2,8 miliardi di euro di crediti deteriorati, di cui il 60% rappresentato da Utp, al prezzo complessivo di 1,049 miliardi di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Nel prospetto informativo relativo all’aumento di capitale, Carige aveva precisato però che 2,3 miliardi di euro del portafoglio erano stati effettivamente già ceduti ad Amco, mentre i restanti 500 milioni circa dovevano essere ceduti entro il 31 marzo 2020. Di questi 500 milioni, come detto 177 milioni erano crediti deteriorati leasing (poi appunto scesi a 100 milioni) e gli altri 310 milioni di euro (poi diventati 324,3 milioni al 30 giugno) erano crediti vantati lordi nei confronti del gruppo armatoriale Messina.
Ma perché questi ultimi crediti potessero essere ceduti in via definitiva ad Amco, era necessario che fossero perfezionati gli accordi di risanamento del gruppo armatoriale. Perfezionamento che è avvenuto soltanto nel settembre 2020, con la newco Ro.Ro. Italia spa, controllata da Marinvest (52%) e dallo stesso Gruppo Messina (48%), che si è accollata la restante esposizione di Carige vantata nei confronti del gruppo armatoriale e costituita da mutui garantiti da otto navi (si veda altro articolo di BeBeez). In occasione dei conti 2020 era stato precisato che Il valore lordo di quel portafoglio Utp era stato di 227 milioni.
Ricordiamo, infine, che Carige aveva ceduto ad a dicembre 2020 anche un altro portafoglio di crediti deteriorati di circa 54 milioni, prevalentemente verso clientela corporate e totalmente classificati come sofferenze (si veda altro articolo di BeBeez).