Ludoil Energy spa, società attiva nella logistica infrastrutturale e nelle energie rinnovabili, ha firmato con Intesa Sanpaolo un accordo per la ricessione dei crediti fiscali legati al Superbonus, a seguito della conversione in legge del Decreto Aiuti Bis, del valore fiscale di 1,3 miliardi di euro (si veda qui il comunicato stampa). La nuova cessione riguarderà i crediti acquistati dall’1 maggio 2022, identificati dal codice univoco introdotto dall’Agenzia delle Entrate.
Quest’ultimo accordo segue altre cessioni analoghe attraverso le quali nei mesi scorsi la banca guidata da Carlo Messina aveva retrocesso crediti d’imposta ad Autotorino spa per 200 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez) e Sideralba per 175 milioni (si veda altro articolo di BeBeez), con l’obiettivo di scaricare in parte il “cassetto fiscale” di crediti d’imposta accumulati recentemente in relazione ai vari Bonus deliberati negli ultimi anni dai vari governi per alleviare le conseguenze negative soprattutto del lockdown.
Tuttavia, nel tempo i cassetti fiscali delle banche si erano ingolfati in quanto la cessione dei crediti era stata praticamente bloccata dall’introduzione di norme più stringenti in merito all’assunzione di credito da parte degli istituti stessi , norme che avevano introdotto la responsabilità in solido di cedente e cessionario del credito in caso di irregolarità.
La legge di conversione N° 142 del decreto 115-22 (Decreto Aiuti Bis) del 21 settembre 2022 stabilisce però che la cessione del credito d’imposta legato al Superbonus 110% da parte di un operatore non finanziario limita la responsabilità in solido del cessionario (la banca) in caso di irregolarità nei confronti dell’Agenzia delle Entrate ai casi di dolo o colpa grave (si veda qui il testo coordinato della legge 142 apparso in GU), naturalmente per i crediti che abbiano ricevuto tutti i visti e certificazioni del caso. Questa limitazione della responsabilità, oltre a sbloccare il meccanismo del Superbonus che la responsabilità in solido tra cedente e cessionario del credito aveva praticamente inceppato, consente alle banche di retrocedere i crediti d’imposta ad altri operatori, finanziari e non. Questi ultimi hanno così la possibilità di compensare le proprie passività verso l’Erario con i crediti acquisiti, mentre le banche possono riprendere ad acquisire crediti legati ai Bonus.
Ludoil è un’azienda integrata dell’energia con headquarter a Milano e sede amministrativa a Nola (Na), presente lungo tutta la catena del valore: dal supply alla distribuzione, dalle rinnovabili all’economia circolare. Controllata al 100% da Donato Ammaturo, che ha fondato il gruppo nel 1998, Ludoil ha incorporato il Gruppo Darm Petroli nel 2001 consolidando due importanti canali di vendita: il canale rete, composto da impianti di distribuzione carburante, e quello extrarete, che punta sulla vendita autonoma dei prodotti ra‑nati. Nel 2009 il canale rete di Ludoil è poi cresciuto notevolmente a seguito dell’acquisizione di 54 stazioni di servizio da Shell Energy Italia e 22 dal Gruppo Q8 mentre nel 2012, nell’ambito delle renewables, attraverso la società Windfinder, è stata avviata la costruzione di parchi di energia eolica e intrapresi numerosi investimenti in piccoli parchi di energia fotovoltaica in tutta Italia. Negli anni a seguire Ludoil ha quindi continuato a investire, acquisendo da UniCredit tutti gli asset petroliferi della compagnia Italpetroli spa, oggi divisi nelle tre società Sodeco e Petroli Investimenti a Civitavecchia, e Meridionale Petroli a Vibo Valentia, e da Eni il deposito di Jet Fuel di Civitavecchia, insieme all’oleodotto lungo oltre 63 km che collega la struttura a Pantano di Grano, nodo di smistamento di carburanti avio per gli aeroporti internazionali di Roma Fiumicino e Roma Ciampino. Due anni fa Ludoil è anche diventato il principale provider di servizi marittimi e fornitura di oli combustibili ad uso Bunker nel porto di Civitavecchia.
Nel 2021, Ludoil Energy ha fatturato 1,1 miliardi di euro, l’ebitda è stato di 46,4 milioni e la liquidità netta pari a 18,6 milioni (si veda qui l’analisi di Leanus dopo essersi registrati gratuitamente).
Francesco Guarnera, membro del cda e head of renewables di Ludoil Energy, ha commentato: “L’accordo con Intesa Sanpaolo evidenzia l’approccio sistemico che continua ad avere il nostro Gruppo, da sempre attento alle tematiche ESG. Questo accordo rafforza altresì la partnership consolidata da decenni con la più importante istituzione finanziaria del nostro Paese, che ci sta accompagnando in un percorso di transizione energetica costantemente indirizzato all’eccellenza operativa”.
Giuseppe Nargi, direttore regionale Campania, Calabria e Sicilia di Intesa Sanpaolo, ha aggiunto: “Grazie all’importante accordo con Ludoil Energy continuiamo a dare attuazione al meccanismo di ricessione dei crediti fiscali per il Superbonus e altri bonus edilizi. È la seconda operazione che finalizziamo in Campania e auspichiamo che seguano presto nuove iniziative con altre imprese del territorio, che possono cogliere un vantaggio fiscale significativo e, al tempo stesso, contribuire a riattivare gli interventi legati ai bonus edilizi”.
Grazie all’accordo con Ludoil Energy, Intesa Sanpaolo continuerà a dare riscontro ai propri clienti che sono in attesa di poter cedere i loro crediti, assicurando gli adempimenti normativi e mantenendo la rigorosa attenzione nella verifica documentale condotta sinora. Proprio questo ha consentito alla banca di costruire un portafoglio di crediti di qualità, che oggi ne agevola la ricessione senza rischi per i clienti con un modello di offerta distintivo sul mercato.
Il contratto tra Intesa Sanpaolo e Ludoil risponde alla logica di riavviare progressivamente il mercato della cessione dei crediti: l’obiettivo del Gruppo Intesa Sanpaolo è infatti quello di continuare a coinvolgere un cospicuo numero di imprese per ampliare la propria capacità fiscale, oggi satura. Ricordiamo che Intesa Sanpaolo è stata la prima banca ad annunciare l’operatività in ambito Superbonus, Ecobonus e Sismabonus ad agosto 2020 e da allora ha acquisito 12 miliardi di crediti fiscali a fronte di domande pervenute per oltre 30 miliardi.