Generalfinance, intermediario finanziario specializzato nel factoring soprattutto per le imprese in special situation, ha chiuso il primo semestre 2021 con un balzo del 44% dell’utile rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (a quota 3,9 milioni di euro) e un patrimonio netto in salita da 22,6 milioni di fine 2020 a 26,3 milioni (si veda qui il comunicato stampa).
Quanto al turnover, è salito di ben il 70% nel semestre rispetto al primo semestre 2020 a quota 545 milioni di euro con 432 milioni di erogato (+91%). In tutto lo scorso anno la società aveva registrato un aumento del turnover del 29% a quota 761 milioni di euro a fronte di 561 milioni di crediti erogati (+26%, si veda altro articolo di BeBeez).
Il costo del rischio è stato sostanzialmente nullo nel semestre, in quanto, fra l’altro, riflette utilizzi di accantonamenti per rettifiche su posizioni classificate a Stage 2 a fine 2020, ritornate a stadio 1 nel corso del trimestre. Il totale delle esposizioni a stadio 2 si è sostanzialmente azzerato rispetto ai 10 milioni circa di fine 2020, con un miglioramento della perdita attesa del portafoglio “in bonis” da 16 punti base di fine 2020 a 11 punti a giugno 2021. L’NPE Ratio è stabile allo 0,63%, malgrado l’entrata in vigore della nuova definizione di default il 1° gennaio 2021 per tutti gli intermediari finanziari. La copertura delle partite deteriorate è pari al 32%: in linea con il dato di fine 2020. I crediti verso clientela ammontano a 215 milioni, a fronte dei 177 di fine 2020, mentre il totale dell’attivo è pari a 244 milioni. Le esposizioni sono nella forma tecnica del factoring “pro-solvendo” al 95%.
Il Total Capital Ratio di Generalfinance è stimato al 10,4% circa (senza includere gli utili ritenuti relativi al 2021) e all’11,3% su basi proforma, comprendendo l’utile del primo semestre 2021 al netto dei dividendi di competenza attesi, a fronte di un minimo regolamentare del 6%. Detto limite si incrementerà all’8% a fronte dell’emissione delle prime cambiali finanziarie per 15 milioni (si veda altro articolo di BeBeez). L’operazione rientra nel programma triennale di cambiali finanziarie (Euro Commercial Paper Programme) lanciato a fine maggio per un massimo di 100 milioni di euro e che prevede la quotazione dei titoli sull’ExtraMot Pro di Borsa Italiana (si veda altro articolo di BeBeez). I summenzionati ratio non considerano ancora i benefici, ancora in via di quantificazione, derivanti dall’utilizzo delle polizze assicurative ai fini di CRM e dai rating ECAI (External Credit Assessment Institutions) sul portafoglio imprese, a decorrere dalla prossima segnalazione.
Massimo Gianolli, amministratore delegato di Generalfinance, ha dichiarato: “Nel primo semestre Generalfinance ha messo a segno un’ottima performance reddituale. Il ROE è pari al 35%, a conferma dell’elevata redditività e della solidità del nostro modello di business. Prevediamo di crescere ulteriormente nei prossimi trimestri.”
Gianolli controlla la capogruppo Gruppo General Holding srl (GGH), che detiene circa il 53% del capitale di Generalfinance, mentre Credito Valtellinese (CreVal) detiene il resto del capitale. CreVal aveva rilevato il 46,81% della società nel giugno 2017, acquistandola dalla stessa GGH (si veda altro articolo di BeBeez). Generalfinance nel marzo 2020 aveva comunicato l’intenzione di valorizzare la società tramite cessione o quotazione in Borsa, in linea anche con quanto previsto dagli accordi parasociali in essere tra GGH e Credito Valtellinese (si veda altro articolo di BeBeez). Nel frattempo l’opzione della quotazione è quella che è prevalsa e nei prossimi mesi si potrebbe accendere la macchina dell’ipo con l’obiettivo di sbarcare a Piazza Affari nella primavera del 2022. Il processo si svolgerà ovviamente d’intesa con il Crédit Agricole che, a seguito della recente opa su Creval, ha ereditato il 47% delle azioni di General Finance.
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