Con due bond per un totale di 1,025 miliardi di euro e una linea revolving da 150 milioni, i fondi BC Partners e Bain Capital hanno rifinanziato l’operazione di buyout annunciata lo scorso luglio e che ha visto l’ingresso nel capitale di Fedrigoni da parte di BC Partners con il 50%, insieme al coinvestitore di minoranza Canson Capital, accanto a Bain Capital, sino a quel momento azionista di riferimento al 90%, che ha reinvestito per una quota analoga, ma con un nuovo fondo rispetto a quello con il quale era attualmente investito, mentre la famiglia Fedrigoni, prima al 10%, ha reinvestito per una minoranza insieme al management (si veda qui altro articolo di BeBeez). Il tutto in un deal che aveva valutato il gruppo cartario 3 miliardi di euro e con il supporto di un finanziamento ponte da 1,18 miliardi messo a disposizione da Goldman Sachs, BPER, Intesa Sanpaolo, Morgan Stanley, Nomura, Banco Santander e Unicredit e che già si diceva sarebbe stato rifinanziato con emissione di bond.
Nel dettaglio, la nuova operazione comprende 725 milioni di bond senior secured a tasso variabile e 300 milioni di euro di bond senior secured a tasso fisso emessi da Fiber Bidco spa, la società controllante di Fedrigoni, oltre appunto 150 milioni di revolving credit facility, Nomura, che nell’operazione di co-investimento precedentemente annunciata aveva agito in qualità di lead financial advisor, è stato ora joint bookrunner nel finanziamento (si veda qui il comunicato stampa),
Buona la risposta delle agenzie di rating, con Moody’s che ha confermato il rating a lungo termine (IDR) della società a B2 con outlook stabile, assegnando lo stesso giudizio all’emissione di senior secured (si veda qui il report), mentre Fitch Ratings ha posto la società del packaging nella casella B+ con prospettive stabili e in BB- (si veda qui il report). In entrambi i casi le due agenzie di rating nei loro report, datati 10 ottobre, parlavano di un bond senior secured proposto agli investitori per 875 milioni di euro. La struttura dell’operazione è poi evidentemente cambiata nei giorni successivi.
Nell’assegnare il grado di rischio all’emissione, Fitch ha messo in evidenza che il profilo aziendale è sostenuto “da forti posizioni in mercati di nicchia premium in crescita, con una solida diversificazione dei mercati finali e dei clienti”. L’esposizione del gruppo alla volatilità dei prezzi delle materie prime sarà mitigata “dalla capacità di trasferire i costi ai clienti e dagli sforzi di copertura”, con la società che “continuerà a perseguire una strategia di crescita basata su fusioni e acquisizioni”.
Nel 2021, Fedrigoni ha chiuso il bilancio con ricavi in aumento del 21% a 1,6 miliardi di euro rispetto ai 1,32 miliardi del 2020, con il fatturato che è cresciuto in entrambi i segmenti della carta speciale e FSA (Fedrigoni Self-Adhesive), e soprattutto con un ebitda rettificato che è balzato del 29%, passando da 166,4 milioni a 214,8 milioni, ma che pro-forma, considerando le ultime acquisizioni, arriva a 221 milioni. Quanto al debito finanziario netto, a fine 2021 era di 577,7 milioni, in calo dei 602,2 milioni del 2020, mentre il debito finanziario netto pro-forma è di 592,6 milioni (si veda altro articolo di BeBeez).
Il bond aumenterà quindi la PFN, che include anche le precedenti emissioni lanciate dalla società. Nel 2018, infatti, era stato collocato un bond da 455 milioni a scadenza 2024 con cui Bain Capital aveva rifinanziato l’acquisition loan per l’acquisto di Fedrigoni (si veda altro articolo di BeBeez). L’emissione era stata poi riaperta nel luglio 2018 per 125 milioni per finanziare l’acquisto di Cordenons (si veda altro articolo di BeBeez), portando quindi il totale dell’emissione a 580 milioni. Nel luglio 2021 era stata rimborsata una prima tranche da 60 milioni (si veda qui il comunicato stampa), mentre lo scorso febbraio il gruppo ha poi annunciato il rimborso di una nuova tranche del bond 2024 da 40 milioni di euro di titoli (si veda qui il comunicato stampa). Il totale in circolazione di quel bond è ora sceso quindi a 480 milioni di euro. Ricordiamo poi che nel 2020 il gruppo ha collocato anche un altro bond, da 225 milioni di euro sempre a sei anni, per rifinanziare il bridge loan a supporto dell’acquisto di Ritrama (si veda altro articolo di BeBeez).