Sarà finanziata anche da Muzinich l’acquisizione di Casa Vitivinicola Botter, che dovrebbe essere firmata a breve da parte di Clessidra sgr e dalla casa madre Italmobiliare. (si veda altro articolo di BeBeez). Lo scrive Il Sole 24 Ore, che aggiunge che il finanziamento di Muzinich si affiancherebbe alle linee di credito messe a disposizione da un pool di banche composto da Banco Bpm, Bnl e UBI Banca. Muzinich potrebbe partecipare sia con il fonndo di direct lending gestito dalla controllata Springrowth sgr sia con uno dei fondi di private debt gestiti direttamente da Muzinch.
Casa Vinicola Botter è stata fondata nel 1928 da Carlo Botter a Fossalta di Piave (Venezia). Attualmente l’azienda è controllata dalla terza generazione della famiglia Botter (Annalisa, Alessandro e Luca Botter), mentre il 22,5% dell’azienda è in mano al fondo IdeA Taste of Italy, gestito da DeA Capital Alternative Funds sgr dal gennaio 2018 (si veda altro articolo di BeBeez). La società sarebbe valutata circa 330 milioni di euro.
Nel 2019 Casa Vinicola Botter ha venduto circa 86 milioni di bottiglie e realizzato ricavi per 217 milioni di euro, ponendosi così al sesto posto nella classifica di Mediobanca delle aziende vitivinicole italiane diffusa nei giorni scorsi.Il fatturato pre-consuntivo del 2019 conferma i tre maggiori player italiani: Gruppo Cantine Riunite & Civ a 630 milioni (+2,9% sul 2018), al cui interno GIV fattura 406 milioni (+4,7%), seguito da Caviro a 329 milioni (-0,4%) e Palazzo Antinori a 246 milioni (+5,3%). Seguono appunto Casa Vinicola Botter a 217 milioni (+10,9%), Fratelli Martini a 210 milioni (-2%), Casa Vinicola Zonin a 205 milioni (+1,4%), Enoitalia a 199 milioni (+9,7%), Cavit a 191 milioni (+0,5%), Santa Margherita a 189 milioni (+6,8%) e, in decima posizione, Mezzacorona a 187 milioni (-0,8%).
Casa Vinicola Botter è anche campione di export nel 2019 con il 93,7% del fatturato, seguita da Farnese al 92,0%, Ruffino al 91,4%, F.lli Martini con l’86,1%, Mondodelvino con l’83,3% e La Marca all’82,8%.
Quanto alle prospettive del settore, dice l’indagine di Mediobanca, il 63,5% delle aziende prevede di subire nel 2020 un calo delle vendite con una flessione addirittura superiore al 10% per il 41,2% del campione. Pesano il lockdown del macro settore Ho.Re.Ca. e la caduta del commercio mondiale stimata dalla World Trade Organization tra il 15% e il 30%. Con riferimento alle sole esportazioni, il 60% delle imprese si aspetta per il 2020 una flessione delle vendite e, all’interno di queste, il 37,5% prevede che la flessione sarà superiore al 10% (si veda qui il comunicato stampa).