La scaleup del settore new space D-Orbit lo scorso anno ha emesso bond convertibili per 100 milioni di euro, distinti in due diverse classi, in vista di una business combination con una Spac oppure di una operazione di private equity. Lo si legge nel verbale dell’assemblea degli obbligazionisti che si è tenuta lo scorso 18 novembre 2021 per ampliare le dimensioni del prestito a scadenza 30 aprile 2026 e tasso fisso dell’8% dagli originali 40 milioni previsti in aprile appunto sino a 100 milioni e per allungare al 31 dicembre il periodo di sottoscrizione.
Il prestito, offerto in prima battuta agli azionisti, è stato poi offerto anche a investitori terzi e infatti, si legge nell’allegato al verbale dell’assemblea, tra questi figurano con ben 10 milioni di euro il fondo United Ventures; con 5 milioni di euro ciascuno da un lato M&F Fund e dall’altro il colosso della difesa inglese Cobham (controllato dal 2020 da Advent International); e con un milione Asher Aerospace Venture. Alla data dell’assemblea degli obbligazionisti, i bond erano stati sottoscritti per un totale di oltre 36,6 milioni.
Nel verbale dell’assemblea dei bondholder viene spiegato inoltre che, nel caso in cui venga deliberata la business combination con una Spac, i bond saranno automaticamente convertiti in azioni di D-Orbit, mentre nel caso dell’operazione con un fondo di private equity, la conversione sarà una facoltà dell’obbligazionista.
Secondo MF Milano Finanza, D-Orbit si è affidata a JP Morgan per farsi accompagnare nella scelta della controparte migliore. In particolare, ci sarebbero già trattative avviate con una Spac quotata a Wall Street. L’operazione di private equity, si legge ancora nel verbale, dovrà comunque apportare nelle casse della scaleup capitali freschi in aumento di capitale per per almeno 50 milioni di euro.
La scaleup è infatti ancora lontana dal breakeven e continua ad avere necessità di capitali da investire nello sviluppo. D-Orbit ha infatti chiuso il 2020 con ricavi per 2,18 milioni, un ebitda negativo per 10,5 milioni e liquidità netta per 5 milioni (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).
Fondata nel 2011 da Luca Rossettini e Renato Panesi, entrambi ex Santa Clara University ed ex NASA, D-Orbit nell’agosto 2020 aveva ottenuto 15 milioni di euro di finanziamento dalla BEI (si veda altro articolo di BeBeez) e nel marzo 2020 aveva raccolto 2,6 milioni di euro sulla piattaforma di equity crowdfunding dedicata agli HNWI ClubDealOnline. La raccolta era stata effettuata in collaborazione con le strutture di private banking di Banca Sella e Sparkasse (si veda altro articolo di BeBeez). Nel dicembre 2019 D-Orbit aveva invece chiuso un round guidato da Seraphim Capital, il più grande fondo di venture capital al mondo dedicato agli investimenti in società New Space. Il round, di cui non era stata rivelata l’entità, era stato sottoscritto anche da Noosphere Ventures (il primo investitore americano di D-Orbit), l’allora Invitalia Ventures, Indaco sgr, Elysia Capital e Nova Capital (si veda altro articolo di BeBeez).
Prima ancora, a dicembre 2015, D-Orbit aveva ricevuto un grant da 2 milioni di euro dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Horizon 2020-Sme Instrument. Il round precedente risaliva all’ottobre 2015, quando la startup aveva raccolto 1,83 milioni di euro emettendo strumenti finanziari partecipativi (si veda altro articolo di BeBeez), di cui 1,3 milioni investiti dal Club degli Investitori, mentre il resto era stato sottoscritto da un gruppo di imprenditori dell’area comasca (per 230 mila euro) e da due fondi già azionisti di D-Orbit, ossia TTVenture (Indaco sgr) e Como Venture, che nel dicembre 2014 avevano sottoscritto un aumento di capitale da 2,2 milioni (si veda altro articolo di BeBeez). Al round del 2015 si era affiancato anche un finanziamento di 1,2 milioni di euro erogato da Unicredit grazie al Fondo Centrale di Garanzia per startup innovative, cosicché D-Orbit aveva potuto raccogliere nel giro di poche settimane risorse per oltre 3 milioni di euro. Prima ancora, a inizio 2014, la startup aveva incassato un grant messo in palio da Caixa Capital e aveva quindi aperto la controllata D-Orbit PT a Lisbona. Nel 2012, sempre TTVenture e Como Venture, insieme a 3LB Seed Capital avevano sottoscritto un round da 1,9 milioni, mentre nel 2011 TTVenture aveva investito 300 mila euro nel primo round seed (si veda Crunchbase).
A oggi la quota principale del capitale della scaleup è in mano a Indaco Venture sgr (18,79%), cui si aggiunge la quota di TT Seed ( 7,75%), seguiti dalle quote in mano a Neva First e Seraphim Space (entrambi con il 10,65%), a Rossettini (7,18%), Cdp Venture Capital sgr (7,14%), Panesi (5%), Noosphere Ventures (3,57%), cui si aggiungono le quote di vari altri soci di minoranza.