Le banche creditrici e i fornitori delle attività italiane di Acc Compressors spa e della holding Hch spa sono destinati a diventarne gli azionisti. Almeno è questa la direzione in cui va la proposta di concordato in continuità di quanto resta del gruppo friulano nato dalla fusione tra la Zanussi elettromeccanica e la divisione dei motori elettrici di Electrolux. La proposta di concordato si sta definendo in questi giorni per essere sottoposta al tribunale di Pordenone il prossimo 6 giugno, alla scadenza dell’ultima proproga del termine concesso per il pre-concordato.
Come anticipato da MF-Milano Finanza lo scorso 17 maggio, infatti, il Tribunale di Pordenone il 6 maggio ha concesso la seconda proroga di 30 giorni alle due società per permettere loro di arrivare a una conclusione dell’accordo che in sostanza porterà banche (Centrobanca, Unicredit, Bnl-BnpParibas, Friuladria, Mps e Veneto Banca) e fornitori a diventare gli unici azionisti del gruppo.
La proposta di accordo riguarda le sole attività italiane di Acc, perché nelle scorse settimane sono state cedute le attività in Cina al gruppo industriale Hebei Aerospace Zhenbang Precision Machinery e il tribunale austriaco ha dato il via libera alla cessione della controllata Acc Austria, a sua volta in procedura, al gruppo Secop (ex Danfos).
Quanto all’Italia, l’idea è che banche e fornitori convertano in capitale circa 70 milioni di crediti e contemporaneamente eroghino poco meno di 20 milioni di nuova finanza, nella proporzione di due terzi da parte dei fornitori e un terzo delle banche. Al momento Acc si trova con un debito verso le banche di circa 60 milioni e un debito verso i fornitori di circa 40 milioni. A questi vanno sommati i debiti della holding Hch, che consistono in 45 milioni verso le banche, in 40 milioni verso i fornitori e in 9 milioni di una multa dovuta all’Antitrust Ue (inizialmente la multa era di 36 milioni, ma a fine 2011 la Commissione ha acconsentito a ridurla a 9 per evitare di aggravare ulteriormente la situazione del gruppo). Gli attuali azionisti (FA Capital, l’ex Abn Amro Capital, affiancato da Palladio Finanziaria, Star Capital, Efibanca, Assietta e Friulia), invece, usciranno completamente di scena.
Già a fine 2008 gli azionisti di Acc avevano chiamato in azienda il managing partner di Alix Partners, Luca Ramella, nominato vicepresidente operativo di Acc. E Ramella è tuttora in sella, a guidare l’ultima fase della ristruttuazione.
Nel corso del 2009 era stata organizzata la cessione ai giapponesi di Nidec Corporation delle attività di progettazione, produzione e commercializzazione di motori per lavatrici, lavastoviglie e asciugatrici, mentre le attività spagnole erano state cedute ad American Industrial Acquisition. Come descritto nel bilancio consolidato 2011 di Hch spa, era stato poi firmato un accordo di rinegoziazione dei debiti con le banche (il gruppo da fine dicembre 2010 non paga le rate del finanziamento senior) a fronte di un’iniezione di nuovo capitale da parte degli azionisti per 20 milioni. Ma l’aggravarsi della situazione italiana a fine 2011 ha fatto fare un passo indietro agli azionisti, che hanno lasciato nelle mani dei creditori il gruppo, che ha chiuso quell’anno con ricavi per 405 milioni, un ebitda di 15,5 e un debito finanziario netto di 103,6.