Avverrà il prossimo lunedì 26 settembre il closing per il passaggio del 43,2% del capitale di Be Shaping The Future a Engineering Ingegneria Informatica, gruppo specializzato nel software per le imprese, controllato da Bain Capital e NB Renaissance e partecipato da NB Aurora. Engineering ha infatti comunicato ieri che si sono verificate tutte le condizioni sospensive relative all’operazione e sono state cioè ottenute tutte le autorizzazioni e i consensi richiesti dalle leggi applicabili in materia di controllo delle fusioni, golden power e investimenti diretti esteri, e che quindi finalmente, una volta chiuso il deal, potrà partire ufficialmente la macchina dell’opa sulla società quotata sul segmento Euronext Star Milano, che sviluppa sistemi di supporto alla transazione digitale delle aziende (si veda qui il comunicato stampa).
Ricordiamo che i principali azionisti di Be Shaping the Future sono oggi Tamburi Investment Partners (28,3%) assieme ai fratelli Stefano e Carlo Achermann (e con le società da loro controllate, rispettivamente Innishboffin srl e CarmaConsulting srl). Questi lo scorso febbraio si erano impegnati, firmando una lettera d’intenti, a cedere le rispettive quote, complessivamente appunto del 43,209% del capitale sociale (45,630% del capitale sociale fully diluted) al prezzo di 3,45 euro per azione per complessivi 200 milioni di euro, con l’impegno al successivo reinvestimento di parte di quanto incassato nella controllante di Engineering, Centurion Bidco, che fa capo a Bain Capital Private Equity, NB Renaissance e NB Aurora (si veda altro articolo di BeBeez). In particolare il reinvestimento dei venditori ammonterà a complessivi 53,8 milioni di euro, di cui 26,9 milioni di euro per TIP, 24,9 milioni per Innishboffin srl e 1,99 milioni per Carma Consulting srl; mentre i key manager del gruppo e altri investitori, investiranno per un importo massimo complessivo di ulteriori 15 milioni di euro. Gli accordi definitivi e vincolanti per il passaggio delle quote di Be Shaping the Future sono stati poi sottoscritti lo scorso giugno (si veda altro articolo di BeBeez).
Ora, una volta che sarà conclusa la vendita da parte di TIP e dei fratelli Achermann, sorgerà in capo a Engineering e all’acquirente l’obbligo di promuovere un’offerta pubblica di acquisto obbligatoria totalitaria sulle residue azioni ordinarie di Be Shaping the Future.
Intanto a inizio maggio un altro gruppo di azionisti di Be Shaping the Future (Andrea Angrisani, Giancarlo Angrisani, Angelini Partecipazioni Finanziarie srl, Gabriella Benetti, Blue Lake Sicav – SIF, Rüdiger Borsutzki, Marco Bosco, Francesco Scarnera e Patrizio Sforza) aveva reso noto l’impegno a vendere a 3,45 euro per azione un totale di titoli pari al 7,998% del capitale (8,446% fully diluted delle azioni proprie) portando così Engineering oltre il 50% dei diritti di voto prima di lanciare l’opa obbligatoria sul flottante ai fini del delisting (si veda altro articolo di BeBeez).
Per Engineering, guidata dal ceo Maximo Ibarra, si tratta di un’operazione importante, che porta il gruppo a un ulteriore salto dimensionale. Engineering, infatti, ha chiuso il 2021 con 1,3 miliardi di euro di ricavi (+6,4%dal 2020 e contro una media di settore del +5,5%), mentre l’ebitda rettificato è salito a 198,2 milioni di euro (+11,7%), che pro-forma, considerando le varie acquisizioni condotte nell’anno, diventa 220,4 milioni; a fronte di un debito finanziario netto di 777 milioni, che include il bond da 605 milioni emesso dalla controllante Centurion Bidco per finanziare il buyout del 2020 (si veda altro articolo di BeBeez e qui la presentazione agli analisti). Quanto al primo semestre 2022 si è chiuso con 688 milioni di euro di ricavi (+10,9% sul primo semestre 2021), che portano i ricavi degli ultimi 12 mesi (LTM) a 1,365 miliardi (+5,2%), mentre l’ebitda rettificato è salito a 99 milioni (+20,6%) e quello degli ultimi 12 mesi a 215,1 milioni (+8,5%, ma 229,1 milioni pro-forma), a fronte di un debito finanziario netto di 639,6 milioni (si veda qui la presentazione agli analisti).
Sul fronte delle acquisizioni ricordiamo che a inizio anno Engineering era salita al 100% del gruppo della cybersecurity Cybertech (si veda altro articolo di BeBeez). Dal 2019 Engineering deteneva il 51% di Cybertech, con il 49% che era rimasto in mano al fondatore Roberto Mignemi (si veda altro articolo di BeBeez), che a gennaio quindi è uscito del tutto capitale della società. Pochi giorni prima il gruppo guidato da Ibarra aveva rilevato il 100% dell’americana Movilitas, importante e accreditata realtà nella consulenza e nelle soluzioni innovative per l’evoluzione dell’industria manifatturiera. A venderla sono stati il fondatore Oliver Hehl e il private equity americano Keystone Capital, che aveva investito nel maggio 2013 nella società tramite la controllata Peak-Ryzex (si veda altro articolo di BeBeez). E a fine dicembre 2021 il gruppo ha acquisito il 100% della società di riassicurazioni C Consulting dal fondatore Aldo Capurro (si veda altro articolo di BeBeez). In tutto Engineering ha già completato più di 20 acquisizioni in Italia e all’estero. In particolare, nel 2008 aveva comprato Atos Origin Italia, nel 2013 è stata la volta di T-Systems Italia e poi nel 2017 di Infogroup, rilevato da Intesa Sanpaolo (si veda qui il comunicato stampa di allora). Più di recente, nel 2019 Engineering, oltre ad aver acquisito il primo 51% di Cybertech, ha anche concluso le acquisizioni del 100% della fintech Deus Technology (si veda altro articolo di BeBeez) e dell’80% di Digitelematica, specializzata in soluzioni di e-commerce per la GDO (si veda altro articolo di BeBeez).
Ricordiamo infine che nei giorni scorsi Engineering ha siglato con il colosso dei settori aerospaziale, difesa e sicurezza, Leonardo, quotato a Piazza Affari, un Memorandum of Understanding per iniziare una collaborazione strategica su progetti e opportunità di business da sviluppare congiuntamente nel campo della Digital Transformation e della Cybersecurity (si veda qui il comunicato stampa). L’accordo prevede che i settori della Difesa, Sanità, Finance, Pubblica Amministrazione e Infrastrutture siano i principali ambiti nei quali attuare la partnership. Il MoU attiva un rapporto altamente collaborativo che porterà le due aziende, ogni volta che individueranno aree comuni di collaborazione, a disegnare e realizzare soluzioni in grado di rispondere alle esigenze sempre più sfidanti del mercato perché basate sulle più innovative e strategiche tecnologie di frontiera, tra cui AI, Big Data, Digital Twin, Cloud, Quantum computing e IoT.
Quanto a Be Shaping the Future, ha invece chiuso il 2021 con 235 milioni di euro di ricavi (+31,6%), un ebitda di 37,1 milioni (+30,7%) e un debito finanziario netto di 21,7 milioni (da 13,2 milioni) (si veda qui la presentazione agli analisti dei risultati 2021), mentre il primo semestre 2022 si è chiuso con 129,3 milioni di euro di ricavi (da 106,7 milioni del primo semestre 2021), un ebitda di 3,2 milioni (da 17,5 milioni) e un debito finanziario netto di 39 milioni (da 10 milioni) (si veda qui i risultati semestrali al 30 giugno). A sua volta lo scorso aprile Be Shaping The Future ha chiuso l’acquisto del 60% di Quantum Leap, boutique di consulenza leader in Italia in Trasferimento Tecnologico e Open Innovation, operante da oltre dieci anni come advisor tecnologico per i settori della Ricerca Scientifica e dell’Industria (si veda qui il comunicato stampa).