Cedacri, la società specializzata nella fornitura in outsourcing di servizi di IT per le banche, partecipata da un gruppo di istituti di credito di piccole e medie dimensioni e dal fondo FSI I, ha chiuso il 2019 con: ricavi proforma per 382,9 milioni di euro (+35%); un ebitda proforma di 81,2 milioni (+50%) e un utile netto di 28,8 milioni. Lo ha reso noto ieri l’azienda, precisando che i risultati sono stati ottenuti in anticipo rispetto agli obiettivi delineati nel piano industriale per il quadriennio 2019-2023, approvato nel marzo 2019 (si veda qui il comunicato stampa).
Ricordiamo che Cedacri aveva chiuso il bilancio 2018 con 300 milioni di ricavi, un ebitda di 62 milioni e una posizione finanziaria netta positiva per 25,9 milioni (fonte Leanus). A quei numeri vanno aggiunti anche quelli di Oasi spa (nel 2018 28,6 milioni di ricavi, 11,6 milioni di ebitda e 3,5 milioni di liquidità netta, fonte Leanus) e di Cad It (56,4 milioni di ricavi, 8,6 milioni di ebitda e liquidità netta di 9,7 milioni, fonte Leanus), entrambe acquisite lo scorso anno. La prima, attiva nello sviluppo di soluzioni per la compliance bancaria, è stata rilevata da Nexi (si veda altro articolo di BeBeez), mentre la seconda è il leader italiano nella fornitura di software applicativo e servizi per l’area finanza di istituti bancari, pubblica amministrazione e industria, di cui Cedacri ha comprato l’88% (si veda altro articolo di BeBeez).
I ricavi nel 2019 sono saliti anche grazie all’acquisizione di nuovi clienti e la vendita di nuovi servizi a clienti esistenti. Nel 2019 è stato varato un piano di investimenti di oltre 60 milioni di euro, volti all’evoluzione delle piattaforme applicative e tecnologiche delle società del Gruppo. E’ stato anche portato a termine l’importante progetto di migrazione dei sistemi informativi di Deutsche Bank, concretizzatosi nel mese di maggio 2020 e, per la prima volta nella storia del gruppo è stato pubblicato il Bilancio di Sostenibilità, che integra i risultati finanziari con quelli conseguiti nella sostenibilità socio-ambientale.
Si tratta di numeri importanti ai fini della definizione del futuro di Cedacri, che sta valutando da un lato la strada della quotazione a Piazza Affari e dall’altro quella di un’integrazione con un altro operatore industriale, come per esempio Cerved (si veda altro articolo di BeBeez). FSI aveva comprato il 27% di Cedacri nel gennaio 2018 (si veda altro articolo di BeBeez). Erano rimaste nel capitale di Cedacri, per il restante 73%, 14 tra le principali banche clienti: Banca Mediolanum (15,6%), Gruppo Cassa di Risparmio di Asti (11,1%), Gruppo Banco di Desio e della Brianza (10,1%), Unipol Banca (7,5%), Banca Popolare di Bari (6,6%), Cassa di Risparmio di Bolzano (6,5%), Banca del Piemonte (4,2%), Credem (3,9%), Cassa Sovvenzioni e Risparmio fra il Personale di Banca d’Italia (2,0%), Reale Mutua Assicurazioni (1,3%), Banca del Fucino (1,1%), Banca Valsabbina (1,1%), Cassa di Risparmio di Cento (1,0%) e Cassa di Risparmio di Volterra (1,0%).
Oltre all’approvazione del bilancio, ieri l’Assemblea dei soci ha anche provveduto ieri alla conferma di 10 degli 11 membri del Consiglio di amministrazione. Renato dalla Riva e Corrado Sciolla sono stati confermati rispettivamente presidente e amministratore delegato. Inoltre, è entrato in consiglio l’Avvocato Costantino Feroni, membro della segreteria societaria presso la Banca Popolare di Bari.