Partirà il prossimo 3 aprile per terminare il 5 maggio l’offerta pubblica di acquisto volontaria su Sababa Security, il solution integrator italiano di cyber security che offre prodotti di sicurezza, formazione e servizi gestiti per proteggere diversi ambienti IT e OT da minacce cyber, fisiche e cyber-fisiche, quotatosi sull’Euronext Growth Milan soltanto poco più di anno fa. Lo si legge nel documento di offerta approvato da Consob (si veda qui comunicato stampa).
Nel dettaglio, l’opa verrà promossa da HWG Group BidCo srl, una newco che fa capo alla HWG Group HoldCo (si veda qui comunicato stampa), un veicolo controllato da HWG srl, società del veronese attiva anch’essa nella sicurezza cibernetica, che a sua volta è controllata da Investcorp, che ha investito nella società nel marzo dello scorso anno (si veda altro articolo di BeBeez).
L’offerta riguarderà circa 2,33 milioni di azioni al prezzo di 3,90 euro per azione, rappresentative del 31,363% del capitale, cioè le azioni in circolazione, dedotte quelle che verranno conferite dagli azionisti di riferimento, per un controvalore complessivo, in caso di totale adesione all’offerta, di circa 9,1 milioni di euro.
Ricordiamo infatti che l’opa arriva a valle di un accordo siglato a inizio anno con i principali azionisti di Sababa, cioé Ikkham (del fondatore Enrico Orlandi, attualmente con il 30,281%), Ponchik (del ceo Alessio Aceti con il 28,262%) e Drag (di Davide Rota con il 10,094%), rappresentativi nel complesso del 68,637% del capitale di Saba, che si sono impegnati a sottoscrivere un aumento di capitale di HWG Group HoldCo in cambio del conferimento e della vendita di azioni Saba (si veda altro articolo di BeBeez).
Ikkham conferirà in HWG Group HoldCo tutte le sue azioni della società quotata, Ponchik e Drag ne conferiranno soltanto una parte (rispettivamente per una quota rappresentativa del 22,61% e del 3,028%), mentre venderanno ad HWG la restante parte (rispettivamente per una quota rappresentativa del 5,652% e del 7,066%) al prezzo di 3,90 euro per azione.
A poca distanza dalla quotazione, la società di cybersicurezza potrebbe quindi lasciare Piazza Affari per volere di Investcorp che preferisce “proseguire il processo di crescita e di sviluppo di Sababa, anche al fine di rafforzare ulteriormente il suo posizionamento competitivo, valorizzandone il business nel medio-lungo periodo”. Secondo la società d’investimento, uscire dalla Borsa permetterà il raggiungimento degli obiettivi di crescita , “una maggiore flessibilità gestionale e organizzativa”, e “una riduzione dei suoi oneri gestionali”. Inoltre, alla fine dell’opa, ci sarà una valutazione su una possibile fusione tra Sababa e HWG “indicativamente entro il 31 dicembre 2023”, con la possibilità di “ulteriori operazioni straordinarie o di riorganizzazione societaria e di business”.
Sababa ha comunque sfruttato i mesi di permanenza in Borsa, chiudendo i primi sei mesi 2022 (l’ultimo bilancio disponibile) con una crescita del valore della produzione del 159% pari a 4,6 milioni di euro rispetto a 1,8 milioni del giugno 2021, un utile netto in aumento del 188% a circa 347 mila euro, un ebitda più che raddoppiato oltre i 390 mila euro circa. In calo anche il debito netto, -9% a 6,2 milioni di euro (si veda qui la relazione semestrale).
La controllante HWG, fondata nel 2008 da Enrico Orlandi, è un fornitore indipendente leader di soluzioni di sicurezza informatica in Italia, con una forte esperienza nelle soluzioni di security operations center (SOC). Ora nel perimetro di Investcorp, prima del marzo 2022 HWG era controllata da Ninja Investments, piattaforma di club deal, condotta da Leonardo Bruzzichesi e Michelangelo Mantero, specializzata in investimenti di private equity, che aveva investito nella società nel 2019 attraverso il veicolo Ninja 4 srl. Orlandi e i cofondatori Claudia Rangogni, Andrea Boni e Andrea Pomari avevano continuato a guidare HWG, mantenendo quote di minoranza in HWG Group HoldCo (Orlandi con l’8,58%, Boni e Pomari entrambi con il 5,28%, e Rangogni con il 3,52%). Quanto a Investcorp aveva acquisito il 77,33% per una valutazione si diceva di 50 milioni di euro attraverso il veicolo Husky sarl, che fa a sua volta interamente capo al fondo Investcorp Technology Partners V.
Ricordiamo infine che la società veronese ha chiuso il 2021 con 8,1 milioni di euro di ricavi (da 6,2 milioni nel 2020), un ebitda di 2,4 milioni (da 1,6 milioni) e liquidità netta per 5 milioni (da circa 3,5 milioni) (si veda qui il report Leanus dopo essersi registrati gratuitamente).