
Punta a raccogliere un totale di 550 milioni di euro con tre nuovi fondi Eos Investment Management, la società di gestione di diritto inglese fondata da Ciro Mongillo che circa un anno fa ha ottenuto dalla Fca (la Consob inglese) a operare in qualità di gestore di fondi di investimento alternativi secondo la direttiva europea Aifm (si veda altro articolo di BeBeez).
Lo ha scritto ieri MF Milano Finanza, precisando che dei nuovi veicoli uno è un fondo europeo dedicato alle energie rinnovabili e alle infrastrutture (target dfi raccolta 150 milioni), un altro è un fondo di private equity (target 150 milioni) e il terzo è un fondo di fondi (250 milioni), mentre resta in stand by il lancio di un veicolo di private debt, in attesa di individuare il team di gestione adeguato.
Ogni fondo si avvale di un team di investimento dedicato, che vanta una provata esperienza nel settore di riferimento, mentre restano accentrate a livello di una società di gestione unica le attività regolamentate di risk management, compliance, raccolta oltre che di marketing e gestione strategica.
Eos è già operativo da tempo nel settore delle energie rinnovabili con il fondo Efesto Energy, che lo scorso giugno ha comprato due impianti fotovoltaici da Euroenergy per oltre 5 milioni di euro e oggi ha in portafoglio circa 30 impianti fotovoltaici per un controvalore di circa 70 milioni.
Il nuovo fondo dedicato alle energie rinnovabili sarà dedicato agli investimenti in Europa, sia green che brown field, a differenza del primo fondo che è focalizzato sull’Italia e investe sul mercato secondario, mentre il fondo di fondi investirà in una miscela di strategie d’investimento su private equity ed energia/infrastrutture.
Mongillo ha spiegato a MF Milano Finanza che “quelli di Eos sono fondi d’investimento chiusi, strutturati in forma di Sicav Sif lussemburghesi. La Brexit non ci spaventa perché appunto la società di gestione inglese ha ottenuto a suo tempo il via libera alla gestione dei veicoli di diritto lussemburghese da parte dell’Autorità di vigilanza locale e abbiamo già anche un ufficio in Lussemburgo. Se in futuro ci chiedessero di aprire una società di gestione in Lussemburgo, non avremmo problemi a farlo”.