F2i sgr e Finavias sarl, società mediante la quale si esprimono il fondo pensione olandese APG Asset Management e il private equity Ardian, che la controllano in modo paritetico, ieri hanno concesso a Italgas “un periodo di esclusiva, al fine di completare una due diligence prodromica a un’eventuale offerta di acquisto vincolante” dell’intero pacchetto azionario (si veda qui il comunicato di F2i e qui quello di Italgas) della controllata 2i Rete Gas (si veda altro articolo di BeBeez), di cui comunque non fermano la procedura di quotazione.
Questo perché domenica scorsa la sgr guidata da Renato Ravanelli e Finavias, che detengono rispettivamente il 63,9% e il restante 36,1% del capitale di 2i Rete Gas, hanno ricevuto una proposta non vincolante per l’acquisto del 100% della loro controllata da Italgas, sottolineando di aver aperto alla trattativa “senza interrompere il processo di quotazione” e ricordando che il board della società lo scorso 28 febbraio “ha approvato, nell’ambito delle possibili alternative strategiche di massimizzazione del valore, un processo propedeutico” all’ipo sull’Euronext Milan (si veda altro articolo di BeBeez).
Italgas, dal canto suo, ha precisato che, “in caso di intese vincolanti, farà fronte al relativo fabbisogno finanziario mediante ricorso a un finanziamento ponte garantito da JP Morgan (che è anche advisor finanziario dell’operazione, mentre Legance-Avvocati Associati agisce in veste di consulente legale, ndr) il cui rifinanziamento potrà avvenire tramite una combinazione di strumenti di equity, debito o ’equity like’, con l’obiettivo di mantenere l’attuale profilo di rating” e l’attuale politica dei dividendi del gruppo quotato a Piazza Affari, si legge nella nota.
Il mercato si è però dimostrato dubbioso, penalizzando in Borsa il titolo, che ha chiuso in calo dell’1,67% a 5,3 euro, in controtendenza rispetto al listino nel suo complesso: più 0,96%. Gli analisti temono infatti il ricorso a un eventuale aumento di capitale. Non solo: l’aggregazione tra il primo e il secondo operatore del settore potrebbe incontrare ostacoli sul fronte antitrust, scongiurabiili a fronte di cessioni di alcuni asset. Senza dimenticare, infine, l’aumento del debito della nuova entità che verrebbe in tal modo a costituirsi.
Quanto al valore dell’operazione, questo dovrebbe essere superiore ai 5 miliardi di euro. Vediamo perché. Partiamo innanzitutto da quanto detto ieri dall’amministratore delegato di Italgas Paolo Gallo, il quale ieri ha ricordato agli analisti che per 2i Rete Gas la cosiddetta base patrimoniale regolamentata, un fattore chiave per calcolare i ricavi delle attività regolamentate come la distribuzione del gas, era stimata lo scorso anno in 4,9 miliardi di euro. Ebbene, a marzo il leader nazionale nella distribuzione di gas naturale aveva presentato tramite JP Morgan e Morgan Stanley una proposta di acquisto preliminare, valorizzando la società proprio tra 4 e 5 miliardi di euro, offerta subito rispedita al mittente. Gli azionisti di 2i Rete Gas, assistiti da Lazard (F2i) e Rothschild (Finavias), hanno quindi deciso la settimana scorsa di accelerare sul fronte dell’ipo, dando mandato ai coordinatori globali e bookrunner Goldman Sachs, Mediobanca, Unicredit, Intesa Sanpaolo IMI e BNP Paribas di fissare alcuni incontri preliminari con gli investitori a giugno con l’obiettivo di collocare azioni il prossimo autunno per un controvalore pari a 600 milioni di euro sulla base di una valutazione complessiva di 5 miliardi, che include circa 3 miliardi di debito. Da qui la mossa di Italgas, che adesso dovrebbe mettere sul piatto un’offerta vincolante migliorativa, dunque superiore ai 5 miliardi, per cercare di far desistere i soci di 2i Reti Gas dal proseguire con la procedura di quotazione.
La durata del periodo di esclusiva non è stata resa nota, ma dovrebbe essere di circa due mesi. Tra l’altro, Italgas ha fatto sapere che rinvierà la presentazione del piano industriale 2024-2030, precedentemente prevista per il 12 giugno, in quanto vuole prima completare la due diligence sulla concorrente (si veda qui il comunicato stampa). E Gallo vuole prima vedere i conti trimestrali di 2i Rete Gas, che nel 2023 ha registrato ricavi adjusted in progresso dell’11,7% a 815 milioni di euro, un ebitda rettificato in crescita del 9,2% a 546,3 milioni e una posizione finanziaria netta aumentata del 2,1% a quasi 3,3 miliardi (si veda altro articolo di BeBeez).
La possibilità di acquisire la rivale più piccola dovrebbe consentire a Italgas di consolidare la propria leadership in Europa e di ottenere molteplici sinergie, ha osservato l’amministratore delegato del gruppo, che ieri ha diffuso i risultati del primo trimestre a due facce, con ricavi in calo del 10,1% ed ebitda in aumento del 9,6% (si veda qui il comunicato stampa). “Con l’operazione 2i Rete Gas otterremmo un significativo passo avanti nel consolidamento del settore, generando maggiore efficienza e migliore qualità del servizio accelerando anche la transizione energetica al net zero. Solo in presenza di un campione europeo in termini di taglia e peso, infatti, si riuscirebbe a mettere mano agli importanti investimenti necessari per la transizione ecologica”, ha detto intervenendo a Cnbc Europe.
Italgas gestisce circa 82mila chilometri di gasdotti in Italia e Grecia e ha una quota di mercato del 35%, seguita dal 20% di 2i Rete Gas, che gestisce circa 72mila chilometri di rete di distribuzione del gas. Il gruppo quotato ha all’attivo circa otto milioni di punti di riconsegna (i punti fisici nei quali il gas viene consegnato al cliente finale), contro i quasi cinque milioni della società controllata da F2i e Finavias.