Fedrigoni, produttore italiano di carte speciali ed etichette controllato dalla fine del 2017 da Bain Capital, (si veda altro articolo di Bebeez) ha rilevato Acucote, azienda americana che sviluppa, produce e distribuisce materiali autoadesivi (si veda qui il comunicato stampa). A venderla è stato il fondatore John Leath, che ne era proprietario insieme alla famiglia.
Acucote, fondata nel 1987 a Graham (North Carolina), fornisce una vasta selezione di adesivi, soluzioni frontali e sistemi di rilascio in silicone, con programmi di inventario delle scorte e funzionalità personalizzate. Conta 140 dipendenti, fattura oltre 70 milioni di dollari grazie ai centri di distribuzione localizzati in North Carolina, Pennsylvania, Ohio, Texas e California.
L’azienda offre alla Fedrigoni l’opportunità di estendere la propria presenza negli Stati Uniti, un mercato in cui il Gruppo è già molto conosciuto e apprezzato per le etichette destinate ai vini di pregio. Con questa acquisizione, la terza in 18 mesi nel settore autoadesivi dopo l’italiana Ritrama e la messicana Industria Papera Venus (IP Venus), Fedrigoni rafforza ulteriormente la sua posizione di terzo operatore al mondo nei materiali autoadesivi, in cui opera attraverso numerosi marchi come Arconvert, Manter e la stessa Ritrama. Farmaceutico, architectural graphics, retail e logistica sono, tra l’altro, segmenti in cui ha un ottimo posizionamento anche Acucote, con cui saranno dunque possibili sinergie strategiche a livello di produzione, distribuzione e approvvigionamenti.
John Leath, fondatore di Acucote, ha dichiarato: “Lascio la mia azienda e le mie persone in ottime mani, e questo rappresenta per me il principale obiettivo. Fedrigoni è un gruppo internazionale e una realtà industriale solida e in forte espansione, in cui sono certo che Acucote potrà crescere e consolidarsi in modo significativo nei prossimi anni”.
Marco Nespolo, ceo del Gruppo Fedrigoni, ha commentato: “L’acquisizione di Acucote rappresenta un ulteriore tassello della strategia di crescita nel settore sempre più promettente dei materiali autoadesivi, dove siamo determinati ad ampliare la nostra posizione di leader di mercato ed è in linea con la volontà di diversificare la nostra penetrazione geografica, rafforzandoci non soltanto negli Stati Uniti, ma anche in centro e sud America”.
Fulvio Capussotti, vicepresidente esecutivo della divisione autoadesivi di Fedrigoni, ha aggiunto: “Il nuovo ingresso nel Gruppo ci permetterà di aumentare la capacità produttiva direttamente in loco e di distribuire in tutti gli Stati Uniti, anche grazie all’integrazione con la nostra controllata GPA, di creare ottime sinergie sull’approvvigionamento e di contare su tecnologie all’avanguardia anche in termini di eco-compatibilità”.
L’espansione di Fedrigoni non si è limitata al settore degli autoadesivi. Ricordiamo che nel maggio 2018 Fedrigoni aveva acquistato Cordenons, azienda produttrice di carte fini e tecniche, con sede a Milano e due stabilimenti, di cui uno a Scurelle (Trento) e l’altro a Cordenons (Pordenone) (si veda altro articolo di BeBeez). E lo scorso aprile Portals, azienda del Regno Unito tra i principali stampatori al mondo di banconote e tessere di sicurezza, ha siglato un accordo per comprare la divisone sicurezza di Fedrigoni (si veda altro articolo di BeBeez).
Fedrigoni è attiva dal 1888 nella produzione di carte speciali. Con oltre 4 mila dipendenti tra Italia e sedi estere e 25 mila prodotti, il Gruppo vende e distribuisce in 132 Paesi nel mondo. A Fedrigoni fanno capo, nella divisione paper, Cordenons e lo storico marchio Fabriano, con oltre 750 anni di storia, e, nella divisione autoadesivi, Arconvert e Ritrama, che ha portato il Gruppo a divenire terzo operatore delle etichette e dei materiali autoadesivi in Europa e in America Latina.
Il gruppo ha ichiuso il 2020 con un fatturato di 1.315 milioni di euro contro 1.144,7 milioni di euro nel 2019 (quest’ultima cifra non tiene conto di Ritrama, all’epoca ancora non formalmente acquisita) e un ebitda rettificato di 166, 4 milioni contro 154,1 (anche in questo caso la cifra non tiene conto di Ritrama). Il debito finanziario netto (consolidando Ritrama) a fine 2020 ammontava a 626,6 milioni contro i 727 dell’anno precedente (si veda qui la presentazione agli obbligazionisti). Nel primo trimestre 2021 il gruppo ha fatturato 360.4 milioni contro 363.6 milioni nello stesso periodo del 2020, generandoun ebitda rettificato di 48 milioni contro i 43 del primo trimestre 2020.
Nel 2019 Fedrigoni aveva invece conseguito 1.171,4 milioni di euro di fatturato (senza Ritrama, ancora non formalmente acquisita), in linea con l’anno precedente ma con un ebitda rettificato di 162,7 milioni di euro (+18,7% a perimetro costante) determinato dalle buone performance delle etichette autoadesive, cresciute in ricavi (391 milioni di euro, +4,2%) e volumi, e dai margini operativi in aumento della carta nonostante il fatturato stabile, che ha compensato il calo, peraltro previsto, del settore banconote, la cui complessa natura lo rende l’anello meno dinamico della catena (si veda altro articolo di BeBeez).