Quarta operazione di m&a nel 2024 per Fedrigoni Group, uno dei principali produttori mondiali di carte speciali, materiali autoadesivi e soluzioni per l’identificazione di prodotti attraverso l’uso delle radio-frequenze, controllato da Bain Capital e BC Partners.
La società ha concluso un accordo per acquisire la maggioranza di Gruppo Poli-Tape, azienda tedesca che produce materiali di alta qualità per applicazioni grafiche, tra cui il tessile, la cartellonistica, la stampa digitale e altri prodotti speciali. A vendere le quote del gruppo Poli-Tape sono stati il Gruppo Bitburger, azionista di minoranza che esce dal capitale, e il socio di maggioranza, la famiglia Möhren che, secondo quanto risulta a BeBeez rimarrà in azienda con il 10%, per assicurare una transizione agevole. Alla guida della squadra di manager della società tedesca rimane Mark Wehrmann (si veda qui il comunicato stampa)
Nell’ambito di quest’operazione, Fedrigoni è stata assistita da EightAdvisory, PwC, Latham & Watkins, Pirola Pennuto Zei& Associati, AON e L.E.K., mentre POLI-TAPE è stata assistita da IMAP M&A Consultants, LMPS Lawyers e dhpg Tax consulting.
Il gruppo tedesco è stato fondato nel 1993 e oggi opera mediante quattro siti produttivi dislocati in Germania e Italia, e mediante un sito orientato alla distribuzione che si trova in Oklahoma, negli Stati Uniti. I suoi prodotti raggiungono 90 paesi nel mondo. Questi comprendono, fra le altre, vinili a trasferimento termico per la decorazione di tessuti e altri substrati, un’ampia gamma di film in PVC utilizzati per applicazioni pubblicitarie in interno ed esterno oltre che per la decorazione di interni, specialità autoadesive (come nastri autoadesivi magnetici e con effetti speciali).
Sven Möhren, attuale azionista di maggioranza di Poli-Tape, ha commentato: “Siamo lieti di aver raggiunto un accordo con un partner solido e in crescita come il Gruppo Fedrigoni aggiunge L’integrazione dei nostri asset operativi e delle nostre capacità tecnologiche all’interno della più ampia piattaforma di Fedrigoni consentirà a POLI-TAPE di accelerare il suo percorso di crescita, entrando in contatto con migliaia di clienti in tutto il mondo e concentrandosi sulla ricerca e sullo sviluppo di soluzioni ad alte prestazioni, premium e innovative.”
E Marco Nespolo, amministratore delegato del Gruppo Fedrigoni, ha aggiunto: “L’acquisizione di Poli-Tape ci permette di espandere e diversificare il nostro portafoglio di materiali autoadesivi per la visual communication. Con quest’operazione incrementiamo la nostra presenza in segmenti attrattivi ,come quello del tessile e della grafica speciale, ed espandiamo la nostra capacità produttiva. Acquisiamo inoltre un know-how distintivo sulle pellicole in poliuretano utilizzate, ad esempio, nei segmenti del wrapping automobilistico e della protezione della vernice, che sono altamente strategici e sinergici con la nostra recente acquisizione di Unifol in Turchia”.
L’acquisizione, si diceva, è la quarta dell’anno per il gruppo Fedrigoni. A febbraio, infatti, l’azienda veronese aveva rilevato alcuni asset della statunitense Mohawk Fine Papers, di cui era partner industriale da settembre 2022 (si veda altro articolo di BeBeez). A gennaio il gruppo aveva invece annunciato l’investimento nella startup britannica SharpEnd, specializzata in consulenza e soluzioni di Internet delle cose, acquisendo con un aumento di capitale riservato una quota di minoranza, con l’obiettivo di acquisire il 100% nel lungo periodo. Un’operazione, questa, che rientra in un nuovo programma di corporate venture capital che Fedrigoni ha avviato per identificare startup con cui accelerare il processo di innovazione e acquisire nuove tecnologie (si veda altro articolo di BeBeez). Sempre lo scorso gennaio il gruppo Fedrigoni ha concluso l’acquisizione dell’intero capitale sociale di Arjowiggins HKK3 Limited, proprietaria del gruppo Arjowiggins China (si veda qui il comunicato stampa), a valle di un accordo siglato un anno prima con la cartiera di Quzhou, situata nella provincia di Zhejiang, che è leader mondiale nella produzione di carte traslucide e che includeva anche l’acquisizione del Centro di Ricerca e sviluppo di Voiron in Francia sempre di proprietà del gruppo Arjowiggins (si veda altro articolo di BeBeez).
Il tutto a fronte di un fatturato proforma 2023 di 1,8 miliardi di euro, in calo dell’11% dai 2 miliardi di euro, (si veda altro articolo di BeBeez), includendo il contributo per 12 mesi apportato dalla francese Tageos, acquisita a marzo 2022 (si veda altro articolo di BeBeez) e di Arjowiggins China, rilevata come detto lo scorso gennaio, mentre escludono il business relativo agli uffici, attualmente in vendita. Di diverso tenore l’andamento dell’ebitda proforma, che è aumentato dell’8% da 314 a 338 milioni, così come la marginalità che è cresciuta, dal 15,4 al 18,7%. Per quanto riguarda il 2024, invece, i ricavi stimati per il primo trimestre (470 milioni) sono aumentati del 2,4% anno su anno e del 10,9% in modo progressivo rispetto all’ultimo trimestre dell’anno scorso. Idem l’ebitda, che è aumentato del 16,9% anno su anno e del 5,7% rispetto al periodo ottobre-dicembre 2023, arrivando a 81 milioni di euro. Così anche il risultato progressivo degli ultimi 12 mesi, quindi da aprile 2023 a marzo 2024 è stato positivo, con una stima di ricavi ed ebitda proforma pari, rispettivamente, a 1,8 miliardi e a 356 milioni, con una marginalità del 19,5%.
Intanto il gruppo si è dotato di nuova liquidità e ottimizzato la struttura patrimoniale. Da un lato lo scorso febbraio il gruppo ha concluso un’operazione di sale&leaseback dei propri impianti industriali, del valore di 280 milioni. Nel dettaglio sono stati venduti sedici stabilimenti produttivi, in Italia, Spagna e Germania all’operatore statunitense WP Carey, sottoscrivendo contestualmente un patto di locazione ventennale degli stessi siti, equivalenti all’incirca alla metà del patrimonio immobiliare mondiale dell’azienda (si veda altro articolo di BeBeez). Dall’altro ha fatto ricorso per due volte al mercato del debito.
A gennaio, infatti, Fiber Bidco spa, controllante del gruppo Fedrigoni, ha collocato un nuovo bond da 665 milioni di euro contestualmente alla quale un gruppo di finanziatori ha messo a disposizione ulteriori 30 milioni di euro, ampliando così la linea di credito revolving già esistente che ha raggiunto i 180 milioni. I proventi della nuova emissione, insieme a cassa e altri proventi forniti dal gruppo, erano finalizzati al rimborso del bond da 725 milioni di euro a scadenza 2027, a pagare gli interessi in corso e le commissioni relative all’intera operazione (si veda altro articolo di BeBeez).
Questo mese, poi, il gruppo ha rifinanziato i 365 milioni di euro di bond senior secured a scadenza 2027 e cedola 11% in circolazione emessi da Fiber Bidco con l’emissione, sempre da parte di Fiber Bidco, di nuove Senior Secured Fixed Rate Notes per 430 milioni di euro a scadenza 2031 e cedola 6,125%. In paralello è stato completato il rifinanziamento delle vendor notes e del vendor loan di Fiber Midco, controllante di Fiber BidCo, con Toggle Notes Senior Holdco Pay-If-You-Can per 300 milioni di euro a scadenza 2029 (si vedano qui il comunicato stampa, qui l’avviso agli investitori relativo al pricing e qui l’avviso agli investitori relativo al rimborso del bond). Il bond Toggle permette, a determinate condizioni, di pagare interesse in cash o di differirne il pagamento a ogni periodo di interessi, ed è la prima emissione di questa tipologia condotta da una società italiana per un bond offering sindacato sul mercato. Nel caso in cui l’emittente decida di pagare l’interesse cash, la cedola è del 10%. Altrimenti sale al 10,75%
Il collocamento è andato molto bene. L’amministratore delegato di Fedrigoni, Marco Nespolo, ha infatti sottolineato che l’operazione “permetterà al nostro gruppo di ottenere un sostanziale miglioramento del costo del debito con un conseguente beneficio atteso sulla nostra liquidità, essenziale per continuare a investire su nuove acquisizioni, innovazione e transizione energetica” e, ha aggiunto: “Il deal book ha raggiunto 3 volte l’offerta e il tasso fisso delle nostre nuove obbligazioni fisse è stato ridotto di circa 500 punti base rispetto alle obbligazioni fisse esistenti (dall’11% al 6,125%)”.
Bookrunners dell’operazione sono stati BNP Paribas, BPER Banca, Intesa Sanpaolo, Mizuho Securities Europe, Banca Monte dei Paschi di Siena, Morgan Stanley & Co. International, Nomura, Banco Santander e UniCredit. Nell’ambito dell’emissione dei due nuovi bond hanno prestato assistenza gli studi legali Latham & Watkins, Paul, Weiss, Rifkind, Wharton & Garrison, Pirola Pennuto Zei & Associati, Facchini Rossi Michelutti, PedersoliGattai e Milbank.