Operazione di sale & lease back immobiliare del valore di 280 milioni di euro da parte di Fedrigoni Group, operatore globale di riferimento nella produzione di carte speciali ad alto valore aggiunto per il packaging di lusso e altre applicazioni creative, di etichette premium e materiali autoadesivi, controllato da Bain Capital e BC Partners (si veda altro articolo di BeBeez). Il gruppo ha infatti venduto sedici stabilimenti produttivi, in Italia, Spagna e Germania, per un totale di 414 mila metri quadrati, all’operatore statunitense WP Carey, sottoscrivendo contestualmente un patto di locazione ventennale degli stessi siti, equivalenti all’incirca alla metà del patrimonio immobiliare mondiale di Fedrigoni. L’operazione si è conclusa in due tranche: la prima a dicembre scorso, pari a 144 milioni di euro, e la seconda a gennaio da 136 milioni (si veda qui il comunicato stampa).
Che l’operazione fosse in corso era stato accennato nei documenti relativi all’emissione del bond da 665 milioni di euro lo scorso gennaio (si veda altro articolo di BeBeez). Le risorse del nuovo bond, era stato spiegato allora, servivano per rimborsare il precedente bond da 725 milioni di euro a scadenza 2027. Ed era stato sottolineato che i capitali addizionali necessari al rifinanziamento sarebbero arrivati anche dai proventi di un’operazione di sale & lease back relativi ad alcuni stabilimenti produttivi del gruppo situati in Italia, Spagna e Germania. L’operazione, si leggeva ancora nel comunicato relativo all’emissione del bond, ha portato un primo incasso di 138,5 milioni di euro a fine novembre relativi a una prima metà degli impianti in vendita e si diceva che avrebbe portato altri 133,2 milioni per la seconda metà degli impianti entro la fine del primo trimestre di quest’anno. Sempre lo scorso gennaio WP Carey aveva comunicato di aver acquisito un primo portafoglio di 11 impianti di impianti in Italia, Spagna e Germania per 157 milioni di dollari e che avrebbe acquisito a breve altri 5 impianti in Italia per altri circa 148 milioni di dollari (si veda qui il comunicato stampa). I numeri definitivi sono poi stati leggermente diversi, come visto.
È stata ceduta, in particolare, la maggioranza del portafoglio produttivo europeo del gruppo, che consiste nella totalità degli impianti italiani, ovvero tuti i dodici gli stabilimenti nazionali, tre in Spagna (a Sant Gregori, Gelida e Barbera) e uno in Germania (a Oberhaching) con contestuale triple net lease e indicizzazione dei canoni di locazione all’inflazione. Gli immobili domestici si trovano in Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e Marche: a Caponago (Monza e Brianza), Verona, Buttapietra (Verona), Varone (Trento), due ad Arco (Trento), Scurelle (Trento), Cordenons (Pordenone), Rocchetta (Macerata), Pioraco (Macerata), Castelraimondo (Macerata) e Sassoferrato (Ancona). I siti italiani sono stati rilevati dal fondo immobiliare Italian Industrial Real Estate, costituito e gestito da Savills Investment Management sgr, di cui l’unico investitore è appunto WP Carey.
CBRE ha assistito in veste di advisor finanziario e immobiliare Fedrigoni Group, gruppo supportato dallo Studio Pirola Pennuto Zei & Associati riguardo gli aspetti fiscali, dallo Studio Inzaghi, da Gianni & Origoni, da Pérez-Llorca e da Reius per i profili legali nazionali e internazionali della transazione e da WSP per la due diligence ambientale. Chiomenti ha assistito Savills Investment Management sgr e WP Carey per quanto riguarda gli aspetti fiscali e regolamentari, mentre Linklaters e Reed Smith LLP hanno assistito la sgr e WP Carey per le questioni legali e fiscali relative alla transazione in Spagna e Germania (si veda qui il comunicato stampa di CBRE Italy).
L’amministratore delegato di Fedrigoni Group, Marco Nespolo, ha commentato: “Si tratta di un’operazione puramente finanziaria finalizzata a generare liquidità e a liberare le risorse necessarie per continuare a investire in innovazione, sviluppo di nuovi prodotti, acquisizioni e transizione energetica. Abbiamo un piano industriale molto ambizioso, che prevede quest’anno l’espansione geografica in mercati come l’Asia-Pacifico e il Nord America e il rafforzamento dei nostri segmenti a maggior valore, come le carte speciali per il packaging di lusso, i materiali autoadesivi premium e le soluzioni RFID. La cessione del patrimonio immobiliare prevede la sottoscrizione di contratti di affitto per le stesse strutture a 20-30 anni, a conferma della nostra intenzione di continuare a lungo la produzione in questi territori. Quest’operazione, così come la recente emissione di un nuovo bond da 665 milioni di euro, va dunque nella direzione di accelerare e potenziare la nostra crescita sul mercato globale”.
E ha aggiunto Christopher Mertlitz, head of European Investments di WP Carey: Questa operazione è la prova della nostra capacità di eseguire operazioni transfrontaliere complesse per immobili di valore, in linea con la nostra filosofia di investimento a lungo termine. Nel contesto attuale, dove vigono tassi di interesse elevati, l’accesso alla liquidità è fondamentale per consentire alle aziende di realizzare i propri obiettivi di core business e le strategie di crescita più in generale, rendendo i contratti di vendita con patto di locazione un’opzione di finanziamento interessante”,
WP Carey, specializzato in strategie di net lease e sale & leaseback negli Stati Uniti e in Europa, in particolare nelle vendite con patto di locazione, infrastrutture su misura (build-to-suit) e acquisizione di immobili per il net lease al singolo affittuario, ha archiviato il 2023 con un volume di investimenti di circa 1,3 miliardi di dollari (pari a 1,2 miliardi di euro al cambio attuale), compresi investimenti per un totale di circa 320 milioni di dollari (296,3 milioni di euro) completati nel quarto trimestre, che includono la prima tranche di Fedrigoni (si veda qui il comunicato stampa).
Fondato nel 1888, Fedrigoni è un gruppo attivo in 132 Paesi che fornisce prodotti a 30mila aziende in diversi settori (cibo e bevande, prodotti farmaceutici, moda e cosmesi), risultando tra i primi cinque colossi del settore a livello globale per i mercati di riferimento, in cui fattura oltre il 60%. Conta oltre cinquemila addetti, che lavorano in 52 tra stabilimenti produttivi e centri di taglio e distribuzione dislocati in 28 Paesi.
Negli 11 mesi sino a fine novembre 2023 il gruppo ha registrato ricavi per 1,743 miliardi di euro, in calo del 13,2% dai 2 miliardi dello stesso periodo del 2022, con un ebitda rettificato di 255,8 milioni, a sua volta in calo dell’8,6% dai 280 milioni degli 11 mesi 2022. Il primo semestre del 2023 si era invece chiuso con 971 milioni di euro di ricavi, in calo del 9,9% rispetto allo stesso periodo 2022, e 150,9 milioni di euro di ebitda (meno 9,2% dal 2022) (si veda altro articolo di BeBeez).
Dal 2020 Fedrigoni ha portato a termine quattordici operazioni strategiche. Ha potenziato la sua divisione etichette e materiali autoadesivi (Self-Adhesives) acquisendo l’italiana Ritrama, le messicane Rimark e Industria Papera Venus, la statunitense Acucote, la spagnola Divipa, la francese Tageos (RFID), la turca Unifol (pellicole per il rivestimento di veicoli). Nel mondo paper invece ha costituito una newco di cui detiene il 70% con Tecnoform per produrre vassoi interni alle confezioni di lusso in cellulosa termoformata, senza più l’uso di plastica. Ha poi stretto un accordo con l’americana Mohawk per ampliare la presenza negli States, acquisito la spagnola Guarro Casas, la francese Papeterie Zuber Rieder, Arjowiggins China (produttore specializzato in carte traslucide, con cui aveva già concluso una partnership industriale) e un Centro di ricerca e sviluppo a Grenoble, in Francia (si veda altro articolo di BeBeez). Sono parte del Gruppo anche Cordenons e il marchio Fabriano, con oltre 750 anni di storia.