Fondo Italiano d’Investimento sgr ha annunciato ieri il primo closing della raccolta dell’atteso fondo di fondi dedicato all’Impact Investing, FOF Impact Investing, con 50 milioni di euro di impegni sottoscritti da CDP Equity, rispetto a un target di raccolta complessiva di 120 milioni, da raggiungersi entro giugno 2025 (si veda qui il comunicato stampa).
Il lancio di un fondo di fondi a impatto era stato annunciato lo scorso ottobre a valle del Consiglio di amministrazione che aveva varato il nuovo Piano Industriale 20222-2025, che prevede il lancio nel prossimo triennio di 7 nuovi nuovi fondi, di cui 4 fondi diretti e 3 fondi di fondi, in modo tale da portare a un totale di 4 miliardi di euro le masse gestite entro il 2025 (si veda altro articolo di BeBeez).
FOF Impact Investing è il primo fondo di fondi focalizzato sul mercato dell’impact investing in Italia e finalizzato allo sviluppo di questa strategia di investimento sostenibile, che permette di generare un impatto sociale e ambientale positivo, intenzionale e misurabile, congiuntamente a rendimenti finanziari per l’investitore. In particolare, FOF Impact Investing è il primo fondo di fondi italiano che si qualifica come ex art. 9 del Regolamento SFDR, ed investirà solo in fondi con la medesima qualifica. L’obiettivo di investimento sostenibile del Fondo è infatti quello di contribuire agli obiettivi definiti nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals – “SDGs”).
Il fondo investirà in fondi italiani ma in parte minoritaria potrà investire anche anche direttamente in co-investimento su società basate in Italia e residualmente anche in fondi europei, al fine di attrarre competenze e investimenti internazionali nel mercato italiano.
Davide Bertone, amministratore delegato di Fondo Italiano d’Investimento sgr, ha commentato: “Questa iniziativa ha lo scopo di colmare un gap dell’ecosistema del private capital italiano accelerando la nascita di una asset class nuova per il nostro Paese così come fatto con successo dai FOF di Fondo Italiano in passato nelle verticali del private equity e, più di recente, del private debt.”
Luigi Tommasini, senior partner dell’area fondi di fondi dell’sgr, ha aggiunto: “Siamo estremamente orgogliosi del lancio di questo prodotto che va a creare un nuovo mercato del private capital italiano e che rappresenta per Fondo Italiano una sfida ma, soprattutto, un’opportunità nel promuovere con uno strumento innovativo le tematiche ESG, sempre più di primaria importanza nelle decisioni di investimento.”
FOF Impact Investing va ad aggiungersi agli altri 6 fondi di fondi attualmente gestiti da Fondo Italiano d’Investimento sgr con una dotazione complessiva pari a 1,8 miliardi di euro, che hanno investito in 48 fondi italiani, che a loro volta hanno investito in oltre 360 aziende, con un giro d’affari pari a oltre 15 miliardi di euro.
Ricordiamo che infatti l’sgr gestisce il FOF Private Equity Italia (FOF PEI, 600 milioni di euro) e il corrispondente sul versante del debito FOF Private Debt Italia (FOF PDI, 500 milioni), entrambi lanciati nel 2020 al fine di aumentare l’impegno dei fondi pensione italiani associati ad Assofondipensione nel quadro del Progetto Economia Reale lanciato poco dopo l’esplodere della pandemia e promosso dalla stessa FII insieme a Cassa Depositi e Prestiti (si veda altro articolo di BeBeez). L’sgr gestisce inoltre FII Private Equity Italia Due (FII PEI II, 60 milioni) e FII Private Debt Italia Due (FII PDI Due, 40 milioni), oltre ai precedenti Fondo di Fondi di Private Equity (FOF PE, 389 milioni) e Fondo di Fondi di Private Debt (FOF PD, 400 milioni). L’sgr in passato ha istituito anche i due fondi di fondi di venture capital Fondo di Fondi di Venture Capital (FOF VC, 163 milioni) e Fondo Italiano d’Investimento – FII Venture (FII Venture, 91 milioni), ma una volta dismesso il portafoglio di questi fondi, l’attività nel settore non continuerà, visto che CDP l’ha interamente demandata a CDP Venture Capital sgr (si veda altro articolo di BeBeez).
Il prossimo fondo di fondi in arrivo, così come annunciato sempre lo scorso ottobre, sarà invece quello destinato alla promozione di un mercato secondario del private equity, un’iniziativa, in Italia di fatto oggi inesistente, a sostegno della liquidità prospettica degli investimenti in private capital attraverso la creazione di strumenti che aumentino le possibilità di acquisto e vendita di quote di partecipazione in fondi di private capital italiani.
Nata nel 2010 su iniziativa del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), l’sgr ha visto entrare nell’azionariato lo scorso marzo Banco BPM (3,25%), BPER Banca (3,25%), Fondazione Enpam (5%) e Fondazione Enpaia (5%), mentre nel contempo è uscita dalla compagine Confindustria (che aveva il 3,5%) con CDP che è scesa dal 68% al 55%. Intesa Sanpaolo e UniCredit hanno invece mantenuto le rispettive partecipazioni del 12,5% già detenute in precedenza e anche ABI ha mantenuto la sua quota del 3,5% (si veda altro articolo di BeBeez).