Gruppo Florence, primo polo produttivo integrato in Italia al servizio del luxury fashion internazionale che a fine settembre ha fatto il suo ingresso nel mondo delle calzature rilevando Lorenza Calzaturificio e Novarese, continua a espandere il suo portafoglio di realtà italiane di eccellenza del settore dell’abbigliamento.
Il polo produttivo italiano ha infatti accolto Maglificio Leonello Spagnol e Maglificio Erika, due aziende venete specializzate nei capi in maglia di lana, cotone e altri filati pregiati (si veda qui il comunicato stampa).
Nell’acquisizione di Spagnol il Gruppo Florence è stato assisitito da DWF per gli aspetti legali, da Kpmg per la due diligence finanziaria e Russo de Rosa per gli aspetti fiscali. La società target si è avvalsa dell’assistenza di Dentons. Su Maglificio Erika, Florence è stata assistita sempre da DWF sugli aspetti legali, mentre l’advisor finanziario è stata District Advisory. La due diligence finanziaria e fiscale è stata seguita da New Deal Advisors. Maglificio Erika è stata seguita dallo Studio Odescalchi, mentre i temi fiscali sono stati curati da S.G.V.M. Partner.
La Leonello Spagnol prende il nome dal suo fondatore e si è affacciata al mercato italiano della maglieria dal secondo dopoguerra, cominciando a esportare in Nord America negli anni ’60. Con la seconda generazione, negli anni ’70 comincia a farsi conoscere nel mondo approcciando i grandi marchi del prêt-à-porter. Nel 2012 sono entrati in azienda i nipoti del fondatore, Edoardo e Riccardo, che danno un importante impulso alla crescita dell’azienda grazie a una costante innovazione tecnologica. Leonello Spagnol, che nel 2021 ha fatturato 26,5 milioni di euro, produce oggi circa 130 mila capi all’anno ed è partner di riferimento per importanti griffe riconosciute proprio per la qualità della loro maglieria.
Il Maglificio Erika, invece, è una realtà in forte espansione che dal 1985 serve molti marchi internazionali del lusso, facendo leva su tecnologia all’avanguardia e velocità di esecuzione per essere competitiva in un settore estremamente impegnativo pur rimanendo fedele alla tradizione e alla cura sartoriale. Erika ha raggiunto un fatturato di quasi 30 milioni a fine 2021. La società si contraddistingue per l’uso di tecnologia avanzata grazie a macchinari innovativi come telai Cotton elettronici e macchine rettilinee Shima di tutte le finezze, oltre alla camera di condizionatura del filo che consente di stabilizzare il filato per poterlo utilizzare al massimo delle sue caratteristiche tecniche con lavorazioni estreme.
“Si tratta di altre due eccellenze italiane che arricchiranno il gruppo di un’esperienza frutto di decenni di lavoro nella filiera del Made in Italy al servizio dei marchi del lusso”, ha dichiarato il presidente Francesco Trapani. “È motivo di grande soddisfazione vedere come sempre più realtà artigianali di nicchia, leader nei rispettivi settori, decidano di abbracciare il nostro progetto”.
«La missione di Gruppo Florence è valorizzare il Made in Italy in un’epoca sempre più impegnativa e offrire ai brand del lusso, oltre al prodotto di alta qualità, anche servizi eccellenti e affidabilità nei tempi di consegna, sempre con attenzione alla sostenibilità», ha affermato Attila Kiss, ceo di Gruppo Florence.
Quest’ultimo ha attualmente raggiunto un giro d’affari complessivo stimato in circa 350 milioni di euro. Ill gruppo conta oltre 1000 dipendenti distribuiti in 12 regioni e collabora con 50 brand internazionali. Obiettivo è andare in borsa entro fine 2023, come dichiarato dallo stesso amministratore delegato in un’intervista al Corriere della Sera a inizio giugno.
Florence, contestualmente all’acquisto di Lorenza Calzaturificio e Novarese, è entrato anche nel comparto delle lavorazioni intermedie con Officina Ciemmeci, giovane realtà imprenditoriale toscana specializzata nei trattamenti più innovativi su pelle e tessuti. Oggi, con i maglifici Spagnol ed Erika, è salito a 19 il numero di aziende che hanno deciso di aderire al progetto industriale di Gruppo Florence, controllato per circa il 65% dal consorzio guidato da VAM Investments, Fondo Italiano d’Investimento (tramite Fondo Italiano Consolidamento e Crescita – FICC) e Italmobiliare, e per il restante 35% dalle famiglie fondatrici delle aziende che fanno parte del gruppo.
Proprio per finanziare le continue acquisizioni, lo scorso aprile il Gruppo Florence aveva varato un nuovo aumento di capitale al quale hanno partecipato gli attuali azionisti (si veda altro articolo di BeBeez), ma anche nuovi investitori. In particolare è emersa la partecipazione all’operazione anche di un gruppo di investitori privati organizzati in club deal da Unicredit. Come spiegato a Citywire Italia da Gennaro Del Sorbo, responsabile dell’area Ultra-High Net Worth Families & Family Holdings di Unicredit, grazie alla sinergia tra il suo team e quello di Alternative Capital Markets, 15 clienti professionali hanno potuto aderire all’aumento di capitale di Florence. Si è trattato della prima operazione di questo tipo organizzata da Unicredit, dopo la costituzione lo scorso febbraio della divisione Alternative Capital Markets guidata da Silvia Viviano (si veda altro articolo di BeBeez).
Ma evidentemente ciò non è bastato dato che, sempre per sostenere le nuove acquisizioni e rifinanziare il debito esistente, il Gruppo Florence lo scorso mese di luglio si è assicurato un prestito da 225 milioni di euro (si veda altro articolo BeBeez). Il contratto di finanziamento era composto da diverse linee di credito, con un pool bancario formato da Unicredit, Banco BPM, Intesa Sanpaolo, Cdp, Bper Banca e Credit Agricole Italia, tutte assistite sul piano legale dallo studio Gattai, Minoli, Partners. Nell’operazione, Florence è stata assistita da DWF, mentre BNL ha agito come agent del finanziamento.
Ricordiamo che Florence lo scorso giugno ha acquisito il 100% di Facopel, storico cappellificio di Chiesina Uzzanese in provincia di Pistoia, dalla famiglia Galgani (si veda altro articolo di BeBeez) e del 100% del produttore leccese di capi in jersey Barbetta dall’omonima famiglia (si veda altro articolo di BeBeez). In entrambi i casi le due famiglie hanno reinvestito nel gruppo. Lo scorso maggio era stata invece la volta di cinque aziende specializzate in produzioni di nicchia: CAM (Bergamo), Confezioni Elledue (Arezzo), Frediani (Torino), Parmamoda (Parma) e Pigolotti (Perugia). Contestualmente all’acquisizione, i fondatori delle rispettive aziende avevano anche in quel caso reinvestito nel gruppo Florence e si erano unite alle famiglie Giuntini, Capezzuoli, Maltinti, Ciampolini, Sanarelli, Romolini, Bonacina e Bertolani, già azioniste del gruppo (si veda altro articolo di BeBeez). In precedenza, nell’ottobre 2021, il gruppo era andato al salvataggio di Metaphor Italy srl, storica azienda del distretto tessile carpigiano di proprietà dell’imprenditore belga Andrè Leruth, dopo la sentenza di fallimento dell’agosto 2021 emessa dal Tribunale di Modena, che non ha accolto la richiesta di concordato in bianco presentata nel maggio dello scorso anno dalla proprietà (si veda altro articolo di BeBeez). Nel settembre 2021 Florence aveva acquisito anche il 100% di Antica Valserchio, leader nella produzione di tessuti per accessori, abbigliamento ed arredamento per i marchi più importanti della moda e del design (si veda altro articolo di BeBeez). In precedenza era stata la volta di Emmegi, azienda storica del fashion made in Italy specializzata in capi spalla informali sia uomo sia donna (si veda altro articolo di BeBeez); e della quota di controllo di Manifatture Cesari, azienda umbra specializzata nei prodotti in jersey e quarta società entrata a far parte della piattaforma (si veda altro articolo di BeBeez). Queste quattro aziende si sono aggiunte alle tre aziende che nell’ottobre 2020 avevano dato vita al Gruppo Florence, ossia: Giuntini, leader nell’outwear e tessuto leggero; Ciemmeci, prestigioso produttore di capi in pelle e pellicce, e Mely’s, eccellenza nel segmento della maglieria (si veda altro articolo di BeBeez).