Si chiuderà il prossimo 21 maggio con una raccolta di circa 50 milioni di euro il collocamento del bond di Ipo Challanger, il veicolo di investimento considerato un’evoluzione della Spac (Special purpose acquisition company, si veda altro articolo di BeBeez), lanciato da alcuni dei promotori di Made in Italy 1, la prima Spac di diritto italiano a sbarcare sul mercato e che ha portato alla business combination con Sesa spa, oggi quotata sull’Mta (si veda altro articolo di BeBeez).
Lo scrive oggi MF-Milano Finanza, precisando che i soci fondatori, Simone Strocchi e Angela Oggionni (entrambi partner nella società di advisory Electa), dalla stessa Electa e da Luca Giacometti (consigliere di Digital Magics e partner del fondo Capital Dynamics), sono riusciti a coinvolgere sia investitori istituzionali sia noti imprenditori. Accanto ad Azimut holding, che ha investito con alcuni dei propri fondi e che sta collocando il bond a propri clienti con le sue reti di wealth manager, nell’ambito dello sviluppo del progetto Azimut Libera Impresa, hanno sottoscritto il titolo altri investitori istituzionali, come IntesaSanpaolo e Kairos partners.
Strocchi, presidente di Ipo Challenger, ha spiegato che «il bond entro i 12 mesi successivi all’emissione potrà essere convertito in azioni ordinarie e in warrant di una società target che sarà contestualmente quotata in Borsa, direttamente sul segmento più adatto, fatto che invece non può avvenire con le Spac, con tutta una serie di complicazioni dovute al passaggio successivo dall’Aim all’Mta. Il bond, quindi, incorporerà un’opzione di rimborso in azioni e incorporerà inoltre un’opzione put che nel corso dei 12 mesi darà agli investitori il diritto di recedere dal loro investimento a uno sconto decrescente (del 3%, del 2% e infine dell’1%) a finestre quadrimestrali. tale facoltà è però prevista solo per chi esercita l’opzione put prima della proposta (cioè per chi ha necessità di liquidare posizione perché è subentrata evidentemente un’urgenza personale). Chi invece deciderà di uscire perché non intende partecipare alla proposta di rimborso in natura riprende tutto quanto investito. Il titolo, quindi, non avrà necessità di essere quotato su un mercato regolamentato, perché la sua liquidabilità sarà garantita dalla struttura legale. Il bond infine pagherà una cedola dello 0,5% agli investitori, al netto del costo delle opzioni».
Collocatore unico del bond è Intermonte, advisor legale dell’emissione è stato lo studio D’Urso,Gatti Bianchi, Alessandro Falconi con la sua AF Advisors è Spac specialist, mentre product specialist è Advance Advisor. Infine nel collegio sindacale sono entrati i fiscalisti David Reali, Guido Riccardi e Eugenio Romita.