Neuberger Berman, Coller Capital e svariati altri operatori di private equity e più in generale attori del settore finanziario e dell’asset management, italiani e internazionali, hanno incontrato nelle scorse settimane avvocati e consulenti di Manuela del Castillo Sposito, vedova del fondatore di Clessidra Claudio Sposito, mancato lo scorso gennaio, per proporsi come acquirenti della quota di controllo (il 79%) in mano agli eredi.
Lo scrive oggi MF Milano Finanza, che aggiunge anche che nel frattempo non è ancora stata fissata una data precisa per l’assemblea di bilancio che si dovrebbe tenere entro inizio maggio, perché Manuela Sposito, per votare in assemblea, deve ottenere il via libera da parte di Banca d’Italia, che deve verificarne i requisiti di onorabilità.
Intanto sarebbe scaduto oggi il termine fissato per gli investitori dei fondi Clessidra per dare il via libera a una revisione dei regolamenti, che danno evidenza dei nuovi key men, cioè degli uomini-chiave a capo della società, dopo la scomparsa del fondatore Claudio Sposito, lo scorso gennaio. Il termine scade oggi, ma quel voto non arriverà, perchè era stato informalmente condizionato al fatto che nel frattempo il presidente Francesco Trapani acquistasse il controllo della sgr dagli eredi del fondatore, così come pareva stabilito tra le parti sino a un mese fa. Come noto, però, le cose sono andate diversamente e il tavolo delle trattative tra Trapani e Manuela del Castillo Sposito è saltato (si veda altro articolo di BeBeez).
Così Clessidra è entrata in una sorta di limbo, perché gli investitori ora non hanno certezza sulle figure che gestiranno i loro investimenti e, se i tempi si allungassero troppo, potrebbero al limite decidere di farseli gestire da qualcun altro, svuotando di fatto Clessidra di tutto il suo valore. I tempi, quindi, stringono.
A puntare al controllo di Clessidra sono in primo luogo gli operatori specializzati in secondario, come appunto Coller Capital. Quest’ultimo è un operatore internazionale specializzato nell’acquisto sia di portafogli di aziende di fondi sia di blocchi di quote di fondi da investitori istituzionali, che a fine 2013 aveva finanziato il management buyout di MPVenture sgr, la ex società di gestione dei fondi di private equity di Montepaschi, guidata da Marco Canale. Coller aveva siglato anche un accordo con Mps per la cessione delle quote di fondi di private equity sottoscritte dalla banca e dei relativi impegni, con eccezione di quelle in Fondo Italiano d’Investimento. E’ chiaro che se Clessidra sgr dovesse entrare nel portafoglio di Coller, un ragionamento a proposito di un’integrazione tra le due realtà italiane in un secondo tempo potrebbe essere fatto. Per il momento MPVenture sgr prosegue i suoi piani e, secondo quanto riferisce oggi MF Milano Finanza, si prepara a lanciare il primo fondo sotto la nuova proprietà (si veda altro articolo di BeBeez).
Coller nel giugno 2013 era stato in corsa con Ardian e Alpinvest per aggiudicarsi un portafoglio di quote di fondi di private equity in capo alla controllata tedesca di Unicredit, Hvb. L’operazione, però, non era andata a buon fine, perché Unicredit nel dicembre 2013 aveva poi deciso di procedere allo spin-off delle attività di private equity, creando Swan con il supporto di Alpinvest (si veda altro articolo di BeBeez).
Tornando al dossier Clessidra, sgr, c’è poi, si diceva, l’interesse di Neuberger Berman (l’ex divisione di asset management di Lehman Brothers), che a differenza di Coller non è un operatore specializzato in secondario, ma che in Italia l’anno scorso ha finanziato il management buyout delle attività di private equity di Intesa Sanpaolo e lanciato il fondo NB Reinassance Partners, di cui Neuberger Berman e Intesa Sanpaolo hanno sottoscritto la maggioranza delle quote sia in contanti sia apportando partecipazioni in fondi di private equity (si veda altro articolo di BeBeez). In questo caso l’integrazione tra le due strutture sarebbe scontata. Diversa, invece, la proposta di altri tipi di operatori.
Ma a lavorare sul dossier sono anche player del settore finanziario e dell’asset management che oggi non hanno una loro attività nel private equity, o almeno non un’attività così sviluppata, e che quindi sarebbero molto interessati a cogliere questa opportunità.